A MENTE FREDDA - Era ora, ma fu vera Juve di Motta?

19.01.2025 17:30 di  Quintiliano Giampietro   vedi letture
A MENTE FREDDA - Era ora, ma fu vera Juve di Motta?
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La domanda sorge spontanea: contro il Milan abbiamo visto la vera Juve di Motta? Presto per dirlo, servono conferme. In realtà i progressi c'erano stati anche a Bergamo, ma contro il Milan si è registrato un ulteriore step, quello più importante. La squadra ha portato a casa il bottino pieno dominando l'avversario soprattutto nella ripresa, dopo il vantaggio non si è fatta raggiungere, anzi addirittura ha raddoppiato. Qualche rischio di prendere gol, ma anche la possibilità di farne altri. Insomma, il 60% di possesso palla finalmente non è stato sterile, come spesso avvenuto nel corso di questa stagione. La crescita è evidente, la squadra sta riducendo molto le criticità palesate nella maggior parte delle gare, grazie a prestazioni  di livello sotto l'aspetto tecnico/tattico e condite da determinazione e cattiveria agonistica. Meglio restare sempre con i piedi per terra, chiaro, ma il salto di qualità sotto il profilo mentale è un altro un elemento da registrare. Necessario per puntare dritti all'obiettivo, alias qualificazione alla prossima Champions League. 

Per la seconda volta consecutiva, la Juve gioca senza centravanti, o meglio con il cosiddetto falso nove, in entrambi i casi Nico Gonzalez. A Bergamo Vlahovic era out, contro il Milan per lui solo i minuti finali, quando il risultato era ormai in ghiacciaia. L'impressione è di vedere una squadra più veloce nella trasmissione della palla senza un punto di riferimento. Magari sarà un caso, o forse no. E' un fattore che suscita inevitabili riflessioni. Motta in effetti predilige centravanti anomali, stile Zirkzee per intenderci. Sul fronte dei singoli due i nomi in copertina. Il primo è Thuram. Ormai il francese è diventato una pedina importante per la mediana bianconera. Al momento inamovibile. Unisce muscoli e tecnica, pregevole la verticalizzazione con cui lancia Weah in occasione del secondo gol. Poi Mbangula. Questo ragazzo sta guadagnando sempre più spazio nelle gerarchie di Motta. Corre come pochi, cross a volontà, insomma crea il panico ai diretti avversari. Meritata la fortuna in occasione del suo gol e, ciliegina sulla torta, il recupero palla che ha generato il raddoppio. Un allenatore non può chiedere di più. Ora la Juve è chiamata a confermarsi, per la prestazione e il bottino pieno. Vincere aiutare a vincere, diceva Conte. A proposito, il prossimo avversario sarà proprio il Napoli capolista, sabato alle 18. Prima però esame belga: martedì si vola in casa del Bruges (club in cui è cresciuto Mbangulka) per la penultima sfida della prima fase di Champions League. Un blitz metterebbe un'ipoteca sulla qualificazione diretta agli ottavi.