L'IMBOSCATA - Dalla Finale di Europa League due giocatori essenziali per la ricostruzione Juve. Colpi, cessioni e qualche dubbio. "Traditori" nello spogliatoio bianconero. Caso Inter, il silenzio inquietante della Procura
Ora è ufficiale: Thiago Motta non rinnoverà il suo rapporto con il Bologna. Significa che sarà lui il nuovo allenatore della Juventus? Lo dicono e lo scrivono da mesi, cosa che alquanto ha infastidito Max Allegri e che certamente ha contribuito alla sua maleducata esplosione dopo la finale di Coppa Italia. Ma fino a quando non ci sarà la comunicazione ufficiale, Thiago Motta resta una ipotesi. Certamente più che una suggestione per la Juventus, ma non ancora una certezza. Io lo dico senza perifrasi: ho rispetto per lo splendido lavoro di Thiago Motta. Ma se avessi potuto scegliere io, avrei fatto un tentativo per Gasperini. Al quale vanno i complimenti per la conquista della Coppa Uefa. Ora nessuno potrà più rinfacciargli di non aver mai vinto un trofeo. Per come la vedo io, vincere una coppa continentale a Bergamo, è estremamente più complicato che vincerla a Madrid o a Manchester. L'impresa dell'Atalanta certifica anche quanto imprevedibile possa essere il calcio. "Un mistero agonistico" spiegava Gioanbrerafucarlo. Non una scienza esatta. E non solo per i capricci della Dea. L'Atalanta che asfalta il Bayer Leverkusen del celebratissimo Xabi Alonso, la cui squadra non perdeva dai tempi nei quali Berta filava, è la stessa messa sotto dalla Juventus del criticatissimo Allegri.
Il bello del calcio è questo: la Juventus non aveva il pronostico dalla sua. Neppure l'Atalanta lo aveva contro il Bayer. Eppure i due risultati sono in qualche modo speculari e testimoniano di quanto il calcio possa essere – in una gara secca - non pronosticabile. Un torneo è vinto sempre dalla squadra più forte. Una partita può essere incamerata dall'Amburgo di turno, anche se tu puoi schierare con Platini anche Bettega e Paolo Rossi, fallendo la conquista di una Champion's che tutti davano per scontata.
In Atalanta – Bayer ho visto due giocatori che sarebbero essenziali nella ricostruzione della Juventus: Ederson da una parte e Xhaka dall'altra. Un tuttocampista, moto perpetuo (a mio parere più utile di un Koopmeiners) e un regista che da ragazzino la Juve aveva seguito, salvo lasciarlo andare per motivi imperscrutabili. Anzi no: scrutabilissimi. Erano stagioni nelle quali giocava Xabi Alonso che andava da Liverpool a Madrid, mentre a Torino, nonostante un contratto pre-firmato, su precisa richiesta dell'allenatore di allora, al posto del raffinato regista arrivava un rude mediano danese: Poulsen.
È il centrocampo il settore da cambiare e migliorare. Prima o dopo verrà sciolto il “nodo” Pogba. Dal canto suo Spalletti ha sciolto il nodo Locatelli, non convocandolo per pre-europeo. Spiace per un giocatore attaccato alla maglia che alla Nazionale teneva e che ha pagato una annata mediocre, penalizzato anche dal fatto di venire impiegato in un ruolo non suo. Raramente i geometri riescono a fare gli architetti. Spalletti ha convocato Fagioli, nonostante il giocatore per le note vicende ludopatiche sia rimasto ai box per una stagione: segno che il ct della Nazionale crede nelle potenzialità del giovanotto. Che dovrà essere uno dei pilastri della Juve che verrà.
Si chiude con Juventus – Monza e sarebbe il caso che la Juventus non avesse davanti al proprio pubblico i cali di concentrazione inaccettabili presentati a Bologna. Il pirotecnico pareggio di Bologna non deve trarre in inganno: dopo aver dominato, il Bologna ha tirato i remi in barca fino a farsi raggiungere. Io sono consapevole degli errori confezionati nel corso della stagione da dirigenti e allenatore. Ma sono anche persuaso che parte della truppa abbia dopo la gara contro l'Inter al Meazza, “tradito”. E chi tradisce deve abbandonare la trincea. Perché chi tradisce una volta è propenso a farlo ancora.
Dice che potrebbe arrivare Di Gregorio, come secondo portiere e Perin potrebbe lasciare: francamente non mi sembra una grande idea. Così come non sarebbe una grande idea (a mio modesto parere) l'eventuale cessione di Huijsen. Io gradirei che i giocatori prima di accantonarli venissero valutati almeno per una stagione. Altrimenti va a finire come con Dragusin, ceduto per un piatto di lenticchie al Genoa e che ora – si vocifera - potrebbe dall'Inghilterra tornare a Torino. Dice che alla Juventus piaccia tanto Calafiori: buon giocatore che magari se arriverà Thiago Motta, potrebbe seguirlo. Sempre che il Bologna sia del parere di cederlo. E che il Bayern di Monaco non metta sul piatto una cifra che la Juventus non potrebbe pareggiare.
Ci sono giocatori della Juventus che proprio non vorrei più vedere in rosa la prossima stagione. Non faccio i nomi: è noto chi ha deluso. È noto che ha “tradito”. Una rinfrescata è urgente. Poi se i giovani che si sono messi in vista a Frosinone serviranno per fare cassa, dovranno – obtorto collo - essere ceduti ce ne faremo una ragione. Ma Huijsen per favore no: sarebbe una idiozia. E trovo sia una bella notizia il rinnovo di Cambiaso fino al 2029. Altri annunciati rinnovi, non mi convincono.
Ma forse il vento sta finalmente cambiando. La Juventus che “impugna” il “lodo Ronaldo” mostra i muscoli a una giustizia che procede indegnamente a due velocità.
Mentre la “rosea” si lecca le ferite per aver fatto una pessima figura sul fronte Inter e sulla “solidità” di Zhang (fine corsa per lui) e mentre Beppe Severgnini invoca (giustamente) la presidenza per Beppe Marotta (se lui dovesse andarsene, crollerebbe il castello dei neo campioni d'Italia) il silenzio della Procura Federale sul “caso Inter” è inquietante. Per il calcio italiano. Se Chinè, finora, ha avuto un solo fremito, significa davvero che il calcio nazionale è gestito come una satrapia, dove ci sono figli e figliastri. E dove l'Atalanta con i suoi conti in ordine, il suo stadio proprietà, la sua esponenziale crescita, rappresenta un dito in un occhio, per quanti i conti in ordine non hanno, al pari di uno stadio di proprietà.
Resto del parere che fino a quando il calcio italiano resterà ostaggio di Gabriele Gravina le cose non potranno migliorare. Il governo (il ministro Abodi lo ha ribadito) sembra intenzionato a metterci le mani. Ma potrà fare poco fino a quando il calcio dei professionisti sarà legato a quello dei dilettanti e la burocrazia federale sul fronte dell'elezione del presidente resterà intatta come da anni sta accadendo. Ha spiegato Calvo che la riduzione del numero delle partecipanti al campionato di serie A, stante l'aumentato numero di gare a livello internazionale, sarà inevitabile. Sono davvero curioso di vedere come andrà a finire, in un mondo, dove forti sono le spinte per - non diminuire - ma per aumentare il numero delle partecipanti. Si chiama, “divisione della torta”.
In ogni caso, tra poco è finita. Resta da capire come finirà la finale di Champion's tra Dortmund e Real. Difficile che Ancelotti si faccia sfuggire la Coppa dalle grandi Orecchie. Ma il calcio è imprevedibile e strano. Ti aspetti Vinicius e Bellingham e magari sulla ruota della fortuna esce il nome di Sancho. Quel tipo “irregolare” che mortifica con tunnel in allenamento anche i compagni di squadra.