MOGGI: "Juve, è tornata la grinta di un tempo"
Luciano Moggi, nel corso della trasmissione condotta da Pippo Franco “Ieri, Moggi e domani” co-produzione tra Prima Rete Lombardia e Gold Tv in onda tutte le domeniche su GOLD TV e TELECOR digitale terrestre (canale satellitare 856 Sky) ha commentato come consuetudine la giornata di campionato, approfondendo l’argomento SCIOPERO dei CALCIATORI che tanto tiene banco in questi giorni.
JUVE – E’ TORNATA LA GRINTA DI UN TEMPO.
“Dopo la dura prestazione di coppa su un campo impraticabile dove non si vedevano nemmeno le strisce ci si aspettava una squadra bianconera in difficoltà fisica, ma quest’anno la Juventus ha dimostrato di aver ritrovato quella convinzione, quella voglia di lottare da sempre presente nel suo DNA che le era mancata negli ultimi anni. Senza più l’impegno europeo poi, se continua così potrebbe anche fare meglio della Roma e dell’Inter e lottare insieme anche alla Lazio per il secondo-terzo posto.”
MILAN – C'E' ANCORA QUALCUNO CHE NON CONSIDERA IBRA UN UOMO SQUADRA?
“C’è ancora qualcuno che pensa che Ibrahimovic non è un uomo squadra? Regala assist strepitosi per i compagni, segna goal di pregevole fattura. Purtroppo per gli avversari Ibrahimovic adesso ce l’ha il Milan. La storia degli ultimi campionati ce l’ha insegnato: dove gioca Zlatan è scudetto sicuro! E Allegri sta facendo davvero bene, ma non è una sorpresa per me.”
ROMA – DE ROSSI, CHE BRUTTO GESTO!
“La squadra giallorossa a Verona ha giocato un primo tempo davvero da grande squadra con grande agonismo, ma nella ripresa si è presentata davvero molle. Non è la prima volta che la Roma alterna il proprio rendimento in maniera così evidente. Nonostante i 2 goal di vantaggio alla fine la squadra giallorossa ha addirittura rischiato di perdere. Se non ricomincia a vincere, il Milan scapperà via definitivamente. E attenzione alla Juve. De Rossi? Che brutto gesto, da un campione certe cose non le accetto.”
INTER– CHE ERRORE VENDERE BALOTELLI E NON MILITO!
“La sconfitta di venerdì sera non è stata una sorpresa, l’Inter ormai è arrivata a fine ciclo. La posizione di Benitez adesso si è fatta davvero scomoda. Il silenzio di Moratti deve mettere in allarme, secondo me sta già pensando a qualche soluzione alternativa in panchina. L’Inter è fuori dalla lotta scudetto ma gli errori sono anche a monte: da vendere era assolutamente il più che trentenne Milito, dalla cui cessione si sarebbero potuti incassare tantissimi soldi, e non il giovanissimo Balotelli sul quale si doveva costruire invece l'Inter del futuro.”
SCIOPERO CALCIATORI – NO ALLA CESSIONE UNILATERALE, SI AGLI ALLENAMENTI DIFFERENZIATI
“Quando un giocatore non è più gradito in una squadra di calcio dovrebbe esser lui stesso a capire che la soluzione migliore è quella di andare via. I calciatori non sono dipendenti qualunque perché sono dei privilegiati che guadagnano tantissimi soldi e se un dirigente decide di farli allenare a parte perché non interessano più o hanno rifiutato una cessione vantaggiosa, il calciatore dovrebbe accettare la cosa. Io ho preso un capo d’imputazione al processo GEA perché hanno detto che ho fatto violenza privata ad un giocatore che volevo mandare via perché l’allenatore mi aveva chiesto di allontanarlo dal gruppo per il bene della squadra. Bisogna assolutamente trovare un punto d’accordo tra le parti, perché non è comunque giusta nemmeno la cessione unilaterale.”
ODDO - "NON E' UNA QUESTIONE ECONOMICA MA DI RISPETTO DI DIRITTI UMANI"
Nel corso della trasmissione è intervenuto in diretta Massimo Oddo, portavoce dei calciatori che però a titolo personale ha voluto specificare ”normale che così tanta gente sia contro questo sciopero, ma forse perché non ne hanno compreso i veri motivi. Non è un discorso economico, ma di diritti umani. I contratti si firmano sempre in due e non si può accettare di esser discriminati in gruppetti differenti di allenamento o esser venduti in maniera unilaterale. Personalmente comunque, pur essendo un calciatore, non sono d’accordo nemmeno io con lo sciopero, perché avrei cercato una soluzione alternativa e non la guerra con le società. ”