Maifredi: "Juve-Genoa drammatica per i bianconeri. Motta via? I bianconeri hanno fatto bene a puntare su Tudor"

Intervistato da "Il Secolo XIX", Gigi Maifredi, ex allenatore di Juventus e Genoa, affronta alcuni temi legati alla gara di sabato prossimo allo Stadium, e alla squadra bianconera in particolare: "Che gara sarà Juve-Genoa? Drammatica per una squadra, attraente per l’altra. La differenza è nello stato d’animo delle due squadre. Il Genoa con Vieira si è ripreso bene e farà una partita d’immagine. La Juve ha l’obbligo morale di tentare di entrare nelle prime 4 perché tutti gli altri impegni sono stati bruciati. L’unica possibilità di salvare qualcosa è entrare in Champions.
Se la Juve ha fatto bene a cambiare Motta con Tudor? Sì perché hanno preso un allenatore che conosce il posto di lavoro. Non fa una grinza. Se avessero preso un altro, si sarebbe dovuto adattare. Per Tudor, la Juve è casa sua.
Gli errori di Motta alla Juve? È venuto alla Juve pensando di fare copia e incolla del Bologna, ma quella è stata un’avventura abbastanza clamorosa. Lui è stato bravo, ma c’è stata anche un po’ di casualità: ha trovato Zirkzee che ha fatto il fenomeno, Calafiori e Ferguson che sono esplosi tutti insieme.
Cosa non funzionò alla Juve con me in panchina? Sono andato lì che avevo fatto i 6 anni precedenti vincendo sempre e sono arrivato convinto di essere seduto alla destra di Dio. Questo mi ha nociuto perché non ho fatto quello che un allenatore avrebbe dovuto fare. Sono andato in ritiro senza aver preparato niente, ma quando arrivi a certi livelli devi dimostrare di essere forte. Avevo 14 giocatori, 2 stranieri anziché 3 ma fino alla 20ª giornata in cui persi con la Samp lottavo per lo scudetto".
Quando ho capito che la Juve non era fatta per me? Prima di Natale giocammo in casa col Cagliari. Avremmo potuto vincere 5-0, ma la società aveva fissato la cena di Natale dopo la partita e i giocatori pensavano già a quello. Finì 2-2. Alla sera davanti a Baggio ho detto a Montezemolo di cercarsi un altro allenatore perché avevo capito che la Juve non era la mia squadra, ma lui ha lasciato passare questa cosa".
L'Avvocato Agnelli? Credo che nessuno abbia avu- to un rapporto con lui come l’ho avuto io. Parlavo alla pari, quando mi diceva delle cose che non mi andavano lo richiamavo alla grande. Mi diceva: “Allora come sta il suo fighetto (Baggio ndr)?”. C’era un bellissimo rapporto: quando sono andato via mi ha chiamato a casa sua per un’ora e mezza chiedendomi perché andavo al Bologna".