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TJ - BERNARDESCHI: "Juventus società meravigliosa, è uno stile. Un giocatore diventa speciale in quel contesto. Sousa fondamentale per la mia crescita"

02.11.2018 19:29 di  Redazione TuttoJuve  Twitter:    vedi letture
LIVE TJ - BERNARDESCHI: "Juventus società meravigliosa, è uno stile. Un giocatore diventa speciale in quel contesto. Sousa fondamentale per la mia crescita"
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© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport

Questa sera, venerdì 2 novembre, alle ore 19.30, su Sky Sport Serie A, appuntamento con “I Signori della Serie A”, il programma dedicato ai personaggi emergenti del nostro campionato. Protagonista di questa puntata, il talento della Juventus Federico Bernardeschi, con un’intervista esclusiva che andrà in onda, in secondo passaggio, anche alle 23.15, sempre su Sky Sport Serie A.Ulteriore appuntamento domani, sabato 3 novembre, alle ore 14, ancora su Sky Sport Serie A.

Tuttojuve.com sta riportando l'intervista integralmente 

Il calcio per te cos’è?

Il calcio è passione, il calcio è voglia, il calcio è tutto, per me il calcio è la mia vita. Quindi, devo dire che sono veramente fortunato perché, comunque, fare della propria passione il proprio lavoro è un qualcosa di molto speciale e di molto bello che, purtroppo, non tutti hanno la possibilità di fare.

Paulo Sousa?

Sono fortunato ad averlo avuto, ma io mi ritengo fortunato ad aver conosciuto la persona. Perché poi l'allenatore sai deve fare delle scelte è normale. Però io mi ritengo fortunato di aver conosciuto una persona così. Mi ha sempre detto e mi ha dato un grande insegnamento che mi porterò dietro per tutta la vita, mi ha detto di avere molta stima di me, mi ha detto di investire molto su me stesso. È questo mi ha fatto scattare una scintilla dentro e ho incominciato a pensarci e a ragionarci sopra. Questo è stato un grande insegnamento perché da quel momento in poi ho iniziato davvero ad investire su di me. Dalla mia testa, al mio corpo, al sacrificio, alla determinazione, alla voglia e questo credo che in un calciatore sia fondamentale.

E la Juventus cos’è?

La Juventus è una società meravigliosa, è uno stile, che della sua mentalità ha fatto la propria fortuna, che ha raggiunto traguardi veramente importanti negli anni e credo che un giocatore alla Juventus diventi qualcosa di speciale in quel contesto.

È stata dura all’inizio non giocare? Come vivevi quei momenti?

Assolutamente, li ho vissuti in maniera molto serena e molto tranquilla perché, comunque, sono entrato in una società di grandi valori, dove la sua storia parla per lei. Quindi, veramente, è qualcosa di particolare entrare nel mondo Juventus e credo che ogni giocatore deve fare un percorso di crescita, di maturazione, per poi entrare a far parte definitivamente del mondo Juve. Credo questo sia normale per un giovane quando arriva in una grande società. 

Quando hai sentito questo passaggio dentro di te?

Mah, è stata una crescita abbastanza continua. Però, devo dire che negli ultimi mesi, soprattutto nell’ultimo anno, c’è stato un qualcosa di veramente che mi ha fa fatto fare quel passo in più, anche a livello di testa. Ho sempre lavorato molto sulla mia testa, sulla mia mentalità, e questo credo che abbia portato dei frutti e li sta portando.

Non avere ruolo fisso in campo significa libertà per te?

Sì, può significare libertà. Devo dire che sono contento di questo, credo che nel calcio moderno sono convinto che un calciatore debba saper coprire più ruoli. Il calcio è cambiato, c’è più atletismo e dinamicità e questa è una cosa che nel campo la vedi e la senti. Quando un giocatore ha la fortuna di saper ricoprire più ruoli credo che sia importante, perché dai delle soluzioni in più al mister, alla squadra e ai compagni e questo a me fa molto piacere. Ciò è determinante all’interno di una squadra, poiché dai delle soluzioni in più all’allenatore e ai tuoi compagni. Perciò, mi fa piacere rendermi utile.

Tu in che ruolo giocheresti?

A me piace giocare a calcio, quindi l'importante è giocare ed esprimere quello che ha dentro. Esprimere la propria passione e il divertimento che secondo me è una cosa fondamentale. Devi saperti divertire quando giochi a calcio e io devo dire che mi diverto molto. Quindi dove gioco è uguale. L'importante è giocare. Credo che siano i valori più importanti di questo sport. Quando giochi devi saperti divertire e io mi diverto molto. Perciò, non è importante dove, ma giocare.

La tua crescita...

"Credo che ci sia stata soprattutto una scoperta di me stesso, della mia essenza del mio essere uomo. Che comunque credo arrivi ad un'età giusta ad una maturità giusta e credo che sia veramente la cosa più importante nella vita: essere un uomo. Essere un uomo integro soprattutto al di là della professione e al di là di quello che si fa. Credo che alla fine il motivo principale di raccontare la propria storia è il definirsi uomo. Credo che una persona si senta appagata quando si sente uomo e questo per me è molto importante. Purtroppo lo sviluppo è arrivato un po' tardi per me. Però devo dire che quelle cose del mio passato mi hanno veramente fortificato e mi hanno veramente fatto lavorare per un unico obiettivo: quello di diventare calciatore. Il problema al cuore è stato veramente un momento difficile. Addirittura mi avevano detto che forse non avrei più potuto giocare a calcio. Quindi per me è stato veramente una botta forte. Però devo dire che anche li non mi sono dato per vinto e ho sempre creduto in me stesso. Ho sempre creduto di poter risolvere il problema. È questo per me è stata una grande fortuna. 

Si può piangere anche per il calcio

Penso che sia normale, poiché investi la passione, il tempo e i sacrifici per questo sport. Quando non riesci a raggiungere gli obiettivi che ti eri prefissato, o quando le cose vanno male, è necessario fermarsi per poter, poi, andare oltre, superando quel momento. In questi casi sì, si può piangere per il calcio. È necessario, però, lavorare anche su sé stessi, sulla tua testa e sulla tua mentalità. Fa parte del gioco e credo che sia molto bello.

C’è un risultato, o una partita, che ti ha fatto piangere

Quando purtroppo siamo stati eliminati dall’Europeo Under 21 (giugno 2017, semifinale Spagna-Italia 3-1, ndr). Ci tenevo molto. Lo stesso, quando siamo usciti con la Germania nell’Europeo francese con Conte. Sono cose che ti toccano particolarmente. Ovviamente, c’è da metterci anche la delusione di aver mancato l’ultimo mondiale.

Cosa sono i tatuaggi per te? Cosa rappresentano?

E' qualcosa che rimane sulla pelle, mi piace e tatuarmi la storia sulla mia pelle mi piace. Ognuno ha la sua idea e le sue conoscenze. L'Ave Maria rientra nel mio progetto di fede, il numero 13 è un progetto di fede, qualcosa di speciale che andava tatuato sulla mia pelle e sempre lo sarà. Sul braccio sinistro c'erano cose che non sentivo più mie, coperte ora e amalgamate con la mia storia. Questo fa parte della mia storia e crescita. Ho delle simbologie, riguardanti le persone a me più care che mi hanno sempre aiutato. Inoltre tutto questo è per aiutarmi a ricordare ad essere un uomo eretto e integro. La schiena è un capolavoro: sono orgoglioso di essermi fatto due angeli custodi che mi proteggono e vigilano su di me sempre. Questo mi dà forza e coraggio. Ci sono poi armature di gladiatori, rappresentazioni della Chiesa. E' tutto mischiato e diviene la mia storia. Il guerriero è il mio spirito, lottatore, ma gentile e sempre con un fiore in mano.

Ti saresti tatuato il 10?

No, è importante e l'ho indossato con orgoglio a Firenze. E' un numero particolare in Italia, da portare con fierezza e responsabilità. Da noi ce l'ha Paulo e lo porta bene.

Cosa pensi di Dybala?

E' un talento del calcio mondiale su cui fare affidamento e bello con cui giocarci.

Cosa sono i viaggi per te?

Una passione di vita, che voglio mantenere. Quando fai un viaggio che ti emoziona scopri te stesso, la tua essenza. Togli i comfort, conosci te stesso e nuove culture. Apri te stesso e scopri che il mondo è veramente meraviglioso. Spero di esplorarlo tutto. Bali è stato il mio primo vero viaggio. Ho capito l'essenza del viaggio. Mi sono appassionato ancor più ai viaggi che ho fatto e farò. Vedere gente sorridente e felice nel mondo, anche avendo di meno, capisci come amino la vita. Ho fatto poi un meraviglioso safari. Amo gli animali, vedere come vivono a casa loro è fantastico, ho avuto un vecchio Masai come guida che mi ha lasciato dentro tanto nel mio bagaglio di vita. Questa è la vera essenza del viaggio.

Dopo il Mondiale mancato sei andato negli USA.

E' stata una grande delusione, avevo bisogno di staccare. Mi sono emozionato, alla Moon Valley ho conosciuto un indiano che salutava a ogni tramono il sole. Era toccante, ho pianto. Sono cose che ti arricchiscono.

Piangere cosa vuol dire?

A volte la vita ti presenta conti inaspettati. E' una cosa bella, mi è successo ed è uno sfogo. Sono orgoglioso, non bisogna tenersi dentro ansie e paure che tutti abbiamo. Bisogna capire cosa abbiamo bisogno.

La musica quanto conta per te?

E' una passione, la musica esprime la propria vita, emozioni. Sono appassionato.

Come ti vedi a fine carriera?

Spero di essere un uomo su cui si possa contare in famiglia. Sono in esplorazione, ogni giorno conosci qualcosa di nuovo. Mi vedo come scopritore del mondo.

Come lo rappresenteresti Ronaldo?

Cristiano è il numero uno, si rappresenta da solo.

Con uno come lui vengono dei dubbi a presentarsi?

No, perchè con tutto ciò che ha vinto ha mantenuto un'integrità pazzesca. E' un esempio.

Che tatuaggio sarebbe la Nazionale?

Orgoglioso. Di qualità ce n'è, stiamo ripartendo e stiamo conoscendo il mister e viceversa.

Mattarella ha detto che spera che il suo successore spera che festeggi Qatar 2022. Troppo amore o ambizione?

Ci deve essere l'ambizione. Il percorso è lungo, ma l'Italia ha qualità e lavora. Non dobbiamo piangerci addosso, dobbiamo far appassionare la gente alla Nazionale Italiana, è un obiettivo.

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