QUI MILAN - Conceicao si presenta: "Non c'è tanto tempo per lavorare in vista della Juve. Francisco? A livello professionale sarà un avversario, a casa è mio figlio"

31.12.2024 12:30 di  Niccolò Anfosso   vedi letture
QUI MILAN - Conceicao si presenta: "Non c'è tanto tempo per lavorare in vista della Juve. Francisco? A livello professionale sarà un avversario, a casa è mio figlio"
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Sergio Conceicao, nuovo tecnico del Milan, si è presentato in conferenza stampa verso la sfida contro la Juve.

Quanto è importante il suo orgoglio e quanto sarà importante poi San Siro ed i suoi tifosi?
"Sono orgoglioso. è un piacere per me venire a lavorare in una squadra così importante. Per me è un piacere, un orgoglio, un passo in avanti nella mia carriera e di quella del mio staff. I tifosi sono l'anima del club. Senza di loro è difficile vivere e crescere, e noi dobbiamo rispettare questi valori ed in questo senso lavorare e dimostrarci essere all'altezza del Milan. Se sono qua non è un buon segno, significa che qualcosa non è andata bene. Non c'è tanto tempo per lavorare sulla partita contro la Juventus. Non ci lamentiamo, non cerchiamo scuse". 

Quali sono i concetti sui quali andrà a lavorare? Ha già sentito suo figlio?
"Ho cinque figli che sento tutti i giorni. Francisco a livello professionale sarà un avversario, a casa mio figlio. Noi possiamo cambiare sistema, dopo c'è tutto lo spirito e la mentalità della qualità, che questa non è negoziabile. Questa fame di arrivare a fine partita sapendo di aver dato tutto per vincerla non è facile. La vivo intensamente la partita, e voglio che i miei giocatori lo facciano come me, proprio come i tifosi. È questa la strada da intraprendere. Devono brillargli gli occhi quando entrano a Milanello". 

Più un problema di testa o di gioco?
"Non c'è il problema di una cosa, ci sono tante cose che non funzionano. Altri preferiscono parlare di tattica, altri di problemi fisici, altri mentali. Paulo ha avuto bellissimi periodi qua, altri non tanto, ma questo fa parte del mestiere dell'allenatore. Noi cerchiamo sempre la perfezione, ma non è possibile. Giochiamo contro avversari di qualità, sia in Italia che in Champions League, ma noi siamo preparati per questo. Ma non voglio entrare nei dettagli. È tutto diverso. Noi pensiamo quando siamo giocatori che capiamo tutto di calcio, ma non è così. Pensiamo al nostro giardino. L'allenatore non dorme neanche, per me stanotte è stato difficile. Lo stress di voler conoscere tutte le cose qua dentro, le persone, perché tutti sono importanti, il magazziniere, al nostro presidente. Noi staff abbiamo tanta voglia di bruciare le tappe ed arrivare ad una conoscenza di tutto e di tutti velocemente, perché i tempi sono corti e vogliamo essere essere presenti ed attivi".

Cosa l'ha portata ad accettare il Milan?
"La mia situazione con i Porto non è stata un'uscita facile. Per me il timing non è importante. In estate ogni settimana c'era un club interessato a me, parlano sempre, è normale, perché escono notizie che noi non possiamo controllare. Per il me il timing del Milan non è stato importante. È stato tutto molto veloce. Perché sono venuto al Milan? Sto allenando una delle squadre migliori del mondo. Non potevo dire di no anche se avevo altre situazioni che rispetto molto". 

Come sarà il suo approccio con i giocatori? Bastone o carota?
"Dipende dalla situazione. Non è che devo cambiare adesso, ho 50 anni. Cambiare adesso è difficile. Sono allenatore da 13 anni, non ho cominciato ieri. Loro sanno che hanno davanti qualcuno diretto. Ci saranno sempre 11 più contenti, chi va in panchina un po' meno. Ma questa è la gestione del gruppo, comunicazione diretta, allenamento al massimo. Possono anche essere un po' più tristi perché non giocano, ma questo deve dare forza, come la pressione, che fa parte dei grandi club. Allora siamo fiduciosi di fare un buon lavoro, ma le parole restano parole, i risultati contano. Io vado con le mie convinzioni con la squadra a livello di organizzazione e tattico. Per me il calcio è semplice: c'è una porta dove fare gol ed un'altra dove non prenderlo. Per me il calcio dominante è questo. Per me il tiki taka è metterla dentro. Lottiamo per vincere già questa partita contro la Juventus. Gli infortuni? Fanno parte del calcio, guardiamo quelli che sono i giocatori disponibili".