L'IMBOSCATA - Il vero problema non è Santoriello, ma consigliabile spostare processo a Milano. Motivazioni fanno acqua da tutte le parti. "Er Collegio der Coni" e gli anti-Juve dichiarati. La linea di Elkann. Superlega minaccia monopolio Uefa
di Andrea Bosco
Il problema secondo i media è “l'odio“ che Ciro Santoriello, pm con ruolo apicale nell'inchiesta Prisma, ha esternato come tifoso del Napoli, nei confronti della Juventus: reiteratamente. La Juventus, per Santoriello, sembra essere una ossessione. Lui come pm è “anti juventino“ e deve anche giudicare sui “ladrocini in campo“. Questo non è Jenny a' Carogna e neppure Ciccilo o' Musicante, indimenticabile jettatore di professione: è un magistrato di chiara fama. Il vero. Ma il vero problema non è, però, e non può essere, Santoriello. Ovviamente appare inopportuno che Santoriello presenzi all'udienza che vedrà presto in aula la Juventus con una ipotesi accusatoria di “falso in bilancio“ . Ma “estraniarsi“, come sembra voglia fare il pm torinese, ricorda la “foglia di fico“ che Silvio Berlusconi da presidente del Consiglio esibiva, quando si deliberavano leggi che erano (anche) a favore delle sue aziende e lui usciva dal Cdm.
Uno degli avvocati della Juventus, Chiappero, ha definito Santoriello persona “colta e professionalmente preparatissima“. Non ci sono ragioni per pensare che Santoriello non lo sia. Così come appare improprio sospettare che un un uomo di legge si possa far condizionare dalla fede calcistica nel formulare un giudizio. Tuttavia, per una mera questione di “opportunità“, considerato che l'impianto accusatorio poggia sulle valutazioni disegnate in primis da Santoriello in collaborazione con suoi due colleghi, lo spostamento del processo da Torino a Milano apparirebbe consigliabile. Per cancellare qualsiasi sospetto di parzialità.
maueroA differenza delle valutazioni di molti colleghi a me sembra (dopo averle lette) che le motivazioni che hanno portato la Procura Federale (sulla base degli atti prodotti dalla Procura di Torino) a riaprire il processo sportivo sulle plusvalenze, facciano acqua. Soprattutto per una ragione: collegare l'aspetto doloso a quello colposo si presenta come una forzatura giuridica. Così, come, aver comminato 15 punti di penalizzazione a campionato in corso con i conosciuti danni economici, essendo la Juventus quotata in Borsa.
La Procura Federale ha agito (tra l'altro solo contro la Juventus) con una tempistica senza precedenti nella storia del calcio italiano. Il presidente dell' Associazione Nazionale Magistrati, Santalucia, ha definito la vicenda Santoriello una “questione da ridimensionare“. E questo fa parte del malcostume dei magistrati italiani: parlare di tutto anche fuori contesto. Il detto “cane non mangia cane“ vige in magistratura come in altre professioni. Ma, ripeto: non è questo il punto. E non neppure lo sono le dichiarazioni (“scherzose“ e quando mai sono “serie“?) di un altro magistrato Vincenzo Cesaro in stile ultras (partenopeo) contro la Juventus, Ronaldo e Andrea Agnelli a proposito della Superlega. Peccato che Cesaro, faccia parte del Collegio di Garanzia del Coni, organismo che dovrà valutare il ricorso presentato dalla Juventus.
Altro giro, altro regalo: questo si chiama Cesare San Mauro, professore alla Sapienza di Roma, anche lui fa parte del Collegio di Garanzia del Coni. Ha postato una confezione di “Ajax“ con la scritta “disinfetta l'ambiente”. E sotto la foto di una formazione della Juventus. Racconterà anche lui che la cosa era “scherzosa“? Certa gente si diverte così. Sono maggiorenni, sono professionisti, ma si comportano come adolescenti. O forse no: il “tifo“ è una bestia pericolosa. Una pantegana che divora il buon senso.
Sentito Paolo Bonolis? Bonolispensiero (interista): “Perché l'Inter dovrebbe giocare la Coppa Italia contro la Juve? Se con dolo ha falsato il campionato, con dolo egualmente e simmetricamente ha falsato la Coppa Italia : ergo.... “ . Bonolis dice di non “capire“. Ma noi “capiamo“. Da anni lo “capiamo“. Il professor San Mauro è stato denunciato per violenze psicologiche alla moglie e alla figlia di 10 anni. Lui ha negato l'accaduto che gli è stato attribuito . Ma questi sono fatti suoi. Fatti nostri è viceversa la circostanza che il Collegio di Garanzia del Coni sia infarcito di gente che detesta la Juventus. Come li selezionano? Se non sputano veleno sulla Juve, non li prendono nella consorteria? E' il Coni, bellezze. Anzi: “er collegio de garanzia der Coni“
“Er più pulito c'ha la rogna“ spiegava il senatore Evangelisti ai membri della sua corrente andreottiana. E questi? Useranno acqua e sapone, questi?
Non mi soffermerei invece su un altro magistrato, sempre fronte Coni, che per alcuni mesi, aveva fatto parte (anni fa) della dirigenza del Napoli . Marcello De Luca Tamajo (questo il suo nome) risulta essere un professionista dall'esemplare curriculum.
Ora, potrà sembrare alla tifoseria che si stia chiudendo ai danni della Juventus un vero “complotto“. La contemporaneità dell'azione della Procura Federale sul fronte plusvalenze, su quello ancora da esaminare relativo agli stipendi, saldati con quello dell'inchiesta torinese “Prisma”, con l'assenza di altri “colpevoli“, con la latitanza inspiegabile delle altre procure italiane sull'operato dei club di serie A, di serie B e di Lega Pro non ha contribuito alla serenità dell'ambiente.
Così come non ha contribuito ad un clima di “accettazione“ dei verdetti, la continua fuga di notizie dalla Procura di Torino verso giornali e televisioni. Così come non ha contribuito alla chiarezza il modo nel quale la maggior parte dei media ha ritenuto di affrontare la vicenda. Il “clima“ creato ha riportato al 2006 . E a quel “sentire popolare“ evocato da uno dei giudici del Collegio Giudicante di Calciopoli, Piero Sandulli, sostituito dal “sentimento manettaro“ urlato soprattutto da chi , con la Juventus , ha conti “veri o presunti“ da regolare.
Nel 2006 era da Milano che si sparava a “palle incatenate“. Oggi, nel segno di un ridicolo “Processo alla Juventus“ messo in piedi a Napoli qualche anno fa da magistrati, professori universitari, scrittori, uomini di spettacolo e giornalisti, si è proseguito inseguendo le accuse neppure “velate“ di Aurelio De Laurentiis sull'essere stato “defraudato“ di almeno uno scudetto: quello perso da Sarri, a Firenze, sul divano. Scudetto “arrubbato“.
Ogni giorno così, da oltre un decennio: da quando la Juventus è tornata (e per nove anni di fila ) a vincere. Era “simpatica“ prima , la Juventus . Rammento il compianto direttore della “Gazzetta dello Sport“ Candido Cannavò che ho conosciuto ed era persona perbene, quando scriveva di “rinascimento juventino“ dopo una “purificante stagione“ in serie B. Un rinascimento che a suo parere avrebbe portato la Juventus con i Paro, i Palladino , i Nocerino a realizzare grandissime cose. Non fu così: solo grazie a grandi investimenti e ad altrettanti grandi giocatori la Juventus ha saputo rinascere. Vincendo tanto, probabilmente troppo. Indimenticabili le parole del presidente (nel 2006) del Coni, Petrucci: “Una squadra che vince troppo finisce per far male al movimento“ .
Con la sensazione di un “complotto“ in essere, il popolo juventino sta massicciamente lasciando gli abbonamenti a Dazn e Sky. Si parla di mezzo milione (di disdette) da parte degli abbonati. La rabbia è comprensibile, ma dubito che questa possa essere una forma di "pressione“ sul Palazzo. Certamente ridurre gli introiti televisivi porterà disagi alle casse dei network. Ma alcune cose, con onestà, vanno dette: la galassia Juve, sponsorizza il calcio Nazionale. Il video di Santoriello risale al 2019, con lui a quel convegno a Milano (che non verteva sul calcio, e tanto meno sul “tifo“) erano presenti tra gli altri Piero Sandulli e l'avvocato Grassani che tutela gli interessi del Napoli. Possibile che nessun dirigente della Juventus sia venuto nel 2019 a conoscenza di quel video e di quelle parole? Forse, visto che nel 2016, Santoriello aveva emesso una sentenza a favore del club bianconero, per vicende amministrative, è possibile che la dirigenza della Juve abbia pensato quello che nel 2006 i “tutori“ del giovanissimo John Elkan pensarono quando Guido Rossi fu designato in qualità di “Commissario Straordinario“ in Figc dal governo Prodi: “E' un amico“.
In effetti il professor Guido Rossi, ex consigliere di amministrazione dell'Inter che si installò nel suo ufficio con sciarpa neroazzurra, era un consulente del Gruppo Fiat. Ma non era “un amico“. Era solo un professionista, come scrisse sul “Corriere della Sera“, Ferruccio De Bortoli ricordandolo dopo la morte, “dalle leggendarie parcelle“. Per capire “l'odio“ del giudice Santoriello, basterebbe paragonarlo a quello che qualsiasi tifoso della Juventus prova nei confronti di Guido Rossi: l'uomo che offrì uno scudetto all'Inter, (benché terza classificata in quel tormentato torneo) sottraendolo alla Juventus . Tutto va contestualizzato . E magari spiegato. La Juventus questa volta (a differenza del 2006) ha deciso di difendersi. Ha affiancato al suo collegio di difesa altri due super-esperti in diritto finanziario. Ma resta difficile capire come mai non abbia messo sotto contratto l'avvocato Dupont, l'uomo del caso Bosman , il legale che non ha mai perso una causa e che consigliò l'allora presidente Cobolli Gigli di ricorrere al Tribunale dei Diritti Umani di Strasburgo. Cosa che misteriosamente la Juventus non fece: né allora, né successivamente. Ma stavolta sembra che, “dominus Elkann“, la “linea” sia altra rispetto al 2006. Stavolta non uscirà dal cilindro un Luca Cordero di Montezemolo (Blatter dixit, pubblicamente ringraziandolo) per convincere la Juventus “a non andare al Tar“ . Stavolta presumo che in caso estremo, la Juventus ci “andrà“. Bloccando il campionato. Come minacciò (presidente Carraro) di fare ante Calciopoli il defunto Gaucci, ottenendo alla fine, quello che pretendeva: la riammissione in serie A del retrocesso Catania. Se la serie A da allora è a 20 squadre lo si deve a quella vicenda . Prima era a 18 . E prima ancora a 16. Così, per la cronaca. E ad uso di quanti non ricordano o non sanno.
Non so se la Juventus sia colpevole o vittima di una serie di circostanze che l'hanno fatta sembrare colpevole. Se risulterà colpevole dei reati a lei ascritti, il mio parere è che debba essere giudicata con severità . Ma se i “ reati “ evaporeranno, come altre volte è accaduto , il minimo che si possa chiedere è che i magistrati che si sono spesi con zelo , rispondano del proprio operato. Non che ( eventualmente ) pretendano che “o' passato“ debba essere “scurdato“ .
In ogni caso, stante lo sfacelo che da almeno un ventennio vede il calcio italiano dibattersi tra problemi economici e scandali di ogni tipo, la questione non potrà essere archiviata dal governo, sbattendo la sporcizia sotto al tappeto. Per due volte consecutive l'Italia è stata esclusa dal Mondiale. L'appeal del suo prodotto calcistico è diventato uno dei più bassi in Europa. La Federazione e la Lega sono sinedri dove volano coltelli e si somministrano veleni. Una legge che vieti ai club di spendere più di quanto in una stagione incassino non è mai stata fatta. Le plusvalenze (che, lo rammento, sostituirono le comproprietà) si sono rivelate un flop che ha portato all' attuale sfacelo. Con il sospetto che una Federazione inadeguata , il cui presidente è stato eletto con una maggioranza bulgara di oltre il 90% dei consensi, che non ha mai fatto una sola delle riforme che aveva annunciato, che siede dove siede con i voti maggioritari dei dilettanti che nel bizzarro sistema elettorale della Figc (ma qualcuno lo definirebbe in altro modo) pesano più di quelli dei professionisti, che si avvale anche dei voti degli allenatori, degli arbitri, del sindacato giocatori (prossimamente chissà, anche di quelli dei magazzinieri), che governa come un cacicco, abbia mutuato l'orrendo slogan delle Brigate Rosse: “Colpirne uno per educarne cento“. Colpire la società di maggior prestigio, non potendo colpire l'intero sistema calcistico italiano, pena la desertificazione pallonara nazionale.
Ma prima o dopo i conti con la realtà, la Figc dovrà farli: l'ombrello dell'Uefa (e dell'Eca) non la proteggerà all'infinito . I tre club aderenti al progetto Superlega (Barcellona, Real Madrid e Juventus ) non demordono. E dal tribunale di Madrid hanno ricevuto un assist. Ora il progetto, dalle 14 società iniziali, si è allargato a 60/80 club. L'idea è quella di sottrarre il calcio al monopolio dell'Uefa. Che le risorse le suddivide con personalissimi criteri. La battaglia sarà lunga: Ceferin presidente Uefa conta su molti amici. In Gran Bretagna soprattutto, in Francia, nel mondo (gli amici di Ceferin, sono quelli del presidente Fifa , Infantino) e in Spagna dove l'eminenza grigia Tebas presidente della Liga è tra i più fieri oppositori del progetto Superlega. Tuttavia , la sperequazione è talmente ampia, la forbice così smisurata, da non consentire mediazioni: una Superlega già esiste e si chiama Premier. Che grazie agli introiti televisivi, alle agevolazioni fiscali, al fatto di agire in un Paese che con la Brexit sta al di fuori dell'Europa, può contare su risorse smisurate. Un minuscolo club della Premier può avvalersi di potenzialità economiche che Juventus, Inter, Milan Napoli, Roma si sognano . L'esodo dei campioni dalla serie A è sotto agli occhi di tutti. Prossimi ad uscire Skriniar, forse Vlahovic, Rabiot, Di Maria, Leao. Alcuni ipotizzano anche i due gioielli del Napoli Osimeh e Kvaratskhelia che consentirebbero a De Laurentiis plusvalenze mostruose, oltre alle risorse che arriveranno da uno scudetto (meritato) sempre più probabile e da una Champion's che potrebbe riservare al pubblico partenopeo altre gioie .
Zaniolo è già andato in Turchia. Perché anche in Turchia hanno presentemente più risorse delle indebitate società italiane. Offerte sono state presentate per Chiesa e Lautaro Martinez. Mala gestione: il Covid ha messo un carico da undici. Una Federazione gattopardesca e una Lega litigiosissima ne hanno messo altri. Ma uno ne ha messo anche un Coni estremamente “manzoniano“ . E una briscola alta l'ha esibita un governo disattento sulle questioni sportive, in generale. Calcistiche in particolare . In Parlamento ci si “interroga“ magari per un gol annullato, mai per i bilanci disastrati delle società . Mai per le fasulle fidejussioni presentate. Mai per i rapporti “opachi“ tra politica e imprese.
Reduce da un viaggio in Gran Bretagna ospite di De Zerbi, l'amico Michele Criscitiello ha scritto, cosa dovrebbe fare il calcio italiano . Come dovrebbe operare. Ma Criscitiello lo sa meglio di me : prima devi fare piazza pulita dei gattopardi che da decenni infestano il palazzo del calcio . Quelli che hanno sempre finto di “ cambiare “ per non cambiare di fatto un accidente .
Comunque vada a finire la complicata vicenda che vede in sofferenza la Juventus, senza un vero cambiamento, senza vere riforme, senza protagonisti diversi da quelli attuali, niente cambierà . Si indosserà magari un altro abito . Ma come spiegava un celebre film della Milano da bere : “ Sotto il vestito, niente “ .