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Lo spirito di Campagna: "Bisogna restare uniti, ci dobbiamo stringere intorno a Igor e alla squadra. Motta? Ci siamo sentiti, è consapevole che dovrà crescere ancora"

27.03.2025 14:30 di  Mirko Di Natale  Twitter:    vedi letture
ESCLUSIVA TJ - Lo spirito di Campagna: "Bisogna restare uniti, ci dobbiamo stringere intorno a Igor e alla squadra. Motta? Ci siamo sentiti, è consapevole che dovrà crescere ancora"

La redazione di TuttoJuve.com ha contattato telefonicamente, in esclusiva, il commissario tecnico del settebello di pallanuoto, Sandro Campagna, per parlare approfonditamente degli ultimi avvicendamenti in casa bianconera e non solo:

Quanta curiosità c'è nei confronti del nuovo mister Igor Tudor, da poche ore presentato ufficialmente alla stampa?

"Innanzitutto vorrei esprimere il mio dispiacere per Thiago Motta che ho avuto modo di conoscere, è una bravissima persona e secondo me anche un ottimo allenatore. Purtroppo nel nostro mestiere contano tantissimo i risultati e lui lo sa benissimo, ma anche un po' l'atmosfera creatasi e che ha indotto la società a prendere questa decisione. Tornando a Igor Tudor, è stata scelta una persona che incarna benissimo il Dna juventino e ha davvero molta grinta, una qualità che serve tantissimo a questa squadra".

Tempo fa, in un'intervista rilasciata ai colleghi della carta stampata, dicesti di credere moltissimo in Thiago Motta e ti auguravi che non facesse la fine di Carlo Ancelotti. Ahimè, per lui, non è andata proprio così.

"Qualche errore lo ha fatto, ma ci credo tutt'ora. E' un professionista appassionato e curioso, l'altro ieri ci siamo sentiti ed è consapevole di dover ulteriormente crescere. Ed è una cosa che gli dissi anche a cena, specificandogli che a 41 anni commettevo degli errori che non facevo a 61. Gli sbagli commessi fanno parte del percorso di miglioramento, il fallimento nello sport deve esser visto come un'opportunità di crescita personale. Mi dispiace da tifoso juventino che questa stagione sia andata così, ma resto convinto che farà un'ottima carriera da allenatore".

Potrebbe rivelarsi un rimpianto alla lunga, un po' come lo è tutt'ora il già citato Ancelotti?

"No, perché le scelte vanno sempre fatte sul momento e non a posteriori. La società ha pensato fosse necessario questo per raggiungere l'obiettivo minimo del quarto posto, non è che la decisione avviene a freddo e quindi con più tempo a disposizione per ragionare. Per tirar su la squadra, evidentemente c'era bisogno di un altro allenatore".

Sappiamo che con la pallanuoto c'è qualche differenza di fondo, ma a memoria ti è mai capitata una situazione simile a quella che sta vivendo oggi la Juventus?

"Nell'ultimo periodo con la Grecia, tra gli Europei di Malaga e le Olimpiadi di Pechino del 2008, non furono ottenuti dei grandi risultati. Quel momento l'ho vissuto sulla mia pelle, notavo che la squadra non rispondeva e c'era il rischio che la squadra si spezzasse. Così arrivò una svolta. Sapete come? Con un comportamento opposto a quello di molti altri allenatori. Decisi di mettermi sullo stesso piano dei ragazzi e di provare a capire che cosa non  stava funzionando. Eravamo già fuori dal giro medaglie, ma alla fine guadagnammo il settimo posto e non il dodicesimo".

Dunque senza quel tuo passaggio, il risultato finale sarebbe stato diverso?

"Non saprei, ogni allenatore deve esser se stesso e non esiste una ricetta universale per tutti. Devi cercare di capire come sono, è soprattutto la loro sensibilità a farti capire come devi porti nei loro confronti. In generale, però, i giocatori apprezzano molto la sincerità, anche se sei un duro vero". 

Tornando a Tudor, pensi che la sua Juve riuscirà ad agguantare l'agognato quarto posto?

"E' l'obiettivo fondamentale, perché senza Champions si allungherebbe il periodo di magra e di non vittorie. Significherebbe anche sacrificare alcuni giocatori per ragioni di bilancio, poi la proprietà non ne vuole sentire anche per via delle ricapitalizzazioni degli ultimi anni. Mi auguro possa riuscirci per la Juve e per il suo bene. In questo momento il popolo bianconero si deve stringere attorno ad Igor e a tutta la squadra, bisogna restare uniti".

Ti piacerebbe una sua permanenza anche il prossimo anno?

"Questo a bocce ferme, non bisogna farsi mai esaltare dai risultati. Talvolta ci sono anche degli allenatori che riescono ad ottenere nel breve e poi si sciolgono alla fine, così come può accadere il contrario. Per me la società ha fatto bene ad avere la possibilità di avere le mani libere dopo tre mesi, se continuare con Igor o con qualcun altro".

Chi, a tuo parere, dei giocatori fin qui giù di condizione, può essere la sorpresa di questo finale di stagione?

"Se il problema è di condizione non penso che possa cambiare molto negli ultimi due mesi, se è psicologico sì in quanto è la testa che dice al fisico cosa fare. Penso che Tudor possa contare su un blocco di 8 o 9 giocatori e su quelli lavorerà, vedremo se Koopmeiners sarà tra questi. Sicuramente dovrà metterci del suo, all'inizio era fuori condizione e poi era fuori ruolo. Ad un certo punto è sembrato anche non impegnarsi più di tanto. Ora ho parlato di un singolo, ma a me interessa sempre il collettivo: è lì che bisognerà migliorare in queste ultime partite".

Si ringrazia Sandro Campagna per la cortesia e la disponibilità dimostrata in occasione di questa intervista.