L'IMBOSCATA - La nuova frontiera dell'opinionista tv e gli esami del sangue alla Juventus. Le critiche ridicole a Douglas Luiz. Scandalo Arthur. Plusvalenze e caso LionRock: l'imbarazzante silenzio di Chinè e Procura di Milano
di Andrea Bosco
Sette punti in tre partite sono pochi? Per gli inimici della Juventus, lo sono. L'Inter è più forte della Juventus e vincerà lo scudetto? Non serve essere “inimici” per affermarlo. La Juventus è nuova di zecca, l'Inter è collaudata: il lavoro di quattro anni. Quindi, sì: l'Inter è la candidata numero uno a vincere lo scudetto. E la Juventus? Il pareggio contro la Roma, la prudenza contro la Roma, l'anemia in zona gol contro la Roma giustificano l'ondata di pessimismo esternato dopo sole tre giornate di campionato? Non dovrebbe essere così. Ma la Juventus non è una squadra normale: gli esami del sangue per lei non finiscono mai. Questo Vlahovic, che ha fatto “solo” due gol (a dire il vero ne aveva fatto anche un terzo valido ma annullato), come fa a non essere un problema? E poi non ha ancora rinnovato. Ma scade nel 2026. Embè? Non rinnova. A 12 milioni a stagione non ci sente di “spalmare”. E quindi sarà un problema. E poi non è il centravanti giusto per Thiago Motta. E poi è incostante. E poi è serbo. E poi, e poi. Ci sarebbe da ridere se non fossero le argomentazioni di opinionisti: qualcuno “vero”, la maggior parte da bar. Vinai, baristi, agronomi, assicuratori, fancazzisti vari.
La nuova frontiera dell'opinionista televisivo. Alcuni non solo sono tifosi. Proprio lavorano per le società per le quali fanno il tifo. Ma discettano, discutono, polemizzano. Pretendendo di risultare “imparziali”. Io non ho ricette. E non voglio dare valutazioni. La Juventus vista con la Roma, oggettivamente ha deluso. Ma non era la vera Juventus. Quando il centrocampo sarà Koopmeiners, Thuram e Douglas Luiz, allora si potrà dare un giudizio. Quando l'attacco sarà Nico (Conceicao purtroppo si è fermato per infortunio muscolare), Vlahovic, Yildiz, allora si potrà dare una valutazione decente.
Gli “opinionisti” dimenticano che la Juventus si è presentata ai nastri con mezza squadra costituita da una nursery, certamente di talento (Savona su tutti) ma ovviamente inesperta. Gente che non aveva mai affrontato una squadra di lignaggio come la Roma. Continuo a consigliare di non sottovalutare i tre punti realizzati a Verona. Squadra che ha vinto a Genoa (dove l'Inter aveva pareggiato) e che in casa aveva piallato il Napoli (altra candidata allo scudetto: con Conte, con Lukaku, con ottimi acquisti e senza l'impegno europeo delle Coppe, può il Napoli non essere una candidata al titolo?). Dicono che il Verona lotterà per non retrocedere: io non ne sono così convinto. Per me il Verona ha qualità e sostanza. E beh, ma la Juventus ha speso tantissimo, mica si può dimenticare. E beh, ma la Juventus ha anche ceduto tantissimo, tanto che il differenziale fa circa settanta milioni. Che sono tanti, ma la Juventus presto avrà risorse dalla Champion's e dalle altre manifestazioni internazionali e nazionali alle quali parteciperà.
Non sono uno di quelli che ha rapidamente archiviato Max Allegri: ha vinto alla Juve 5 scudetti e gli si deve rispetto. E gratitudine: per una stagione (lasciato da solo dalla proprietà) ha estratto pani e pesci. E non sono uno che ha “sposato” Thiago Motta. Voglio vedere e verificare. Qualche scampolo è stato certamente positivo. Ma è presto per giudicare. Dopo la sosta per la Nazionale la Juventus giocherà (come tutte) in continuazione e senza intervalli. E allora qualcosa si potrà dire. Probabilmente non ancora ad Empoli. Ma alla prima di Champion's direi di sì. E certamente contro il Napoli: Juve contro Conte, il suo “esaltante” passato: è oro zecchino. È già accaduto quando Conte andò ad allenare l'Inter. Sarebbe auspicabile che certi “sbocchi” che non sono stati dimenticati non si ripetessero. Ma a dire il vero Conte, “non ha saltato”. Anche perché, nonostante sia un professionista, se ne facciano una ragione a Napoli, Conte rimarrà per sempre juventino. Fegatoso, come tutti gli juventini innamorati, ma bianconero. Come juventino resterà Tek, che ha spiegato come sono andate le cose tra lui e Giuntoli. Io chiedo qui alla Juventus di organizzare una serata per celebrare Tek: grande portiere, grande sportivo, grande uomo. E (questo è solo un auspicio) magari di prendere in considerazione la possibilità di affidargli un incarico in società.
Tra le cose ridicole che sono state scritte, la più ridicola è probabilmente questa: Douglas Luiz è troppo lento per il campionato italiano. Uno che ha furoreggiato in Premier sarebbe, secondo lorsignori, troppo “lento” per l'Italia. Ma per favore: secchiello e scopino. Il mare è grande, e il lavoro si annuncia sterminato.
Una cosa mi piace: il nuovo approccio di Giuntoli, anche se la silente compostezza dei vertici societari mi lascia sempre perplesso. Per questo continuo a pensare che alla Juventus manchi un profilo alla Alex Del Piero. Nelle ore nelle quali è stato ricordato l'immenso, indimenticabile Gaetano Scirea, sarebbe bello che Alex, abbandonasse la promozione di Sky e i convenevoli con Fabio Caressa e tornasse in società con un ruolo operativo. Per quante “fratture” ci siano state in passato, tutto può essere aggiustato.. Il “divorzio” è durato anche troppo a lungo. Si è “patteggiato” l'incredibile: si “patteggi” anche questa situazione. Non esiste tifoso della Juventus al mondo che non sottoscriverebbe il ritorno di Del Piero alla Juve. Tanto per chiarire: non ho interessi personali nella cosa. Di più: non ho mai intervistato Del Piero. L'ho ammirato da giocatore. E lo ascolto dire sempre cose sensate, quando parla a “Senza Giacca”.
Altro non mi sembra sia il caso di dire. Del resto: Gravina, è lì e sta brigando per sopravvivere a se stesso. Per come la vedo io: troverà il modo per evitare di essere defenestrato. Quanto a Chinè: se il signor procuratore federale non prova vergogna per l'assenteismo spudorato in materia di plusvalenze, inutile sperare che qualche cosa, nel merito si muova. Stesse dinamiche a Milano, dove il tribunale competente, proprio non ci sente di indagare su Lionrock. Evito di dire “sulla curva interista” dove a scadenza ci scappa il morto. Ogni curva ha i suoi “delinquenti” e non è colpa dell'Inter se la violenza esce dallo stadio e si estrinseca in strada in maniera drammatica. Mi stupisco che la sempre solerte “Report” ancora non abbia confezionato uno speciale su una situazione diventata davvero complessa. Ma, ovviamente, questo è solo il mio parere.
Notarella: il numero dei calciatori stranieri nel campionato italiano è esorbitante, rispetto ai nativi (non importa con quale colore della pelle: italiani e basta). Se poi la Nazionale si ritrova nelle peste, qualche riflessione andrebbe fatta. E dovrebbe iniziare il governo. Il decreto crescita (che magari funziona per altri settori) per il calcio è una spugna che assorbe illimitatamente: prende senza rendere. Inutile dire che le norme europee sulla libera circolazione impedirebbero qualsiasi tipo di limitazione. Balle: i giocatori di calcio non sono lavoratori “comuni”. E quindi è la Federazione (sia consenziente o meno la Lega) a doversi muovere. Cominci ad imporre il numero chiuso. Il governo appoggi questo tipo di provvedimento. Ci sarebbero dei ricorsi? Strasburgo è un tribunale imparziale, ma molto, molto, molto lento. Come ben sa Antonio Giraudo.
Finale: mentre scrivo, Kostic ancora ponza sulla sua possibile destinazione turca. Arthur viceversa ha ricevuto dalla Juventus una sorta di fido in banca essendo stato incluso nella lista Champion's. Arthur è un miracolato. Che dovrebbe versare un assegno mensile di gratitudine a Fabio Paratici, l'uomo che gli fece il faraonico contratto al quale il pizzardone brasilero non ci sente di rinunciare. La situazione di Arthur è uno “scandalo” economico e tecnico. Ma oggettivamente nessuno ha puntato ai dirigenti della Juve (di allora) una pistola alla tempia per garantire ad Arthur un contratto principesco. Il fatto che nessuno (neppure con la Juventus disposta a pagare una parte del suo ingaggio) lo voglia è indicativo di “cosa” sia il giocatore. Arthur ha un contratto fino al 2026. E oggi rappresenta un danno (ad occhio e croce il maggiore) per le casse della Juventus. Gli errori si pagano. E Arthur, questo è stato: un macroscopico errore.