L'IMBOSCATA - Cancellato un "simbolo", la Juventus non esiste più. Oggi c'è una società che patteggia con Ceferin e Gravina. Quello che non vi dicono sulla giustizia sportiva. Mercato, non credete alle bufale. Club prigioniero di Allegri
di Andrea Bosco
Sono andato diverse volte a Villar Perosa per lavoro. Una volta per personale piacere. Devo dire che fu una trasferta fortunata: la stagione nella quale si videro per la prima volta le qualità in nuce di Paul Pogba.
Ora Pogba sta lavorando per poter tornare a essere un giocatore di calcio. E la proprietà della Juventus targata Elkann ha deciso di cancellare nella stagione che celebra il centenario degli Agnelli quel raduno gioios: la squadra nel cortile di casa. Là dove hanno sgambettato Sivori e Charles, Boniperti ancora giocatore, Platini e Del Piero, Nedved e Trezeguet, Ibra e Higuain, Dybala e Ronaldo Cristiano. La partitella di Villar Perosa è sempre stata un rito. Una volta la Juventus ci faceva il ritiro precampionato.
Tempi leggendari quelli di Villar Perosa. La gente saliva in Villa e aspettava l'Avvocato che aveva voluto nel 1959, iniziasse quella consuetudine. Il popolo bianconero aspettava che il Principe scendesse dal cielo con il suo elicottero per accomodarsi in panchina accanto all'allenatore di turno. Le partite non arrivavano mai al novantesimo. Dopo pochi minuti dall'inizio del secondo tempo la gente sciamava sul prato a caccia di maglie e di autografi. Vicina ai “suoi“ giocatori. Che alla sera venivano invitati nella magione avita, là dove incontravano Gianni e Umberto Agnelli. Poi nell'ultimo decennio, Andrea. Lo scorso anno non fu possibile. La villa passata nella disponibilità di Margherita, figlia dell'Avvocato, da tempo ai ferri corti con il figlio John Elkann per questioni ereditarie, fu negata dalla nobildonna alla squadra.
La cancellazione della partita “simbolo“ di Villar Perosa (sostituita da un allenamento a porte aperte il 9 agosto) è la conferma di quanto la Juventus sia cambiata e stia rapidamente cambiando. Di quanto la Juventus non esista più . Oggi c'è una società che si chiama Juventus. Che patteggia con Ceferin (anche se Ceferin ancora la tiene sulla graticola) e patteggia con Gravina. Vi raccontano che il patteggiamento era necessario per azzerare un situazione diventata ingestibile dal punto di vista giudiziario. Ma non vi dicono che la giustizia sportiva che ha condannato la Juventus, dalla prossima stagione si muoverà su altri binari,come anticipato dall'azzimato, pettinatissimo ministro dello sport Abodi. Non vi dicono che nessuna altra società pagherà per le irregolarità commesse. Ma soprattutto, non vi dicono che questa sottomissione, non sarà mai dimenticata dai tifosi. Se Calciopoli fu una tempesta dalla quale- dopo improvvidi tentativi – la Juventus uscì grazie a Agnelli, Conte, Marotta e a quei giocatori diventati leggenda , la stagione della Plusvalenze è una apocalisse dalla quale la Juventus non uscirà.
Giuntoli in conferenza stampa è stato onesto : serve vendere . Il mercato Juve , al momento, in entrata, è chiuso . Elkann ha sigillato i rubinetti . L'esigenza è quella di sfoltire una rosa assurda ( oltre 40 giocatori sotto contratto ) e di incassare dai 120 ai 150 milioni . Esigenza imprescindibile non essendoci a disposizione i soldi della Champion's . Che la Juventus sul campo ( la qualificazione ) aveva ottenuto e che Chinè ha cancellato. Ecco il danno fatto da Chinè . Ecco il delitto perfetto commesso da Chinè su mandato di Gravina . Per quanti errori la Juventus possa avere commesso, Chinè l'ha torturata fino a farla sanguinare . Evitando di dare non dico una frustata, ma neppure un buffetto alle altre . Qui non c'entra il tifo : oggi personalmente della Juventus me ne sbatto. Non mi riconosco nella sua attuale proprietà. Non ho ancora capito quale sia la mission : se comanda Giuntoli una speranza ( magari in un triennio ) può esserci . Se comanda ancora Allegri, leggetevi Dante Aligheri ed evitate di “ sperare “ .
Cancellare Villar Perosa è un clamoroso autogol. Quasi quanto la follia di non fare più la preparazione in montagna , affidandosi a lucrose trasferte che incrementano la cassaforte , ma che , come si è ripetutamente visto compromettono la gestione dei calciatori.
Cancellare Villar Perosa, significa volere cancellare anche le residue vestigia di un passato che fu glorioso ma che difficilmente potrà tornare. Non con Elkann azionista di maggioranza. Non con la la “lunga linea grigia“ che opera nella stanza dei bottoni. Non con Allegri allenatore. Non invidio il compito di Giuntoli. Specie se qualche pazzo davvero gli ha chiesto di “vincere subito lo scudetto“.
Non è più la Juventus. Non dovete credere alle bufale mercatare. Lukaku non verrà nonostante Allegri ambisse averlo. Kessie all'idea di giocare nella Juventus si è quasi schifato. Come ha spiegato Giuntoli, per la giusta cifra, tutti sono in vendita. Oggi la Juve è la squadra che piazza Arthur ma che per piazzarlo si deve accollare la metà (e forse più) del demenziale stipendio concesso al brasiliano.
Ma a dire il vero da tempo la Juventus non è più la Juventus. Oggi fa scalpore la vicenda Bonucci (un grande club ha il dovere di congedare i suoi anziani simboli : ma c'è modo e modo), di più la fa quella di Cuadrado. Ma ieri le vicende erano state quelle di Tevez (il “cagòn“: chi era costui?), quelle di Ronaldo, quelle di Dybala. Domani quelle di Vlahovic e Chiesa. Forse la Juventus è diventata ingestibile. Ma la sensazione è che la Juventus più che ingestibile sia diventata prigioniera del proprio allenatore. Che non ama i liberi pensatori e che ha in testa un solo schema : il suo. Con i fuoriclasse funziona. Ha in passato funzionato per cinque stagioni di fila. Ma senza i Pirlo, i Vidal, i Buffon, i Bonucci (quello di ieri) i Chiellini, i Barzagli, i Pogba, i Mandzukic, i Tevez, i Cuadrado (a proposito) non funziona. Ma con loro, va detto, chi non aavrebbe vinto? Se hai sbagliato allenatore (e non parlo dei risultati: parlo dell'atteggiamento, della gestione mediatica, del gioco) non puoi metterci tre anni per ammettere l'errore. Dice Max: “Io la qualificazione in Champion's l'avevo centrata“. Certo, caro Acciughina: ma hai anche perso contro i postelegrafonici israeliani.
Tra l'altro nel cupio dissolvi di Elkann, l'unico simbolo ancora rimasto della gestione Andrea Agnelli è proprio Max Allegri . Che forse avrebbe da tempo lasciato la Juventus: se il bancomat fosse ancora operativo. Cosa che, come noto, non è più. E non sarà. Almeno per un paio di stagioni. In 24 mesi può cambiare la storia del mondo. Figuriamoci quella della Juventus. Specie se Giuntoli riuscirà a risanare i conti. Specie. A quanto me la potrebbero dare gli scommettitori?