Lotito attacca: "In Serie A squadre senza requisiti, ma nessuno ha il coraggio di escluderle"

28.03.2025 18:50 di  Redazione TuttoJuve  Twitter:    vedi letture
Lotito attacca: "In Serie A squadre senza requisiti, ma nessuno ha il coraggio di escluderle"
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Il presidente della Lazio, Claudio Lotito, ospite del corso per 'Team Manager' organizzato dall'Associazione Sportiva LUISS, ha lanciato un duro attacco. Le sue parole riprese da Lalaziosiamonoi: 

"Tutte queste società, che spendono e spandono, sono sostenute da fondi, ma non hanno un equilibrio economico. Tante squadre oggi che militano in Serie A non avevano i requisiti per iscriversi al campionato. Ma come fai a eliminare certe squadre blasonate? Serve coraggio e non tutti ce l’hanno”, ha detto il presidente biancoceleste, e non serve molta fantasia per capire a chi si riferisca. 

"Io sono presidente da 19 anni e non ho mai percepito nemmeno lo stipendio. Poi la Consob mi ha costretto e me lo sono dovuto mettere. Io non ho uno scontrino che è stato scaricato nella Lazio, né una macchina e né un autista. Non sono un presidente osannato, ma sono il più longevo, vent’anni. Poi ho detto sempre a tutti che lascerò la società a mio figlio, ho intenzione di preservarla, mantenerla e tramandarla. Le società che sono fallite sono le stesse del passato. Avere il coraggio e la determinazione per preservare il patrimonio della società è fondamentale. Io nelle mie aziende non ho mai cambiato la sede sociale".

"Servono più presidenti che amano il calcio, che hanno una passione razionale. Il tifoso è appassionato, non ragiona con la testa ma con il cuore. Il presidente deve ragionare con la testa prima che con il cuore. Io sono un presidente-tifoso, l’ho sempre detto. Io ho fatto tante riforme che hanno portato grandi benefici, come la Goal Line Technology. L’ho inventata io, ora non c’è più polemica. Per il VAR ho fatto una guerra in consiglio federale, facevo corpo unico con Tavecchio. Nessuno lo voleva, io però la concepivo come fattore terzo, e non come una forma di controllo. Io per esempio sono a favore nel rendere pubblico la comunicazione tra arbitro e VAR perché non c’è nulla da nascondere. Sennò poi iniziano le dietrologie. A differenza di 20/30 anni fa sono cambiati gli interessi, non c’è più quello sportivo ma anche quello economico. Il rispetto delle regole è fondamentale. Sono favorevole anche al VAR a chiamata, ma il giudice deve essere esterno al sistema. Se la giustizia è interna al sistema come può essere credibile? È come se io andassi in tribunale e nominasse il giudice, così si può pensare male", ha aggiunto.