Meluso a Sportitalia: "Di Lorenzo ha avuto un attimo di tentennamento e di incertezza, ma è un grande professionista. In Italia non nascono più i Del Piero e i Totti"

26.07.2024 23:30 di  Redazione TuttoJuve  Twitter:    vedi letture
Meluso a Sportitalia: "Di Lorenzo ha avuto un attimo di tentennamento e di incertezza, ma è un grande professionista. In Italia  non nascono più i Del Piero e i Totti"
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Ospite di Sportitaliamercato, Mauro Meluso, ex direttore sportivo del Napoli, è tornato sulla complicata esperienza agli ordini di De Laurentiis: "Ci sono stati dei problemi che ci siamo portati a lungo, come Zielinski. Di Lorenzo ha avuto, come ha dichiarato, un attimo di incertezza per vari motivi. L'annata negativa ha segnato i ragazzi, gli allenatori che si sono succeduti e anche il club. Di Lorenzo ha riflettuto sul da farsi, è uno dei migliori terzini del mondo. Liti? Può succedere qualche diverbio. Non posso raccontare cose di spogliatoio. Di Lorenzo ha avuto un attimo di tentennamento e di incertezza, ma è una gran persona, un grande professionista. Mi sembra che la situazione si sia regolarizzata, aveva firmato un contratto di altri quattro anni".

Sulla Nazionale: "Ho sentito tante cose, si è parlato del semi-fallimento della Nazionale. La colpa nella preparazione fisica? Ho conosciuto Sinatti, preparatore atletico di livello mondiale. Non dobbiamo dimenticare che non ci siamo qualificati ai Mondiali per nostre deficenze e lacune, per non esser passati meritatamente. Questo deve farci riflettere: non nascono più i Del Piero e i Totti. Ho sentito una dichiarazione di Sticchi Damiani in Senato. Parlava di una lettera C della Legge Melandri, mai recepita. Un paragrafo che parla dell'incentivo economico alle società per i giocatori formati per 36 mesi (dai 15 ai 21 anni) nelle società di appartenenza. Solo quest'anno è stata recepita, andava applicata molto prima per l'investimento nei settori giovanili. Credo che bisognerebbe essere un po' più radicali. Bisognerebbe concertare le istituzioni europee e gli Stati per far sì che, vista la specificità del calcio, siano messi dei paletti chiari. Per esempio, tutte le squadre professionistiche dovrebbero mettere cinque italiani in lista in ogni collettivo dei settori giovanili. Vista la necessità della creazione di un prodotto autoctono, questo è fondamentale. Quando vai a formare una rosa di A, devi avere quattro giocatori creati nel settore giovanile. Ma questo non basta: tutte le squadre devono investire nei settori giovanili con giocatori italiani".