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Emanuele Belardi: "Rivedo lo spirito Juve, ma deve imparare a sporcarsi le maniche. Motta? Per lui tutti importanti e nessuno indispensabile. Su Di Gregorio...

09.10.2024 11:30 di  Mirko Di Natale  Twitter:    vedi letture
ESCLUSIVA TJ - Emanuele Belardi: "Rivedo lo spirito Juve, ma deve imparare a sporcarsi le maniche. Motta? Per lui tutti importanti e nessuno indispensabile. Su Di Gregorio...
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© foto di Marco Rossi/TuttoCesena.it

La redazione di TuttoJuve.com ha contattato telefonicamente, in esclusiva, l'ex portiere bianconero dal 2006 al 2008, Emanuele Belardi, per parlare approfonditamente degli ultimi avvicendamenti in casa Juventus e non solo:

Quale è il tuo giudizio sulla Juventus?

"Senz'altro positivo, si è aperto un nuovo ciclo con una rosa più ringiovanita e motivazioni differenti. I giocatori sono di caratura diversa: meno primedonne, più di prospettiva e ci sono molti ragazzi provenienti dalla Next Gen. La Juventus è ripartita e non ha più intenzione di fermarsi".

Quali sono le cose positive di cui parlare oggi?

"Rivedo lo spirito Juve, ovvero una squadra che corre e non si arrende alle prime difficoltà. Ha un'ottima organizzazione di gioco, oltre a delle buonissime individualità a livello di singoli. Con l'impossibilità di poterti permettere dei giocatori che guadagnano troppo, la strada giusta è quella intrapresa dalla Juventus e sono favorevole a dare la possibilità a questi giovani ragazzi di potersi mettere in luce".

Quindi sarai stato senz'altro favorevole alla maglia numero 10 affidata al giovane Kenan Yildiz?

"Sì, per me è stata un'ottima scelta. Poi sono stato sempre contrario sul discorso delle maglie ritirate, perché ogni calciatore deve aspirare a poter indossare quel numero di maglia. Del Piero, Baggio, Platinì hanno fatto la storia di questo club e nessuno potrà mai togliere alle persone il loro ricordo sul campo, per questo credo che il loro riconoscimento più importante sia proprio quello di esser rimasti nel cuore dei tifosi e di chi li ha visti giocare. Questi momenti saranno per sempre indimenticabili".

In campo come lo vedi Yildiz?

"Ha dei numeri importanti, rispetto ad Ale è meno tecnico ma più veloce nei movimenti. Forse Kenan ha meno fisicità, ma crescerà sotto questo aspetto negli anni futuri. Sta facendo vedere grandi cose".

Chi è stato fin qui il giocatore più insostituibile?

"Notavo che il discorso di Motta verte molto sul 'tutti sono importanti ma nessuno è indispensabile'. Lo ha fatto in estate e lo sta facendo tutt'ora, i giocatori stanno ruotando e sta concedendo molto minutaggio ad ogni singolo giocatore. Così il vantaggio è di avere tutta la rosa sul pezzo".

Forse, se dobbiamo entrare nello specifico, nel momento in cui è mancato Koopmeiners si è spenta la luce col Cagliari. O sbaglio?

"Chi è entrato non è in possesso delle qualità delle olandesi, però sicuramente Fagioli è stato utile in fase di contenimento. Non tutti hanno le stesse caratteristiche, è difficile in effetti trovare due giocatori bravi uguali e nello stesso ruolo".

Come hai giudicato l'avvicendamento tra i pali che ha visto l'allontanamento di Szczesny e l'acquisto di Di Gregorio?

"Ha fatto un ottimo acquisto, per me Di Gregorio è un bel portiere e negli ultimi due anni è stato sempre tra i migliori in Italia. Se Szczesny avesse trovato un accordo per spalmare l'ingaggio, credo che oggi difenderebbe ancora lui i pali della Juventus. Con i portieri sono messi bene a Torino, perché c'era già Perin che è un ottimo portiere e Pinsoglio, il terzo, che è fin troppo sottovalutato e non è solo un uomo spogliatoio".

Perin potrebbe tranquillamente fare il primo in molti club in Italia, invece è il secondo alla Juventus e presto rinnoverà il suo contratto. Ma come è fare il secondo alla Juventus?

"Tutti i grandi club, specialmente quelli che sono impegnati in Europa, possiedono due portieri di grande caratura. Poi c'è da fare un distinguo: fare il secondo a Buffon significa avere la consapevolezza che giocherai molto poco, vista la sua grandezza, oggi invece ci sono due numeri uno e c'è più competitività. Va bene così".

Di Gregorio come può diventare, a tuo avviso, il numero uno italiano?

"La vedo dura, perché c'è un portiere più giovane di lui come Donnarumma che è al momento difficile da scalzare nelle gerarchie. Sicuramente è uno dei 4/5 italiani ed è stato appena convocato in nazionale, poi gioca nella Juve ed è arrivato lì con grande merito. Dovrà lavorare sodo per migliorare ancora, poi da quello che ho capito è un ragazzo che ha fatto la gavetta e quindi saprà bene come fare".

Pensiero sul campionato?

"Il Napoli ha il vantaggio di non giocare le coppe e per me il grande vantaggio è di aver preso Conte che porta sempre tanti punti, l'Inter è ancora più forte dello scorso anno e ripetersi non è mai facile. Juve è all'anno zero, ha già fatto vedere tante cose e deve imparare a sporcarsi le maniche se vuole diventare grande. A cosa mi riferisco? A vincere di riffa e di raffa, come col Cagliari, e non solo giocando bene".

Si ringrazia Emanuele Belardi per la cortesia e la disponibilità dimostrata in occasione di questa intervista.