SECCO a ruota libera sul mercato: Trezeguet, Caceres, Poulsen....
«Trezeguet sarà con noi anche quest’anno, ne sono praticamente certo». Alessio Secco spazza via ogni dubbio. Il direttore sportivo, in questi giorni a Siviglia al seguito della squadra, questa mattina ha incontrato i giornalisti per fare il punto sul mercato. Tanti i temi trattati, in primis la situazione di David Trezeguet, il cui nome è da tempo al centro delle voci di mercato. «La Juventus è contentissima di tenere Trezeguet. Se lui dovesse venire da noi chiedendo di essere ceduto e si presentasse con un’offerta interessante per tutti, potremmo prenderla in considerazione. Questo è l’accordo con lui e con il suo procuratore. Alla fine dello scorso campionato ci aveva fatto capire che, se fosse arrivata l’offerta giusta, avrebbe preso in considerazione un possibile trasferimento. Va anche detto che, vista la situazione del mercato e il suo salario, non è così semplice trovare una squadra al suo livello. Noi finora non abbiamo ricevuto offerte; c’ stato solo qualche interessamento di squadre straniere che non hanno però portato proposte interessanti. Chiaramente se dovesse partire, dovremmo prendere un altro attaccante, ma certo, un giocatore con le sue caratteristiche non è facile da trovare. Ecco perché non stiamo cercando compratori: riteniamo che possa dare ancora molto alla Juve e non abbiamo l’esigenza di venderlo. Qualora la situazione cambiasse comunque David non andrà in squadre italiane. In ogni caso la mia sensazione è che Trezeguet rimarrà con noi».
Il francese d’altro canto si sta allenando con grande professionalità e ha già messo a segno due reti in precampionato, contro la Cisco Roma e il Vicenza: «Sta lavorando bene e si sta impegnando sul campo –continua Secco – Venerdì non ha giocato contro il Siviglia perché ha rimediato una leggera distorsione al ginocchio durante l’allenamento mattutino e quindi la sua assenza è stata concordata con l’allenatore.
Da un attaccante a un altro, da Trezeguet ad Amauri. Il brasiliano, espulso contro il Vicenza, si è subito rifatto, andando in rete contro il Siviglia: «Amauri dopo la partita contro il Vicenza ha chiesto immediatamente scusa all’allenatore e ai compagni. Il giorno dopo l’ho convocato in sede e ha chiesto scusa anche alla società. Quest’anno abbiamo fatto investimenti importanti e dobbiamo fare in modo che possano fruttare, dunque si deve dare la sensazione di essere attenti ai comportamenti e alle regole e ricreare quello stile che è stato vincente per tanti anni. Amauri ha capito, per quanto sia stato provocato, di avere sbagliato e ha sposto sul campo contro il Siviglia, con una prestazione eccellente».
Tornando al tema cessioni, l’altro nome caldo di questi tempi è quello di Christian Poulsen che, come Almiron, non è stato convocato per la trasferta spagnola: « Ho sentito l’agente di Poulsen l’altra settimana, mi ha chiesto qualche giorno di tempo per considerare la situazione. Qualora decidesse di rimanere, non ci fasceremmo la testa, ma abbiamo fatto con lui un discorso chiaro e il fatto di non essere stato aggregato alla squadra per la tournée è stato un segnale molto forte. Il giocatore ha diverse richieste, soprattutto da squadre inglesi».
Alla cessione di Poulsen è legato il possibile arrivo di Caceres dal Barcellona: «Caceres ci piace, non lo nascondiamo, ma l’affare non è ancora stato concluso. Riteniamo che la squadra sia già completa, anche se un suo eventuale arrivo sarebbe la ciliegina sulla torta. Perché questo avvenga devono però sbloccarsi situazioni legate ad altri giocatori, a Poulsen in particolare. Se Caceres arrivasse, sarebbe comunque in prestito».
La Juve non si ferma dunque. Segno di una società in salute, dato quanto mai significativo in un momento in cui altre realtà sono costrette a limitare le proprie ambizioni di mercato: «Gli eventi del 2006 ci hanno permesso di anticipare la situazione di crisi che ora stanno vivendo altri e questo ci ha consentito di spendere circa 50 milioni. Equilibri cambiati? Lo dirà il campo. Molti hanno speso per ripianare il bilancio, noi invece pur avendo speso molto, anche senza cessioni chiuderemo comunque in pareggio».
Altro merito da ascrivere alla società è la rapidità con cui si è mossa sul mercato, portando a casa senza indugi tre pezzi da novanta come Cannavaro, Diego e Felipe Melo: «Quando ci è venuta in mente la possibilità di riportare Cannavaro a Torino, abbiamo pensato che fosse un’opportunità da cogliere, perché oltre a quello che potrà dare fare sul campo, la sua presenza sarà importante per riportare la mentalità vincente. Fabio ne è un portatore sano. A parte lui però, non riprenderei nessuno dei giocatori partiti nell’estate del 2006. Riguardo a Diego, ci siamo mossi tempestivamente ed è stato un bene, perché altrimenti lo avremmo probabilmente pagato di più, visto il circolo vizioso che si è creato in termini di cifre. Melo è costato caro? E’ vero, ma alla fine il prezzo di un giocatore è un concetto relativo, rispetto alla risposta del campo. Vedendo per esempio le cifre che girano intorno a Xabi Alonso, mi viene da dire che a questo punto Melo è costato poco. Volevamo lui e quando abbiamo capito che potevamo prenderlo non abbiamo indugiato. D’altra parte, avendo una clausola rescissoria, la Fiorentina non lo avrebbe mai ceduto alla Juventus per un prezzo inferiore».
Il brasiliano è arrivato in bianconero dopo che per diverso tempo sembrava che il rinforzo a centrocampo dovesse essere D’Agostino: « Non lo abbiamo illuso. Ci interessava, è vero, crediamo che la sua valutazione fosse in linea con la nostra offerta. Quando abbiamo capito di poter spendere di più abbiamo virato su Melo, giocatore diverso ma più funzionale al nostro progetto. Credo che la presenza e la fisicità sul campo siano maggiori. D’Agostino forse ha qualcosa in più tecnicamente, ma crediamo che Melo possa dare di più. Con lui abbiamo aggiunto chili e centimetri al nostro centrocampo, ma anche qualità ».
I colpi sono stati messi a segno. Ora sta a Ferrara farli rendere al meglio: «Sono molto soddisfatto di Ferrara. Si lavora tanto, ma con lo spirito giusto: c’è allegria, serenità. Si sta formando un buon gruppo e il merito va esteso anche ai suoi collaboratori. La Juve deve tornare a pensar in grande: deve voler vincere anche le amichevoli e i trofei che non hanno valore ufficiale. Bisogna riportare mentalità vincente e incavolarsi quando si perde un partita anche se amichevole. Negli anni questo spirito si era un po’ sopito, ora è il momento di ritrovarlo».