ESCLUSIVA TJ - Ezio Greggio: "Quest'anno è una bella Juve e la panchina lunga serve"

Riprendendo quanto disse di lui Aldo Grasso, Ezio Greggio è Striscia la notizia. Al timone del programma di Antonio Ricci fin da quella prima puntata trasmessa ventitre anni fa (era il novembre 1988), il conduttore biellese è l’icona del tg satirico italiano per eccellenza. Un’immagine, un’associazione diretta, un po’ come Alessandro Del Piero, capitano e simbolo della Juventus. E della Vecchia Signora Greggio è un tifoso appassionato, tanto che in occasione della presentazione di Striscia, quando ne parla diventa serio, abbandonando il suo sorriso contagioso e la battuta sempre pronta.
Ezio, tu eri presente il giorno dell’inaugurazione del nuovo stadio: cosa puoi dire del nuovo impianto della Juventus?
Lo stadio è veramente bello e innovativo. Mi auguro che i tifosi vadano lì e capiscano che sta per cambiare un’era: il calcio si salva se cambia la tipologia di spettacolo. Per questo dovranno cambiare molto anche le mentalità. Più il calcio diventerà uno spettacolo per famiglie, dove si va allo stadio per divertirsi, dove non ci sarà più lo sfottò e la violenza, più questo spettacolo avrà possibilità di essere longevo. Altrimenti anche il calcio subirà delle batoste, ne sta già subendo e ne subirà ancora in futuro.
Dopo queste prime tre partite cosa ne pensi della nuova Juve di mister Conte?
È una bella Juve, e lì da vedere e mi auguro che Antonio continui a infondere la sua grinta e il suo carattere, oltre che le sue idee, a questo gruppo di ragazzi. Mi auguro che la Juve possa andare bene come le prime giornate, senza sperare troppo, ma che possa fare un buon campionato.
Concludo e ti faccio una domanda un po’ più tecnica: secondo te la panchina lunga a centrocampo e attacco può portare a problemi di spogliatoio?
No. Io credo che in questi campionati ci vogliono dirigenti e allenatori bravi a far capire a tutti che c’è un turnover, che si gioca tutti, che bisogna sempre essere pronti e ci vogliono tanti, tanti, tanti giocatori. Più ce ne hai buoni e disponibili e più fai ottimi campionati. Credo sia lì da vedere cosa succede in altre società che magari hanno tanti tanti giocatori ma non li sanno gestire e tenere insieme e allora nascono le complicazioni.