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Davide Chiumiento: "Non c'è storia tra Juventus e Young Boys, Dybala farà più facilmente la differenza. Finirà 3-0 per i bianconeri. Sul campionato e sul Del Piero svizzero..."

02.10.2018 11:30 di  Mirko Di Natale  Twitter:    vedi letture
ESCLUSIVA TJ - Davide Chiumiento: "Non c'è storia tra Juventus e Young Boys, Dybala farà più facilmente la differenza. Finirà 3-0 per i bianconeri. Sul campionato e sul Del Piero svizzero..."
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© foto di Antonello Sammarco/Image Sport

C'è un unico doppio ex nella storia di Juventus-Young Boys e il suo nome e cognome è quello di Davide Chiumiento. I più giovani forse non se lo ricorderanno, ma il trentatreenne senza squadra - come ci dirà nel corso dell'intervista - era considerato molto promettente ai tempi dei bianconeri tanto è che veniva continuamente accostato ad un certo Alex Del Piero. Non uno qualunque. La nostra redazione lo ha contattato telefonicamente, in esclusiva, per parlare della sfida odierna di Champions e non solo:

La tua ultima esperienza si è conclusa lo scorso anno a Zurigo. Che cosa stai facendo attualmente? Stai cercando una collocazione?

"Attualmente non sto più giocando, lo scorso anno si è conclusa l'esperienza con lo Zurigo e le offerte ricevute non mi hanno soddisfatto. Sono tornato a Vancouver, nel paese natale di mia moglie, e ho voglia di provare a rimettermi in gioco perché sento di poter ancora dir la mia in campo. Nella vita non si sa mai".

E questa sera ci sarà Juventus-Young Boys, tra l'altro sei l'unico doppio ex. Che tipo di sfida ti aspetti?

"Sì è vero, ho giocato le giovanili alla Juve e poi sono andato in prestito qualche anno dopo a Berna. Lo Young Boys è la squadra più forte in Svizzera, ma la Juventus è di un altro livello e non c'è assolutamente confronto. Per i campioni di Svizzera era importante qualificarsi in Champions per il prestigio e per i soldi ricevuti dalla competizione. Mi aspetto un 3-0 per i bianconeri, un altro risultato sarebbe una gran sorpresa. In casa sul sintetico, il Manchester ha vinto abbastanza agevolmente".

Che insidie potrebbe trovare la Juventus contro un avversario che ha affrontato negli anni '60 e in amichevole nel 2007?

"Giocando a Torino non vedo grosse insidie, ma è sempre una partita da giocare. Conosco molto bene il loro allenatore Gerardo Seoane, che ha fatto un gran bene a Lucerna, perché ha giocato con me tre anni proprio in quel club. Non ha esperienza in Champions, ma a livello tecnico-tattico è tra i migliori in Svizzera. Allena una squadra che ha dei giocatori conosciuti come Hoarau, ex Psg, che segna sempre in Svizzera e Sulejmani che fu uno dei colpi più onerosi dell'Ajax. In difesa c'è grande esperienza con Von Bergen, ma contro la qualità offensiva della Juventus non c'è storia".

Quindi tenendo fede all'ultima frase e al risultato pronosticato, l'avversario della Juventus di domani è la Juventus stessa?

"Sì, esatto. Pur senza Cristiano è una Juve fortissima e non credo che in campo cambierà qualcosa".

Tornando al match, ti aspetti che siano Dybala e Bernardeschi i protagonisti di un match che sembra già scritto in partenza?

"Non ho presente come si schiererà la Juventus in campo, ma un giocatore forte che mancherà allo Young Boys è Mbabu che ha esperienza in Premier ed è molto importante a livello di resistenza in quanto è un gran corridore. Ci sarà Benito che è fisicamente molto forte, ma contro Bernardeschi o Cuadrado sarà molto dura per lui. Su Dybala posso dire che è fortissimo e che mi piacerebbe vederlo di più, lui fa sempre la differenza e contro gli svizzeri sarà più facile che avvenga rispetto ad altri club".

Lo Young Boys è un po' la Juventus della Svizzera, nel senso che in patria sta dominando e lo abbiamo potuto notare con il 7-1 rifilato al Basilea. Che cosa ci puoi raccontare di questa squadra?

"In Svizzera la situazione è cambiata, perché il Basilea dominatore per diversi anni è stato spodestato dallo Young Boys che è riuscito a vincere lo scudetto dopo vent'anni. Finalmente stanno lavorando molto bene, il direttore sportivo Spycher lo conosco ed effettua acquisti mirati potendo disporre di un budget di partenza importante. A differenza del Basilea, che ha cambiato tanto e sta pagando un po' il rinnovamento".

Stai seguendo il campionato italiano? Che ne pensi della Juventus in Europa?

"Ho la fortuna di poter seguire la maggior parte degli incontri italiani su un nuovo servizio di video streaming che c'è anche in Italia, per cui riuscirò a seguire anche la Champions che si giocherà di mattina. Parlando della Juventus, mi ha stupito moltissimo la forza e l'esperienza dimostrata a Valencia dopo l'espulsione di Ronaldo, è stato impressionante vederla uscire vittoriosa per 2-0. E' una delle candidate alla vittoria finale".

E in ambito campionato?

"In campionato c'è ancora distanza con le avversarie, per me il Napoli lo scorso anno ha sprecato l'unica chance di vittoria che poteva avere. E quest'anno fa fatica in difesa, li vedo prendere troppi gol. Per me la Juve vincerà lo scudetto e lo farà in tempi ancora più brevi del recente passato, anche se squadre come Roma, Inter - che non mi convince ancora tanto -, Milan e lo stesso Napoli si sono rinforzate con acquisti di livello".

Che ricordi hai del periodo trascorso in bianconero?

"E' stato un sogno, mi viene sempre da sorridere quando ripenso a quei tempi. Il primo anno con Gasperini abbiamo vinto il Viareggio, ci siamo ripetuti con Chiarenza e c'erano tanti bravi calciatori che poi hanno sfondato. Ricordo ancora i miei gol nelle finali contro lo Slavia Praga e l'Empoli. E' andato tutto super veloce, anche se la vivevo giorno dopo giorno. A me faceva tanta impressione vedere nello spogliatoio campioni del calibro di Del Piero, Buffon, Nedved, Trezeguet. In prima squadra c'era talmente tanta qualità che ogni volta in allenamento ti stupivi, almeno a me faceva questo effetto".

Eri soprannominato il "Del Piero svizzero", ma non hai mai sfondato alla Juventus. Che cosa è successo?

"Se non ho mai fatto la carriera che dovevo, era evidente che mancasse qualcosa. Ero all'epoca un ragazzo molto semplice come lo sono tutt'ora e mi mancava quell'arroganza positiva che c'è invece in altri calciatori. Mentalmente non ero al livello degli altri, ma qualitativamente mi sentivo più forte di alcuni giocatori che vedo oggi. Il problema non è mai stato dal punto di vista tecnico".

Eppure la Juve ti teneva molto in considerazione da quel punto di vista.

"Alla Juve ho avuto la fortuna di esordire in Champions con il Deportivo, ma ho giocato anche in campionato con l'Ancona. In quel periodo non giocavo per i soldi, venivo da un piccolo paese in Svizzera e volevo soltanto giocare. Ero stupido perché credevo in buonafede a tutti, in tanti se ne sono approfittati e ci ho soltanto perso. A Siena giocavo spesso con Gigi Simoni, ma con il cambio d'allenatore non vedevo più il campo. Provai a parlare a gennaio con la Juventus ma non sentivo molto la vicinanza della società. E i giovani erano considerati diversamente da oggi".

Hai mai avuto qualche rimpianto?

"Sì, uno: quello di lasciare l'Italia. Quando vai via è sempre molto difficile ritornare, anche se ho avuto la fortuna di giocare in Francia nel Le Mans e di tornare poi in patria con una parentesi a Vancouver. Purtroppo ho pagato a caro prezzo gli errori fatti e non sono mai stato consigliato nel migliore dei modi".

Si ringrazia Davide Chiumiento per la cortesia e la disponibilità dimostrata in occasione di questa intervista.