TUDOR, CI HAI CONVINTO!

Igor Tudor non ci aveva entusiasmato come scelta, dobbiamo essere sinceri, prima che venisse nominato, sbagliando lo ritenevamo poco pronto, evidentemente non avevamo parlato con lui.
Oggi la sensazione è diversa, Tudor ha fatto veramente una prima bella conferenza stampa, con le parole giuste, toccando le corde giuste, almeno a livello emotivo. L'occasione, quindi, gli va data, poi per il resto valuteremo.
Le parole possono anche essere di circostanza ma crediamo che siano realmente sincere: "Darò tutto non voglio deludere nessuno e anzi voglio fare un lavoro giusto, un lavoro giusto che va fatto. Le emozioni ci sono chiaramente, perché la Juve è un club che tutti vorrebbero venire ad allenare. C’è voglia di lavorare, di fare bene, di riuscire a raggiungere l’obiettivo che sappiamo tutti qual è. Credo tanto in questa squadra perché ci sono giocatori forti, sappiamo qual è il momento, c’è poco tempo per lavorare. Ieri sono arrivati i nazionali e abbiamo fatto un primo allenamento però non ci sono scuse. Nella mia vita mai ho cercato scuse, io cercavo le sfide. Cerco giocatori a cui dare responsabilità. Partiamo così”.
Ovvio che i tifosi sono molto in subbiglio, la situazione non è semplice e quel poco di entusiasmo che c'è va cavalcato per non piombare nuovamente nella depressione dell'ultimo periodo dopo le brutte partite giocate ed i pesanti gol incassati.
Tudor ha dimostrato che è a Torino per dare una mano con grande umiltà: "Nella mia carriera, e ho iniziato ad allenare abbastanza presto per gli infortuni. Sono già tanti anni anche all'estero. Posso essere un po' particolare, ma faccio le scelte col cuore. Vengo, contratto o non contratto, se sento che è giusto proseguo, se non è giusto vado a casa. Questa situazione qua è successa, ma non c'entra niente. Si vive il presente, anche questo lavoro qua. Avere 10 anni di contratto cambia poco. Vorrei avere un contratto di 10 anni, ma faccio comunque il mio lavoro.
Si cercherà di trasmettere la cultura del lavoro: "La cultura di lavoro qui è quello che mi è stato dato qua, vivendo 7-8 anni qua. Questa cultura. Del Piero, Zidane, l'umiltà di quella gente, Montero... Tutti quelli che mi ricordo. Si gioca la Champions mercoledì e si vince, si gioca con una meno forte, nel riscaldamento era una roba pazzesca, quella squadra piccola c'era una voglia quasi maggiore. Questo ho provato a trasmettere dove ho allenato e voglio farlo anche qua".
Questa squadra deve essere umile e Tudor racconta un aneddoto: "C'è Zidane negli spogliatoi. Mi metto lì ad aspettare la terapia. C'è chi si alza ed è il mio turno. Vedo Zizou e vado via, mi sposta e mi dice: sei te, vengo dopo. Ero un giovanotto. Altra bella: tolgo le calze dopo l'allenamento, viene Del Piero e mi dice: guarda devi metterle così, c'è Romeo che sappiamo chi è, li deve girare. Perché fai così? Non ti costa niente. Sono due cose belle di quello che è, quell'umiltà".
Adesso giusto dare un po' di positività, poi però dobbiamo mettere il casco e pedalare. C'è da ripartire ma senza ansia. Sappiamo la pressione di essere alla Juve".
Alla fine busogna pedalare e sarebbe il caso di vincere, per partire bene e cavalcare l'onda positiva che non si respirava da un pò e che purtroppo Motta non era riuscito a cavalcare.
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