A GAMBA TESA - JUVE, rottura con la giustizia sportiva con 6 anni di ritardo. CONTE insostituibile come PIRLO, è il momento del top-player. Se la ROMA di ZEMAN è la regina d'estate....
Conduttore di Tutti pazzi per la Juve.
Doveva essere solo la stagione estiva della certificazione della rinascita bianconera post-calciopoli, dell’arrivo del campione che facesse diminuire la nostalgia nei cuori juventini per la perdita di Alessandro Del Piero.
Si sta trasformando invece in un piccolo remake dell’estate 2006, quando la Juventus fu attaccata a 360° dalla giustizia sportiva e dai media. Violentata nella sua storia quasi fino ad esser annientata.
Parziale e piccolo remake perché a differenza di 6 anni fa la Juve non è accusata direttamente ma si sta trovando pesantemente coinvolta nello scandalo calcio-scommesse per conto di alcuni importanti attuali tesserati, tra cui “il condottiero” Conte, Pepe e Bonucci a cui vengono contestati vari livelli di illecito sportivo, eventualmente compiuti però durante la permanenza in altre squadre. Meglio specificarlo sempre.
Ed è paradossale che Andrea Agnelli e la proprietà della Juventus siano arrivati proprio in questa circostanza allo scontro totale contro la Figc e le regole della (in)giustizia sportiva con 72 mesi di ritardo, dopo avergli permesso negli anni passati di fare il buono e il cattivo tempo.
Forse però dopo l’umiliazione pubblica ricevuta nei giorni scorsi, con il rifiuto della Disciplinare ad accettare il patteggiamento concordato tra i legali di Conte e Palazzi, la proprietà bianconera proprio non avrebbe potuto fare altrimenti. Ed è perlomeno singolare che nonostante quanto subito durante e dopo Calciopoli, la stessa Juventus abbia provato a negoziare lo stesso con Palazzi e la Disciplinare.
Personalmente, da grande estimatore di Antonio Conte ( cui sono ben felice di aver dedicato il libro “L’ultimo gladiatore”), difficilmente avrei digerito il patteggiamento.
Conoscendolo direttamente, uno come Antonio sempre leale e con la cultura del sacrificio e della vittoria come obiettivo unico non meritava una macchia del genere, seppur compromesso suggerito dalla proprietà per puntare al male minore per una S.p.a. come la Juventus, società che fattura milioni di euro ogni anno.
Per i tifosi passionali e nostalgici però meglio andare allo scontro a qualsiasi costo pur di dimostrare a tutti la propria innocenza e con la grande occasione di mettere con le spalle al muro una giustizia sportiva arcaica basata su principi non democratici, in cui l’accusatore è premiato e creduto più dell’accusato e dove bisogna dimostrare pubblicamente la propria innocenza, senza poter utilizzare o quasi prove a discolpa... Un dubbio nel frattempo: ma dopo la squalifica complessiva per 2 anni e 6 mesi per patteggiamenti vari è il caso di tenere ancora in bella vista Stellini accanto a Conte? Chissà come andrà a finire questa nuova brutta vicenda extra-calcistica. Di certo Andrea Agnelli ha l’obbligo di dimostrare con i fatti che la Juve non è più quella di Dr.Cobolli & Mr.Gigli, Presidente che un giorno si arrabbiava minacciando rivolte epiche e quello successivo sorrideva allegramente a braccetto con i rivali ritirando ricorsi al Tar…
Tutto questo caos ha comunque di sicuro creato confusione nel mercato bianconero e non solo per il rischio di perdere Pepe e Bonucci per squalifica ma soprattutto rallentando la corsa al top-player.
Se la Roma di Zeman, che compra Piris, Dodò, Bradley, Castan, Tachtsidis, Destro e Balzaretti viene ritenuta la regina del mercato estivo vuol dire che il livello del calcio italiano è ulteriormente diminuito e non bisogna abbassare la guardia nemmeno un secondo perché in mezzo a questa mediocrità i valori del campionato possono cambiare in un attimo.
La Juve fallimentare dei due settimi posti consecutivi è diventata un’armata imbattibile con l’arrivo di un fenomeno sul campo, Pirlo e uno in panchina, Conte.
Sono bastati 2 uomini a cambiare le gerarchie di un torneo sempre più povero, sia a livello economico che tecnico.
L’obbligo di arrivare quindi al top-player per la Juve è oggi ancor più fondamentale di ieri alla luce della possibile squalifica di Conte, uno dei 2 fattori principali dello scudetto bianconero dell’anno passato.
Sottovalutare l’importanza di non avere Conte fisicamente sulla panchina juventina sarebbe un errore imperdonabile e superficiale come quello fatto dal Milan nello scaricare il fenomeno Pirlo, mettendolo da parte come un ferro vecchio…
@StefanoDiscreti
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5 MAGGIO 2002...E ANCORA GODO!
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