Calciopoli, in aula Mazzini si difende: "Io non sono un delinquente". Lo Stato chiede 30 milioni di danni!

A Napoli si è celebrata stamane un'altra importante udienza del processo Calciopoli. Ecco il resoconto integrale, curato da Ju29ro.com ed il forum www.tifosibianconeri.com, grazie all'abituale contributo dall'aula 216 di Francesco/Frales.
Ho chiesto di effettuare questa dichiarazione perché anch'io dopo 5 anni di silenzio possa offrire il mio contributo alla comprensione dei fatti. Solo ora, perché ho voluto attendere che i pm finissero la requisitoria per fornire ogni chiarimento. Ho svolto la mia attività di diregente quasi esclusivamente in ambito dilettantistico dal '60 a pochi anni fa, quindi per oltre 40 anni. Ho operato in una società dilettantistica di Firenze, dove ho svolto la professione di medico e la mia società è sempre stata molto attenta ai problemi dei giovani. All’inizio degli anni '90 sono entrato nella Figc. Dal 2000 al 2006 sono stato vicepresidente eletto, con presidente Carraro e altro vicepresidente Abete. Il mio ufficio si trovava presso Coverciano e ciò dico perché è stato adombrato che mi recassi lì per parlare con gli arbitri, mentre era la mia sede operativa. Io avevo la delega prima all’antidoping, e a Coverciano c’è la sezione medica, poi dal 2003 la responsabilità di tutte le Nazionali italiane, dall’Under 16 alla maggiore, quindi Coverciano era sede di tutti i raduni della Nazionale; tra l’altro lì vi è la sede del museo del calcio, del cui consiglio direttivo facevo parte, inoltre sempre lì vi è la sede della fondazione Franchi. Per quanto riguarda l’antidoping vorrei dire che in questo compito l’ho molto sviluppato, incrementando i controlli a sorpresa e del prelievo sangue e urina nel periodo in cui infuriava la polemica Zeman-Juve, con quest’ultima sottoposta a giudizio a Torino per abuso di farmaci. La mia presenza a Coverciano era dovuta ad un'attività tesa a queste incombenze. In questa mia qualità conosco bene i meccanismi che regolano la giustizia sportiva e so che il valore al quale ci si informa è la celerità. Ma celerità e giustizia si pongono in termini di contraddizione per cui, pur rispettando il lavoro dei giudici sportivi, ne contesto l’operato, al punto che ho impugnato al Tar lazio le loro sentenze. La caratteristica della presidenza Carraro era di una grande collegialità. Il presidente chiedeva di collaborare con tutte le società, a partire dalle dilettantistiche, per ridurre al minimo la conflittualità e far sì che le tensioni che spesso le tifoserie hanno si riducessero al minimo. In questa prospettiva, non raramente mi sono trattenuto a pranzo con i rappresentati della classe arbitrale e con gli arbitri che dal giovedì erano a Coverciano; in questa occasione venivano trattati i temi di carattere istituzionale. Era un'interazione non solo perfettamente consentita dalle normative, ma espressione diretta delle linee guida federali in materia. Vorrei anche dire come e perché si sia giunti alla nomina di due designatori: tale nomina è stata concordata in una riunione organizzata da Carraro con sette società, per soddisfare esigenze contrapposte. Nessuno contestò l’iter seguito. era il 1999 ed il sottoscritto era presidente del settore giovanile scolastico e non partecipò alla decisione. Vengo alle accuse che mi vengono mosse. Io non sono un delinquente, ma ho un carattere molto toscano, sono incline ad affrontare tutto con ironia, con scherzo, millanterie. Se di un qualcosa mi si può accusare è l’eccesso delle battutine. Le intercettazioni devono essere interpretate alla luce di questo mio modo di essere. La mia professione mi ha portato ad assistere persone molto sofferenti ed angosciate, per cui il calcio per me era una camera di compensazione. Non ho mai avuto né cercato di promuovere ricchezza economica dalla mia attività sportiva. Non mi sono arricchito, vivo dignitosamente della mia pensione non ho aumentato il mio modesto patrimonio. Primo punto: i miei rapporti con i dirigenti della Juve erano amicali come li avevo con i dirigenti di altre squadre come Inter, Milan e Roma, non mi sono mai interessato delle vicende sportive della Juve. Solo una volta emerge un mio interesse per una partita, che è Siena-Milan, quando scherzo e rido con Giraudo che era con me consigliere federale per il fatto che l’arbitro sorteggiato fosse Collina, il qaule era il meno gradito dalla Juve anche in seguito allo scudetto del 2000 perso a Perugia. Il mio commento era relativo alla sconfitta del Milan con un arbitro che meno filo-juventino non si poteva trovare. Ho sempre parlato con i dirigenti di politica federale.
Avvocato dello stato, Vigorito: Per le parti civili questo processo è cominciato molto male, per quanto concerne soprattutto le parti civile pubbliche; posso dire che né su istanza di parte né su ufficio, l’avvocatura dello stato era mai stata estromessa da un processo come questo di grande rilievo pubblico. Qui invece c’era stata un'estromissione di tutte le parti civili, sia pubbliche che private e unico rimedio che è stato possibile adottare era il ricorso per Cassazione, considerando gli aspetti di abnormità della decisione, e la Cassazione ha ritenuto fondata la doglianza. Nel momento in cui le parti civile rientrano nel processo avvertono delle sensazioni prognostiche non del tutto positive dell'azione civile. Noi in ogni caso esponiamo le nostre ragioni. Noi abbiamo sentito delle dichiarazioni spontanee anche stamattina, che forse coincideranno con le tesi degli altri imputati, per cui se le mettiamo insieme possiamo arrivare alla conclusione che tutto va bene madama la marchesa, il calcio va così e che quindi i campionati si possono svolgere nel modo che è emerso dalla istruttoria dibattimentale. Proprio Mazzini stamattina ci parla di incontri conviviali, poi si prendono delle espressioni adoperate nelle intercettazioni e le si rivestono del manto della millanteria. Mi piace sottolineare un dettaglio: Mazzini si dichiara estraneo ad ogni aspetto di illiceità, ma contemporaneamente fa una dichiarazione dirompente perché dice che c’è stata una corale pressione nel senso di convincerlo a comprare arbitri e giocatori. Lo dice uno degli imputati!!! D’altronde, stiamo assistendo in questi giorni ad ulteriori scoperte di presunte frodi sportive, pare che stiano approdando alla serie A, sembrerebbe che vi siano soggetti che ammettono gli addebiti contrariamente a quanto accade in questo processo, quindi non stiamo parlando della luna, quindi parliamo di frodi sportive in questo processo. Ultima annotazione, prima degli aspetti di danno, è una lunga intervista di uno degli imputati che, commentando proprio questi nuovi fatti dice: “Ai calmanti non sono mai arrivato”. Ne prendiamo atto, a me fa pensare che a qualcosa altro ci è arrivato. Certo si sarà trattata di una celia.
Prioreschi (urla): Non fa parte di questo processo!!!!
Avv, Vigorito: Non accetto interruzioni.
Presidente Casoria: Avv. Prioreschi, abbiamo tutti la televisione, abbiamo sentito l’intervista. Avv. Vigorito, Lei si attenga ai fatti di questo processo.
Passiamo all’altra amministrazione che viene ddefinita POGAS (politiche giovanili per le attività sportive). È un ministero senza portafoglio ma che necessità di risorse. Esso ha attenzione alle politiche giovanili e il modello che viene fuori da questo processo, cioè la gestione del potere a tutti i costi, l’avere più importante dell’essere, è esattamente inverso alle sue funzioni, per cui è evidente il danno che gli è stato creato. Il danno non patrimoniale potrà essere liquidato direttamente dal tribunale. Chiediamo una provvisionale immediatamente esecutiva che attribuisca 20 milioni di euro più 5 milioni per non patrimoniale per i Monopoli, più altri 5 per non patrimoniale per il POGAS.
Avv. La Rana della Federconsumatori Campania: Si associa alle richieste della Procura, aggiunge la richiesta di risarcimento danni in forma generica. Le motivazioni sono le seguenti: i motivi che indussero la Federconsumatori a costituirsi sono corroborati dall'istruttoria dibattimentale. La nostra Costituzione garantisce la libera espressione dell’attività sportiva. Nel corso di questo procedimento, al teste Del Piero è stato rivolta la domanda di quanti scudetti avesse vinto. Una domanda inammissibile, ma tali domande in questo processso sono state la regola non l’eccezione. Quando dovrete decidere se si è formata la prova della responsabilità penale dovrete pensarci, ma posso dire fin d’ora che l’economia processuale non è certamente dipesa dalle parti civili, che hanno svolto le loro attività con dignità e attenzione e termino qui.
Avv. Gueli, per l'Atalanta: Sono state alterate singole situazioni riconducibili ora alla scelte degli arbitri, ora all'irrogazione di sanzioni disciplinari sul campo o provvedimenti successivi che hanno portato alla mancata partecipazione alla gare successive. Ne è derivato falsato il campionato all’esito del quale l’Atalanta è stata retrocessa. Già il Pm ha definito bene il reato di frode sportiva di cui la stessa condotta integra la fattispecie. Il bene giuridico tutelato qui è lo svolgimento corretto di una pratica sportiva secondo i canoni della stessa. Si sono resi protagonisti dell’alterazione anche soggetti che avevano ruoli di garanzia a livello dirigenziale del calcio e si è visto come determinate scelte, favori e spinte abbiano prodotto dei vantaggi; ma l’esistenza di questo sodalizio viene evidenziata dalla possibilità della partecipazione al campionato di società che forse non avevano tutti i requisiti per parteciparvi. In tutto questo contesto, non è nemmeno necessario indagare quello che è l’evento derivato dalla condotta, ma nel caso di specie vi è un danno patrimoniale e all’immagine e un'ulteriore figura di danno da perdita di chance. Sono stati prodotti i bilanci relativi all’Atalanta quando era in A, poi in B. Dalla lettura di questi bilanci si evidenzia che, con riferimento ad alcune voci dirette quali biglietti, incassi, abbonamenti, nell’anno che ci interessa aveva incassato 5 milioni di euro, poi 3, quindi con un danno di 2 milioni, poi ci sono quelli relativi al mancato incasso per i diritti televisivi o alla minore visibilità; comparando i due bilanci è agevole notare come in A queste voci erano di 19 milioni di introiti, poi in B 4 milioni con una differenza di circa 14 milioni. Ciò spiega anche determinati allarmi da parte di alcune squadre. Alla luce di ciò il danno è quantificabile, come ho scritto nelle mie memorie, considerando anche il deprezzamento del cartellino dei giocatori, in circa 20 milioni di euro, oltre agli 11 milioni di danno patrimoniale, oltre 10 milioni di danno morale. Inoltre, vi è da considerare il danno da perdita di chance che si può definire come la perdita della possibilità di rimanere in serie A e partecipare ad eventi di un certo rilievo, che si può quantificare il 15 milioni per cui il totale è di 68 milioni.
Avv. Merlini per Bologna calcio: Il Bologna è in questo processo per la partita in cui tre giocatori del Bologna vennero ammoniti e squalificati per la partita successiva. Inoltre per tre partite sul finire dal campionato che si inseriscono nelle attività tese a salvare la Fiorentina e che portarono alla retrocessione del Bologna. La consulenza tecnica prodotta compara i bilanci del Bologna di quando era in A e i tre successivi in cui si trovava in serie B. considerando gli incassi, i contributi della lega, i proventi televisivi. Il totale della somma è di 43 milioni circa. Preciso che nel corso dell’esame del consulente vi fu un intervento dell’avvocato della Figc che in maniera impropria chiese al tecnico se avesse confrontato i bilanci tenendo conto delle alterazioni dovute alla accuse di falso in bilancio fatte a Gazzoni; preciso che queste accuse non riguardavano la società Bologna football club spa, ma .una società Vittoria di proprietà del Gazzoni. Sui bilanci del Bologna nessuna ombra vi è mai stata. Il Bologna si è costituito parte civile contro tutti gli imputati e contro il responsabile civile Fiorentina. Stamattina abbiamo avuto modo di ascoltare le dichiarazioni di Mazzini il quale non ci ha spiegato perché in qualità di vicepresidente della Figc non ha preso provvedimenti quando gli è stato detto che c’era la possibilità di comprare arbitri e partite, anzi si è messo all’opera per vedere come fare per salvare la squadra. I Della Valle non sono degli sprovveduti né privi di risorse ma Della Valle per arrivare ad ottenere lo scopo deve andare a Canossa, da Bergamo, e ci deve andare passando attraverso Moggi. Si tratta di fatti documentati da telefonate come quella tra Mazzini e Mencucci. Altro capo è quello su Fiorentina-Bologna dove c’è una intercettazione di Moggi in cui sente il dg della Juve dire: “A me quello che mi serve è Fiorentina-Bologna” e dopo c’è l'intercettazione famosa tra Moggi e Damascelli. Su come si sia svolta poi la successiva Bologna-Juventus lasciamo stare. Quello che è certo è che Moggi e Pieri conversano molte volte nei pressi di quella partita. Per Chievo-Fiorentina, inoltre, vi è un commento tra Mazzini e Mencucci del 6 marzo 2005 dopo il sorteggio in cui Mazzini commenta la designazione di Dondarini come “Bel lavoro” o di quella del dopopartita in cui Mazzini chiede a Mencucci: “ti lamenti ancora? E poi, quando ci si mette le mani noi…". L’ultima partita è Lecce-Parma sulla quale è stato detto molto. Questa gara nasce da quella precedente Lazio-Fiorentina, quando non viene concesso un rigore netto alla Fiorentina: evidentemente le ciambelle non riescono con il buco. Credo che siano provate le responsabilità e concludo per la condanna al pagamento di una somma valutata in 43 milioni per il danno patrimoiniale e 10 milioni per non patrimoniale con condanna alla provvisionale non inferiore ad euro 15 milioni e pagamento delle spese.
Avv. Parte Civile Vittoria. È evidente che il fallimento Vittoria rappresenta l’interesse dei creditori e non degli amministratori. Vittoria nel 2004-2005 era proprietaria esclusiva di Bologna football club e si è costituita per 4 capi di imputazione. Se è vero che tutte le squadre ricevevano aiuti alla pari, come si spiega la telefonata tra Mencucci e Mazzini? Esistono soggetti passivi sacrificabili in campionato? E come è compatibile la dichiarazione “non si vince con le chiacchiere ma con i giocatori” con il prosieguo della stessa telefonata in cui si dice che è importante quello che avviene fuori dal campo. E ancora, l’errore di Rosetti in Lazio-Fiorentina, quello che succede dopo, in una telefonata tra Bergamo e Mazzini si dice: incredibile, era tutto sistemato, bisognerà mettere a posto, bisognerà seguire non più una ma tre partite. Quando non si sa che spiegazione dare alla partita ci si nasconde dietro il clima canzonatorio ma come si spiega il patto d’onore? Di operazione chirurgica? Dato certo è la retrocessione delle squadre tra cui il Bologna. Passando al danno, la parte civile si affaccia al processo con una valutazione del danno già fatta dal CTU del Tribunale Civile di Bologna in sede di fallimento, il quale non senza gravi censure all’operato degli amministratori, dice che la retrocessione ha determinato una svalutazione pari a 36 milioni di euro. Ora le valutazioni del CTU oltre che fondarsi sulle valutazioni dei bilanci trovano riscontro su due documenti che consentono di verificare il valore della società prima e dopo il fallimento. Vittoria nel 2001 ha ceduto il 10 % della squadra per 6 miliardi di lire. L’acquirente si era impegnato ad acquistare il rimanente 40% per 17 miliardi. Dopo la retrocessione il Bologna viene venduto a poco più di 900mila euro. Per cui per il danno patito da Vittoria viene stimato in 32 milioni di euro, oltre ai danni morali secondo equità. Con provvisionale di almeno un sesto.
Avvocato della Rai: La Rai ha assunto nel processo un atteggiamento di pacatezza ma non sono ambigui né oscillanti. La Rai sulla condotta associativa ha subito un danno evidente. Questo atteggiamento di pacatezza è stata una scelta per evitare stigmatizzazioni o personalizzazioni del confronto. Tale atteggiamento ci consente oggi di guardare agli esiti dell'istruttoria con concretezza e guardare alle conclusioni del pm coin totale condivisione. La Procura ha compiuto uno sforzo mostruoso perché è approdata a risultati sorprendenti sia in termini quantitativi che qualitativi, tanto che in molti è sorto il dubbio che mai l’istruttoria dibattimentale avrebbe potuto confermarli. In molti è sorto il dubbio che quegli esiti sorprendenti delle indagini non avrebbero trovato dignità di prova nel dibattimento. Ma chi confidava in questi dubbi è rimasto deluso, l’istruzione probatoria è riuscita a corroborare le risultanze delle indagini. Almeno 3 elementi possono essere presi in considerazione. Primo: di tipo testimoniale. La testimonianza di Venerato: interviste fatte e non fatte, interlocutore scelto in un contesto piuttosto che in un altro, sono la prova amara della realtà. Secondo: una prova documentale. C’è una singolare corrispondenza tra quello che è il livello delle partite da commentare e la scelta dei commentatori, ignorando professionalità chiare. Infine, le intercettazioni: i rapporti tra Scardina e Moggi che chiariscono il sistema. Scardina chiama Moggi e lo rassicura che la domenica successiva la Sanipoli sarà inviata in una gara di terza fascia, così impara a fare domande. Il problema è che un giornalista del servizio pubblico non può fare domande perché quelle domande non sono frutto di una professionalità ma turbano determinati equilibri. La conclusione è che il sistema purtroppo incideva non solo e non tanto sull'andamento del campionato, non solo sulle scommesse e sui giochi, ma incideva anche sull’informazione e nell’informazione trovava un appoggio utile e vergognoso. La Rai è a totale partecipazione pubblica e concessionaria di pubblico servizio. Alla base del contratto di servizio pubblico vi è obbligo di fare informazione e in tale concetto deve ricomprendersi anche quella sportiva. Quest’ultima è stata indirizzata veicolata, distorta e dunque è stato frustrato quello che è il compito fondamentale al fine di favorire il sodalizio. E questo contributo di disinformazione non è marginale o di contorno ma significativo, risolutivo, perché volto ad occultare alla vista del mondo quello che era un sistema. È un fenomeno gravissimo. Oggi si spacca il capello in quattro, verificando addirittura quanti secondi vengono concessi ad un personaggio politico rispetto ad altri, mentre in passato è andata in onda la totale disinformazione. La Rai chiede la condanna al risarcimento per danni patrimioniale e non patrimoniale nella misura di 10 milioni.
Per oggi termina qui.
La Presidente Casoria ha chiesto per la prossima udienza di sentire le altre parti civili e i responsabili civili, per poi cominciare il 21 con le difese. Il 28 dovrebbe saltare l'udienza in quanto contemporaneamente vi è l'udienza della ricusazione.