Meani: "Prima di Calciopoli ricevevo mille telefonate, poi si sono allontanati tutti"

Nel corso di un’intervista concessa ai microfoni de Il Corriere della Sera, Leonardo Meani è tornato a parlare di Calciopoli: “Durante i processi mi hanno dipinto come un delinquente. Arbitri e assistenti erano persone che conoscevo da tempo, ho fatto a lungo l’arbitro anche se mi sono fermato ai Dilettanti. Con i guardalinee Babini e Puglisi ero amico. Collina l’ho conosciuto a un raduno. Ci sentivamo spesso. Le intercettazioni distorcono tutto perché chi deve interpretare non conosce il contesto in cui due persone che si frequentano parlano tra loro. Tra gli uomini di calcio è così: le spariamo grosse, ma sono solo boutade.
Nel mio caso è fin troppo semplice dimostrare che se anche vi fosse stato un tentativo di avere un arbitro o un assistente “amico“, il Milan non ne ha mai ricavato vantaggi. Prima di Calciopoli ricevevo mille telefonate al giorno. Poi, si sono allontanati tutti. Come se avessi la peste. Ora non ha senso rivangare. Sono tornato a fare il ristoratore a tempo pieno e ho abbandonato il mondo del calcio”, ha concluso.