L'IMBOSCATA - II calcio olandese di Thiago Motta, che genialata Yildiz alla Crujff. Tek, solo un arrivederci? Il letargo di Chinè. Rocchi e le statue di pietra davanti a Barella. C'era una volta LionRock: Gravina, ci sei?
di Andrea Bosco
Comincio con il ricordo di Sven Goran Erikson: grande allenatore, soprattutto un grande uomo. Gentiluomo che ha saputo confrontarsi anche con la malattia e con la morte con un tratto di eleganza che solo certi nordici sanno avere.
Erikson non voleva rimpianti: “godetevi la vita, con un sorriso sulle labbra, godetevi il bene più prezioso: esistere”.
Un messaggio raccolto da Tek, il portierone polacco che dopo aver risolto il suo contratto con la Juventus ha annunciato – a 34 anni – il suo ritiro dal calcio giocato. “Il corpo ancora mi assiste, il cuore no: voglio dedicarmi alla mia famiglia”, È un messaggio meraviglioso. So cosa significa. Ho dato molto, quasi tutto al mio lavoro. E ho egoisticamente trascurato mia moglie e mia figlia. Oggi la mia carta d'identità è ingiallita e da qualche anno dopo il pensionamento ho cercato di recuperare. Con il grande rammarico di non averlo fatto prima. Quindi io brindo a Tek. Spero che la Juventus gli dedichi una serata speciale come meritano i grandi campioni come lui. E che – chissà – magari gli possa offrire un ruolo (in futuro) all'interno della società. Tek è un uomo di valore: uno con lo “stile” Juventus.
Due gare, due vittorie, sei gol fatti, zero subiti. “Mi chiamo Motta (Thiago): risolvo problemi”. Inevitabile la citazione da “Pulp Fiction”. Nessuno si aspettava una Juve così. E infatti, i più prudenti, come il sottoscritto, predicano calma, rammentando che quello che è stato avviato alla cassa, Max Allegri, di scudetti alla Juve (più uno al Milan) ne ha vinti cinque di fila. Aveva le sue idee, pensava un calcio conservativo, era sapido come solo i livornesi sanno essere, ma non era “un pirla”. Max Allegri nella storia della Juventus ci sta di diritto e sui gradini più alti. Thiago Motta è certamente un “duro” che niente concede alle gazzette. Per certi versi mi ricorda Heriberto, il vate del “movimiento” chiamato da Gianni Agnelli a cambiare l'arredamento di una Juventus, dove regnava l'anarchia. Heriberto fece fuori anche Omar Sivori, l'uomo di Umberto Agnelli che i tifosi veneravano. Omar era “un vizio”, Cesarini dopo Cesarini (almeno così mi raccontò Giglio Panza, leggendario direttore di “Tuttosport”) e Maradona, prima di Maradona.
Sul campo Motta predica un calcio con l'occupazione degli spazi e la capacità di tutti (nessuno escluso) di impostare il gioco. Non tutti alla Juventus hanno piedi educati, ma l'idea proposta è quella dell'Ajax di Michels: Yildiz alla Crujff è stata una genialata che finora ha pagato. Il Como oggettivamente si è dimostrato poca cosa. Ma il Verona (che poca cosa ha mostrato di essere contro la Juventus) ne aveva rifilati tre al Napoli di Conte. Motta ha lanciato i giovani con ottimi risultati. Ho capito infine per quale motivo sia stato ceduto Huijsen: avevano in casa Savona, bellissima sorpresa. Motta (che non sbatte quasi mai gli occhi, come vidi fare a una cena a Henry Kissinger dietro ai suoi spessi occhiali, segno di controllo quasi totale del corpo e dei nervi) contro il Verona ha esagerato con la nursery: in campo ne ha spediti addirittura quattro. Difficile azzardi tanto contro al Roma. Ma di una cosa sono convinto: se Douglas Luiz e Danilo sono finiti in panca significa che anche gli eccellenti rinforzi arrivati nelle ultime ore, Nico Gonzales, Koopmeiners, il portoghese dribblomane figlio d'arte, dovranno sudarsi il posto.
Finora (anche se 60 milioni per Koopmeiners sono tanti, forse troppi: evitare di paragonarlo a Nedved, ho già detto al mio avvocato di far partire eventuali querele) il mercato di Giuntoli è stato straordinario. In ogni caso dopo l'arrivo dell'olandese Piazza Affari ha apprezzato: il titolo Juve ha incassato il 10% in più. Dovesse arrivare anche Sancho (difficile), la Juve diventerebbe stellare. Rifuggire però dalle lodi sperticate che ho letto nell'ultima settimana. La Juve capolista solitaria è una bella sensazione, ma resta l'Inter la squadra da battere. Il Napoli con Lukaku e Conte sarà una mina vagante. L'Atalanta è una realtà. Non credo alla Roma che magari tra qualche giorno potrebbe smentirmi.
La verità è che le vittorie “agostane” della Juve hanno sorpreso. Valgono relativamente, il campionato è appena iniziato. Tutti dicono: Inter uber alles. La Juve “non può” essere competitiva a lungo. Intanto molti rosicano per il suo mercato e i suoi risultati. Il terrore è questo: se la “strega” è tornata, potrebbero essere cavoli amari per tutti, Inter compresa. A settembre inizia la Champion's e capiremo meglio. Evito di entrare nelle dinamiche del sorteggio: un vero casino. È la Superchampion's, bellezze: più partite, più soldi e .ovviamente anche più casino. Diciamo che alla Juve non è andata benissimo. Avere il Manchester City in casa non è cosa da poco. Ad occhio e croce per accedere agli ottavi bisognerà fare 21 punti. Ma come sosteneva un politico della Dc: “se vuoi stare nell'idrografia devi bagnarti”.
Mi piace molto il Parma. E mi piace come lavora Gilardino al Genoa. Il Milan pare avere più problemi che capelli in testa. Ma francamente quanti hanno già chiesto la testa di Fonseca, sono, a mio parere, ridicoli.
Calma e gesso: alla decima giornata si potranno tirare le prime somme. E vedremo se Motta è un visionario architetto o semplicemente un bravo allenatore, dotato anche di un considerevole fondo schiena.
Mentre attendo sempre che il dottor Chinè si svegli dal suo letargo e dia aria ai suoi cassetti zeppi di ragnatele e scarafaggi, dedico un pensiero al mio amico Giampaolo Ormezzano che nonostante i suoi 88 anni e i 14 stent sul “Correre della Sera” intervistato dal bravo Paolo Tomaselli è apparso in forma strepitosa. Giampa è torinista, anche se uno dei suoi più grandi amici fu Giampiero Boniperti. Credo ami Vanoli, intelligente allenatore capace di tirare fuori sangue dal muro. Non so se ami, Giampa, il patron del Toro, Urbano Cairo, che anche quest'anno in una botta sola ha venduto Buongiorno e Bellanova, due dei migliori tra i granata. I tifosi hanno protestato contestando Cairo prima della gara (vinta) con l'Atalanta. Personalmente Cairo lo capisco; una squadra di calcio costa una tombola. I giocatori baciano la maglietta, ma alla prima sirena esigono di essere ceduti. Cairo non ha il “dovere” di vincere lo scudetto. Ha il dovere (da buon imprenditore) di tenere i conti in ordine. A proposito: Chiesa ha svuotato l'armadietto rotta Liverpool: inevitabile finisse a questo modo. Con Chiesa, uscito, ora a carico della Juve restano Arthur e Kostic (Djalò destinato alla Roma), che stanno rifiutando ogni destinazione. Giocatori sopravvalutati, dagli ingaggi importanti. Per Arthur è sbucato il Napoli, ma la Juventus dovrebbe pagare metà dell'ingaggio. Io a questi giocatori che ricattano le proprie società aizzati dai loro procuratori offrirei solo la tribuna: sine die. De Sciglio è finito ad Empoli.
Chiudo con Rocchi, “nostra signora” degli arbitri. Che sposando Gravina (inossidabile gattopardo che per mantenere la cadrega ora vuole fare alcune riforme, persino, pensa un po', la chiamata al Var da parte degli allenatori, come il sottoscritto aveva auspicato fin dalla prima stagione varistica) vuole aggiornare “tempistica” e “intransigenza” per le proteste in campo. Caro Rocchi, lo dica agli arbitri che lei designa e che poi, quando incrociano Barella diventano statue di pietra.
Ah: ma Lionrock? C'era una volta una società legata all'Inter chiamata Lionrock. C'era. Ma è come se non fosse MAI esistita. Caro presidente Gravina: ma cosa si deve pensare? So che non risponderà: neppure sotto tortura. Neppure se minacciassero di infilarla in una Vergine di Norimberga. Ma almeno un fiato, un sospiro. Se non altro per dimostrare che almeno lei, esiste. Mica come il dottor Chiné che sembra il trittico di Italo Calvino: prima Barone Rampante, poi Visconte Dimezzato. E Infine Cavaliere Inesistente. Una vuota armatura: un guerriero (esagero: Chinè ha la vocazione del paggio) inesistente. .