Vlahovic può non decidere se rinnovare. Però poi c'è il rischio Chiesa
Le parole di Dusan Vlahovic dalla Croazia sono delle schermaglie che fra centravanti e allenatore ci possono stare. Anche per abbassare la pressione e scaricare, perché il serbo è stato il parafulmine di qualsiasi cosa succeda in casa Juventus. Quando arriva un pareggio a reti bianche, ecco che la colpa è di Vlahovic perché non ha segnato. Quando arriva la sconfitta, come contro lo Stoccarda, lui non è risucito a trascinare tutta la squadra. Come se il conto in banca - e lo stipendio - possa entrare in campo e fare la differenza. Non è così.
Da grandi guadagni derivano grandi responsabilità, anche dal punto di vista del contratto. Vlahovic ha ancora un anno e mezzo di contratto, esattamente lo stesso di quando è andato via dalla Fiorentina per 75 milioni di euro. È evidente che la valutazione possa essere (ancora) più o meno quella, ma a gennaio non ci sarà nessun movimento sul mercato, almeno in uscita. Come visto con Osimhen, quando certi giocatori arrivano a determinati tetti salariali, ecco che è molto più difficile venderli. E poi Vlahovic è l'unico centravanti della rosa, con la Juve che si è legata praticamente mani e piedi alle sue prestazioni, in attesa di un rientro di Milik. Ma il polacco avrà bisogno di tempo per ritornare ai suoi livelli.
Così Vlahovic può anche non rinnovare e arrivare a un anno dalla scadenza. Poi però ci sarebbe un grossissimo rischio Federico Chiesa bis. Lì non era stato nemmeno offerto il contratto, quanto piuttosto avere trovato una destinazione - low cost - per togliersi il problema. Però le cifre dello stipendio sono diverse: 12 milioni contro i 5 di Chiesa, già comunque non pochi. Arrivare a giugno senza una soluzione potrebbe essere un problema. Anche perché puoi cercare aiuto e scaricare le pressioni una sola volta, altrimenti rischi di incappare solo in critiche (che già sono arrivate).