30 Maggio 1973: Lacrime Amare

30.05.2009 00:00 di  Manuel Magarini   vedi letture
30 Maggio 1973: Lacrime Amare
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Continua il nostro viaggio nel tempo con la storia bianconera. E pure quest’oggi il tema portante è assolutamente un match indimenticabile: Ajax-Juventus del 30/05/1973.
Con il suo calcio totale, l'Ajax stava sconvolgendo l’intero mondo calcistico, e quella notte venne tempo per noi bianconeri di riuscire a contrastare l’armata olandese, capitanata da uno dei più grandi talenti pallonari di ogni tempo, Johan Cruijff.

L’annata si stava certamente rivelando magica, in una manifestazione, come la Coppa dei Campioni, nella quale siamo sempre stati sfortunati. L’esordio avvenne sul neutro di Lione contro il Marsiglia, nel quale perdemmo all’andata per 1-0, ma fu una doppietta di Bettega e un gol di Haller a chiudere la contesa nella gara di ritorno.
Nel secondo turno fu un doppio 1-0 con il Magdeburgo (Anastasi a Torino e Cuccureddu in Germania) a qualificarci per i quarti di finale. Qui si presentarono seri problemi con gli ungheresi dell'Ujpest Dozsa, che avevano estromesso il Celtic nel turno prima.
Due reti di Anastasi in Ungheria spedirono gli italiani in semifinale (2-2), nonostante il brutto pareggio a reti inviolate al Comunale. In semifinale incontrammo infine il Derby County, autore dell'eliminazione del Benfica, che però ci lasciò troppa libertà ed Altafini e Anastasi gli misero sotto per 3-1. Nel ritorno gli inglesi dovettero rinunciare a due titolari squalificati e poi durante la gara Hinton sbagliò un rigore e Davies fu espulso, in una partita finita a reti bianche.

L'Ajax nel frattempo era stato esentato dal primo turno perché campione uscente e poi aveva superato con un complessivo 6-1 i bulgari del CSKA Sofia. Così arrivarono nei quarti pronti per affrontare il Bayern di Monaco che costituiva il nucleo della nazionale tedesca campione d'Europa nel 1972. Ma ad Amsterdam il leggendario portiere tedesco Sepp Maier incappò nel suo giorno più brutto e con quattro reti all'attivo l'Ajax poté permettersi di perdere per 2-1 nell'avveniristico stadio olimpico di Monaco nella gara di ritorno In semifinale il Real Madrid non rappresentò un serio ostacolo tanto che gli olandesi riuscirono a passare sia in casa che fuori.

L’atto finale tra queste due superpotenze si tenne a Belgrado, nel quale gli olandesi scesero in campo con una squadra praticamente identica a quella che aveva battuto l'Inter l'anno prima. L’emozione per i giocatori era incredibile, a livelli stellari, ma bastarono solo 4 minuti a spezzare i nostri di gloria, quando Johnny Rep, su cross di Blankenburg, trafisse Zoff con un perentorio colpo di testa. E ciò fu tutto. Gli olandesi dominarono, deliziarono il pubblico ma nonostante le improvvise percussioni di Cruijff non riuscirono a mettere dentro il gol della sicurezza. Dal canto nostro riuscimmo a renderci pericolosi in poche occasioni e così l'Ajax, ben lontana dall'esprimere il suo miglior calcio, si assicurò la sua terza vittoria consecutiva vincendo 19 partite su 26 in tre tornei. Per la Vecchia Signora resterà solo l’amarezza di una nuova impresa sfiorata, confermando la maledizione di un trofeo finora conquistato in sole due occasioni.