Christillin: "Agnelli vive in Olanda e lavora per la Superlega. Ceferin e Infantino due amici prima che due presidenti. Non sono disfattista per Motta"

14.01.2025 11:30 di  Alessandro Zottolo   vedi letture
Christillin: "Agnelli vive in Olanda e lavora per la Superlega. Ceferin e Infantino due amici prima che due presidenti. Non sono disfattista per Motta"
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Evelina Christillin, che nel 2025 abbandonerà l'incarico come dirigente UEFA e FIFA, non ricandidanosi alle prossime elezioni, ha rilasciato un'intervista a La Gazzetta dello Sport. 

MANCATA RICANDIDATURA - "Divento vecchia. Poi nel 2021, la sera della proclamazione della Superlega, a Montreux, ero già pronta a lasciare. Molti pensavano che io sapessi, quasi una quinta colonna della Juve. Ceferin mi chiese di restare. Risposi: “Solo un mandato”. Infine, il 2025 doveva essere l’anno in cui avrei chiuso con calcio, banche e Museo Egizio di Torino dove però resto: il ministro Giuli mi ha confermato per altri quattro anni"

INIZIO - "Ero molto ingenua e ignorante di alcune questioni, ma innamorata del calcio, pronta a imparare. All’inizio ho lavorato con Ceferin, anche lui erede di Giorgio Tavecchio che ebbe l’idea di candidarci. Avevo un curriculum credibile. Ma il retaggio della gestione Blatter si sentiva. Infantino aveva fatto partire l’operazione tagli e mi mise nella task force. Basta limousine privata, prima classe, diaria per accompagnatori. Dall’opposizione di alcuni, capii che quel mondo non aveva senso. Rifarei tutto altre cento volte. Così come sono sicura di aver trovato il momento giusto per chiudere. Prima che me lo chiedano altri".

AGNELLI - "Superlega? Lì ragione e cuore si sono un po’ separati. C’erano cinquant’anni di vita con la mia Juve e una famiglia alla quale sono legatissima, gli Agnelli. Ma era giusto restare al fianco dell’UEFA. Non è stato facile con i tifosi, ho avuto la scorta, sui social sono apparse campagne sgradevoli. Sono rimasta addolorata. Dovevamo andare assieme in auto a Montreux, poi mi disse di andare da sola, lui sarebbe arrivato dopo. E da lì in poi… Gli ho voluto un bene immenso da bambino e ancora gliene voglio. Ora vive in Olanda e lavora per la Superlega, lo abbraccio"



JUVENTUS - "Non sono disfattista e disperata, solo un po’ delusa. Un nuovo tecnico, un nuovo capo, serve tempo per investimenti così. E poi i giovani, gli infortuni, il deficit. Sui social c’è bisogno di reazioni immediate, io andrei piano con “la peggior Juve di sempre”. Le prime partite forse ci hanno illusi".

CEFERIN E INFANTINO - "Due amici prima che due presidenti. Non sono stata bene negli ultimi mesi e la loro vicinanza è stata totale. Gianni è estroverso e impetuoso, Alex introverso e riflessivo. In comune, una cosa: sono molto, molto strategici. Un altro amico è Michele Uva. Abbiamo condiviso tanto. No nemici no: sono donna di pace. Ceferin mi rimprovera d’aver parlato troppo, a volte, ma è la mia natura"

SUPERLEGA, ARABIA SAUDITA E KINGS LEAGUE - "Non temo la Superlega e neanche l’Arabia Saudita che mi sembra non faccia concorrenza. La Champions ha contratti fino al 2030. Starei attenta a nuove forme che affascinano i giovani. La King’s Cup di Torino è un successo nato dalla comunicazione social. Suggerimento? UEFA e FIFA devono essere più aperte all’ascolto. E facciano di più per chi è in difficoltà. Esiste un’associazione che aiuta i molti ragazzi che arrivano in Europa illusi dai lustrini, le loro famiglie non mangiano per aiutarli, ma poi, se non sfondano, non sanno cosa fare. Vorrei che Alex e Gianni spiegassero che il grande splendore ha un dark side"

SUO FUTURO - "Orgogliosa di essere rimasta me stessa, senza scegliere tra FIFA e UEFA, con equilibrio e lealtà. E d’aver messo l’elmetto quando la UEFA era sotto attacco. Futuro? Volevo fare la pensionata, continuerò al Museo e farò da maestra di sci al nipotino Ruggero che ha 11 anni ed è bravissimo".