Bruno Mazzia: "Polemiche inutili, lasciamoli lavorare. Bernardeschi? Qualcuno si è accorto che è bravo. Sarri non piace ad una parte di tifosi..."
"C'era stato un po' di malumore dopo la sconfitta in Coppa Italia, ma era stato solo un incidente di percorso. La Juve ha ripreso il suo cammino da dove lo aveva interrotto". Pensieri e parole di Bruno Mazzia, ex calciatore bianconero (dal 1959 al 1962 e dal 1964 al 1966), che in esclusiva ai microfoni di TuttoJuve.com commenta il successo sul Bologna e non solo:
Insomma, è stata una Juve convincente quella di ieri sera.
"Sì, non c'è da stupirsi di questo. In questo ambiente ogni cosa, positiva o negativa, viene ingigantita, sembrava che non andasse più bene nulla. E invece vincendo ieri, le polemiche inutili sono quasi del tutto svanite. Ma lasciamoli lavorare questi ragazzi (sorride ndr)".
Che cosa le è piaciuto di più?
"L'ho vista scendere in campo con grande serenità, consapevole della propria forza. Ieri ha ottenuto un successo su un campo non facile, perché il Bologna è sempre una squadra insidiosa. I tre punti sono stati ottenuti con merito".
Chi ha rubato l'occhio, al Dall'Ara, è stato Federico Bernardeschi.
"Ha giocato bene, dimostrando di meritare la fiducia dell'allenatore. Però ieri non abbiamo scoperto un nuovo giocatore, anche perché quando non giochi con continuità è difficile dimostrare le proprie qualità. E' anche vero che nella Juventus c'è tantissima concorrenza, l'importante è che lui e tanti altri facciano bene nel momento in cui vengono chiamati in causa".
Non lo scopriamo ieri, però Federico non giocava bene da tanto tempo. Potrebbe essere per lui un nuovo inizio?
"Credo che questo giocatore disponga sempre delle qualità messe sul campo ieri sera, poi c'è anche da dire che quando sbagli una partita alla Juventus sei sempre messo in discussione. Ed è rimasto un po' in ombra, ma può capitare. Non si è scoperto il fenomeno Bernardeschi, ma forse anche qualcuno ha capito che è bravo".
Come ha giudicato Paulo Dybala?
"Dybala è da tanti anni in Italia, ormai siamo abituati alle sue giocate eccellenti. Anche se sbaglia qualche pallone, il suo valore non cambia. E' questo che bisogna capire. Prendiamo d'esempio anche Ronaldo che è stato massacrato per quindici giorni, solo perché non ha giocato bene e ha sbagliato in maniera sfortunata un calcio di rigore. Dal mio punto di vista, come dicevo, manca equilibrio nei giudizi. Non è giusto responsabilizzarli troppo".
E' d'accordo nell'affermare che questa squadra presenti ancora dei tratti caratteristici che si vedevano con Allegri?
"E' il risultato di ieri che ha portato a quel tipo di comportamento, perché dopo esser stata in vantaggio di due reti si è un po' riparata per mantenere il risultato. Non c'è da stupirsi, non è che ha cambiato il tipo di gioco per tornare ad un anno fa. Qui si parla sempre del gioco di Sarri, ma in realtà deve semplicemente giocare a calcio. Non deve far altro. E' logico che a Napoli aveva cinque o sei scoiattoli imprendibili per tutti, ma alla Juve le caratteristiche dei giocatori sono differenti e quindi si deve adattare in un altro modo".
Quindi, in definitiva, le piace come allenatore?
"Sta facendo il suo dovere, sta gestendo una situazione non facile perché è difficile lasciar fuori qualcuno in una rosa così di livello. Sarri non è stupido, è sempre lì con le spalle al muro per evitare di esser fucilato ogni volta. Non è brillante e spaccone, forse per questo non piace ad una parte di tifosi".
Con il Lecce mancherà un terzino sinistro di ruolo, che si aggiunge già all'assenza di un attaccante di ruolo. Ma la Juventus ha davvero la rosa così profonda da poter sopperire ad ogni assenza?
"La rosa profonda c'è, ma bisogna tener conto delle assenze che spesso limitano non soltanto la Juve ma tutte le squadre. L'allenatore è stato scelto apposta per fare queste scelte, non deve esser la stampa a suggerirgli Matuidi o Chiellini come terzini sinistri. Se poi riesce anche a sorprendere, sicuramente guadagnerà anche un po' di simpatia".
Si ringrazia Bruno Mazzia per la cortesia e la disponibilità dimostrata in occasione di questa intervista.