L'IMBOSCATA - Lavoro Giuntoli appena agli inizi, ora deve fare un miracolo. Koopmeiners e i piani alternativi. La decisione su Chiesa. Occhio alla strategia del Gattopardo per mantenere la poltrona. La posizione della Juve
di Andrea Bosco
Mercato Juventus: calma piatta. Dopo i tre acquisti iniziali, sembra che le difficoltà siano diventate insormontabili, anche in uscita. Tanto per dire: Giuntoli farà una specie di miracolo se riuscirà a piazzare Arthur. Sarebbe inopportuno tirare le somme ora. In fondo, manca un mese alla fine del mercato. Ma sarebbe stato opportuno definire già adesso la struttura della Juventus. L'inizio di stagione sarà pesante e con tanti impegni. La squadra è già così pesantemente rinnovata ma ancora pesantemente incompleta. E l'allenatore è uno che propone un gioco assai dissimile da quello di Max Allegri. Ci vorrà tempo per assimilarlo.
Francamente, non sono in grado di prevedere il futuro. Ci sono state operazioni che mi sono piaciute, altre (la cessione di qualche giovane interessante), assai meno. Giuntoli ha abbassato il monte ingaggi, quello che gli chiedeva la proprietà. Ma il suo lavoro sembra appena agli inizi. Pare che arriverà uno sponsor e questa è una buona notizia visto che finora le maglie della Juventus sono “nude”. Ho un timore. E vale a dire che la Juventus possa “incartarsi” su Koopmeiners. L'Atalanta non sembra disponibile a cedere. L'olandese è un ottimo giocatore ma a mio avviso non vale 60 milioni. Giuntoli deve avere un piano B e magari un piano C. Visto che il modulo di Thiago Motta prevede un trequartista (e la Juve non ha quella tipologia di giocatore, anche se su Adzic le speranze sono tante) è auspicabile che Giuntoli abbia soluzioni alternative rispetto a Koopmeiners. Restare impelagato in una trattativa tanto complicata fino all'ultimo giorno di mercato (magari poi per vederla evaporare) sarebbe esiziale.
La Juventus ha necessità di almeno altri due/tre giocatori importanti. E ha necessità di cedere una intera squadra. Se Chiesa non ci sente di rinnovare va ceduto: non importa a chi. Non si può cominciare la stagione con chi ha altri programmi e resta mal volentieri. Se questo è vero, perché poi Chiesa di dichiarazioni non ne ha – in questo senso – mai fatte.
È una situazione strana. Si è passati dall'euforia iniziale ad una sorta di strisciante pessimismo che francamente sembra non giustificato. Ma che alla lunga potrebbe pesare. È chiaro che la Juventus sta facendo una vera rifondazione. E che non sarà semplice farla, tenendo in ordine il bilancio e conseguendo contemporaneamente risultati sportivi. Il compito di Thiago Motta e Giuntoli, francamente non è semplice.
Non resta che attendere. Sperando che alcuni nodi si sciolgano velocemente. Meglio sarebbe partire con poche certezze piuttosto che con illusioni destinate magari a svanire.
Se n'è andato novantenne Bruno Garzena: il “falco” di Venaria. Ottimo, sbrigativo difensore fu il terzino destro della Juventus che vinse il decimo scudetto della storia: Mattrel, Garzena, Corradi, Emoli, Ferrario, Colombo, Nicolè, Boniperti, Charlse, Sivori Stivanello (poi Stacchini). Juventus stellare, quando la Juventus era in grado di fare la voce grossa. Sul mercato e non solo.
Intanto la Lega (le Leghe) hanno ritirato l'esposto su Gravina accettando di rinviare il nodo federale. Pessima, a mio parere, decisione. Con Gravina al comando il calcio italiano non ha speranze di progredire. E soprattutto: Gravina farà l'impossibile per mantenere la poltrona. Se Casini and company non hanno compreso questo, sono persone che proprio non hanno compreso Gabriele Gravina. Non hanno compreso la sua strategia e la sua “politica”. Eppure da tempo sono costretti a confrontarsi con lui. Gattopardo: l'ho inventato io per Gravina, mutuandolo dal celebre romanzo. Ma a dirlo è stato recentemente Abodi, ministro dello Sport. La metto giù con le parole di una celebre pubblicità del passato: “No, dimissioni di Gravina? No, party”.
Mi chiedo: sulla vicenda, quale è la posizione della Juventus? Io ancora non l'ho capito. Certamente è una posizione “silenziosa”. Che una squadra leader non dovrebbe avere.