IL SANTO DELLA DOMENICA - GIUNTOLI CAMBIA MEZZA SQUADRA. SEGNALE CHE LA ROSA PASSATA...

22.06.2024 23:01 di  Alessandro Santarelli   vedi letture
IL SANTO DELLA DOMENICA -  GIUNTOLI CAMBIA MEZZA SQUADRA. SEGNALE CHE LA ROSA PASSATA...

La calda estate di Cristiano Giuntoli è appena iniziata. Il primo colpo è di livello alto, un centrocampista completo, fisico, tattico e con visione della porta. Douglas Luiz rappresenta un tassello fondamentale nella costruzione della nuova Juventus, che passa inevitabilmente dalla rifondazione del reparto mediano. Il brasiliano, ex Aston Villa ormai, non sarà però l’unico rinforzo, perché assieme a lui arriverà certamente un altro elemento. Thuram? Koopmainers, oppure entrambi? Un primo risultato è già stato raggiunto, si torna a fantasticare, a sognare, a immaginare una Juve forte, concreta e compatta. Ma dobbiamo anche essere onesti. Per arrivare a questo, serve smantellare almeno metà della squadra titolare dello scorso anno. Cosa vuol dire? Che evidentemente lo stesso Giuntoli era a conoscenza delle forti lacune del passato. Si guarda però al futuro con rinnovato entusiasmo, portato dalla costruzione di un nuovo ciclo che sembra davvero cominciare con il piede giusto, detto che poi sarà come sempre il campo ad emettere i verdetti.

La campagna acquisti passerà anche da cessioni, alcune delle quali potranno anche essere dolorose. Per il momento vanno via due giocatori che per motivi diversi, non hanno lasciato traccia. Iling e Barrenechea , ma che avranno la possibilità di mettersi in evidenza in Premier. Cosa che non ha capito Mckennie, puntiglioso e intransigente nel mettersi di traverso. Ma l’aria è cambiata, e il pronto inserimento dell’ex Frosinone, ha portato lo stesso a compimento la brillante operazione. Perché Giuntoli ha scelto la strada migliore per Thiago Motta, metterli a disposizione una squadra di qualità che possa aiutare lo stesso allenatore nell’inserimento nella nuova realtà.

Perché i giocatori contano e fanno la differenza. Da sempre. Poi naturalmente gli allenatori fanno il resto incidendo nel bene o nel male. Esempio plastico la gestione di Spalletti nella gara disastro con la Spagna. Non correggere gli errori evidenti, restare schiavo delle proprie idee, anche quando la barca sta affondando, è grave e pericoloso. Gli azzurri, che hanno meno qualità, avrebbero perso comunque, ma non intervenire dalla panchina in certe circostanze, lascia davvero basiti. Ma se ne occuperà Gravina, il quale improvvisamente si accorge della distanza del nostro movimento calcistico rispetto a molte altre realtà europee. Peccato che lo dica da presidente della federazione, e non da semplice commentatore. Altro esempio, di quando il silenzio sarebbe prezioso. Cosi come il passare la mano, ma qui parliamo di vette al momento impossibili. Ma abbiate fede, il vento cambierà..