L'IMBOSCATA - La Juve cede Soulè (e Huijsen) per la gioia delle gazzette capitoline e prende il cugino di Djalò. Ma Giuntoli merita fiducia. Inter, i maxi debiti di Zhang e difesa della legalità: dove sono Figc, Coni, procure, politica e media?
di Andrea Bosco
Oggi, prima amichevole del nuovo corso Juve con Thiago Motta. C'è curiosità per vedere come la Juve si metterà in campo, ma non si potranno tirare conclusioni. È presto, visto che l'allenatore da poco ci ha messo le mani. Perché mezza squadra è rimasta a Torino o è ancora in vacanza. Perché il mercato (che distrae) è ancora aperto nella forsennata accezione italica che lo vedrà in conclusione a fine agosto. Altro di cui parlare non c'è.
Mica vorrete che parli delle cessioni di Soulè e Huijsen, ormai in conclusione. Incasso totale (bonus compresi e varie percentuali sulle rivendite) 48 milioni complessivi. Per comprare chi? Todibo, che costa minimo 30 milioni, giocatore che ha cambiato cento squadre e che sembra il cugino di Djalò? Certamente non Koopmeiners, che l'Atalanta non vuole cedere. Certamente non Adeyemi, che il Borussia non cederà ma in prestito. Non certamente Sancho, che lo United valuta almeno 50 milioni. Alla Juve potrebbe arrivare Berardi: reduce (dall'ennesimo) infortunio e con una decina d'anni di ritardo. La Juve cede Soulè per la gioia delle gazzette capitoline e si tiene Chiesa. Che è in scadenza di contratto e (per ora) non ci sente di rinnovare.
Dice che li cederanno tutti: Locatelli, Hasa, McKennie, il portiere polacco, il compatriota Milik (magari per prendere Reteguy), Kostic, Barbieri, Miretti, Rugani, De Sciglio. Grande svendita Juve: e va bene. Serve aria nuova. Serve abbassare il monte ingaggi, serve ridurre il buco di bilancio. Immagino che Giuntoli abbia presente che ci sono 70 partite da disputare in stagione. E che certi nomi che circolano, fanno decisamente ridere. Ma è bene fidarsi di Giuntoli.
Finora quelli che sono arrivati sembrano buoni. Poi ci sono le operazioni alla Magritte, ipotizzate dagli amigos di Marotta: Chiesa all'Inter, con l'aggiunta di venti milioni per avere in cambio Frattesi. Con il nuovo corso Juve, tutto è possibile. Anche che l'Inter “incassi” una montagna di euro dalla Juventus.
Non ho altro da scrivere. Per protesta. Contro le istituzioni calcistiche, contro il governo, contro la pubblica opinione. Anche contro i tifosi della Juventus. E soprattutto contro la mia categoria.
Zhang Steven (quello sparito per un anno e mai più visto in Italia) deve ai creditori (anche verso la Premier) 300 milioni di euro. Non illustro i dettagli. Quindi, se non sapete, cercate sul web e troverete. Scusatemi ma sono stufo di essere l'ultimo giapponese che ancora difende un territorio al quale nessuno è più interessato: quello della legalità.
In ogni caso, in soldoni. Inchiesta iniziata nel 2020, chiusa nel 2022. Risultato? L'Inter ha partecipato e ha vinto. Con merito (al netto di qualche aiutone), ma ha partecipato. E non avrebbe (pare) potuto. Perché questa è una costola. Ma poi c'è Lionrock. Poi c'è l'esposto di Jdentità bianconera (gli avvocati e i revisori dei conti che hanno analizzato le carte) e sono arrivati alla stessa conclusione, sempre la medesima: l'Inter non avrebbe potuto iscriversi al campionato. La cosa non interessa alla Covisoc, non interessa alla Procura di Milano, non interessa alla Procura Federale, non interessa alla Lega, non interessa alla Federazione, né al Coni. Non interessa alla politica. Non interessa ai media. Non si dovrebbe vivere di solo calciomercato. Cerco di fare il mio lavoro. Ma, credetemi, è davvero difficile. Mi sento come Arnold alle prese con l'alieno di “Predator”. Quindi per dirla come un celebre conduttore televisivo statunitense d'altri tempi, che combatteva contro un alieno chiamato maccartismo: “buonanotte e buona fortuna”. Era un pensiero “dominante”, negli anni Cinquanta. Dominante: anche quello.