L'agente FIGC De Marco: "Serve un codice deontologico per i Direttori Sportivi"

04.09.2024 18:40 di  Alessandra Stefanelli   vedi letture
L'agente FIGC De Marco: "Serve un codice deontologico per i Direttori Sportivi"
TuttoJuve.com

Un calciomercato che si è chiuso lo scorso 30 agosto, e che lascia ora aperta la finestra svincolati. Un mercato che, in esclusiva a TuttoMercatoWeb.com, è stato commentato da Francesco De Marco, agente FIGC, intermediario e avvocato specializzato in Diritto ed Economia dello Sport: "Abbiamo avuto la conferma che il nostro campionato è tornato a essere ambito come lo era una volta, dopo anni in cui siamo stati un po’ snobbati. Magari non siamo quelli in grado di garantire i salari più alti ma con la forza delle idee, cui si aggiunge un ritrovato fascino del nostro calcio, tante trattative internazionali si sono risolte ad appannaggio di società italiane, e questo fa ben sperare. Basti pensare a come si sono mosse Napoli, Juventus e Roma".

Un attenzione particolare al calcio italiano, con anche la Serie B che ha effettuato movimenti interessanti...
"In categoria cadetta mi sono piaciuta molto Catanzaro, Sampdoria ma anche la Salernitana. Parlerà il campo, ma ho apprezzato quanto fatto".

Lei opera molto anche con la Serie C. Che ne pensa di quel che è stato il mercato di terza serie?
"Per la Serie C si deve aprire un discorso a parte. Anche questo è un mercato che conosco bene, perché capita di fare operazioni anche in questa categoria, e purtroppo devo dire che la situazione richiederebbe una profonda revisione".

Cosa intende di preciso?
"Innanzitutto, e appunto in particolare in Serie C, c'è l’esigenza di un codice di deontologia per i Direttori Sportivi: bisognerebbe sanzionare determinati comportamenti. Faccio un esempio: un direttore non può intavolare una trattativa, smuovere determinate situazioni all’interno del microcosmo esistente tra il calciatore e il suo procuratore e poi improvvisamente sparire. Purtroppo in Italia si tende a normalizzare certe condotte, riconducendole a una normale e lecita strategia, talvolta addirittura si tende addirittura a esaltare chi si comporta male sulla sorta di questo antico alibi secondo cui il calcio sarebbe un 'mondo di squali', ma a mio avviso, e sento di poter parlare a nome di tutta la categoria, dovrebbero sempre prevalere principi come correttezza e coerenza, perché poi a farne le spese sono quasi sempre gli agenti".

Altre criticità ravvisate?
"Potrei menzionarne tantissime ma ne cito solo due su tutte: l’inspiegabile esistenza del numero chiuso di lista che talvolta porta gli stessi direttori a dover fare vere e proprie acrobazie tra scambi e rescissioni e, dulcis in fundo, questo obbrobrio delle valorizzazioni da società maggiori. In Spagna con i 2007 ci vincono gli Europei, qui invece con i 2002/03/04 si aiutano le squadre di C che non possono o non vogliono accollarsi lo stipendio di giovani che portano minutaggio. A mio avviso una mortificazione, per il calciatore in primis. Tutto ciò che sto dicendo chiaramente verrà discusso nelle sedi opportune ma credo che tante situazioni non possano più passare sotto traccia".