A MENTE FREDDA - Szczesny e Vlahovic sono due casi?
La risalita della Juventus s'interrompe a Roma, sulla sponda giallorossa del Tevere. In verità il pari sarebbe stato il risultato più giusto, considerando i tre pali e un sostanziale comando del gioco da parte dei bianconeri. Mourinho batte Allegri nella sfida tra i tecnici più “risultatisti” dell'intera Serie A. Ad oggi bisogna ragionare con la penalizzazione, sperando che i 15 minuti vengano restituiti. L'obiettivo Champions oggettivamente appare estremamente difficile, se non impossibile senza l'accoglimento del ricorso. Danilo e compagni sono a -12 dal quarto posto, attualmente occupato proprio dalla Roma insieme al Milan. Per carità, siamo alla venticinquesima giornata e la strada è ancora lunga, ma davanti ci sono troppe rivali per la corsa alla coppa più prestigiosa. Escludendo il Napoli, lanciato verso lo scudetto, malgrado il ko casalingo con la Lazio.
Sarà importante capire quanto i giocatori della Juventus potranno resistere mentalmente con questa spada di Damocle sulla testa, chiamata giustizia sportiva. Tra i vari spunti arrivati dall'Olimpico, due note negative: Szczesny e Vlahovic. In occasione del gol di Mancini, il portiere polacco doveva fare di più. Il suo tuffo è parso tardivo, forse perché coperto o semplicemente per un errore di valutazione di un tiro da oltre 30 metri. Purtroppo in questa stagione Tek sta facendo registrare diverse amnesie. Più di una volta è stato trafitto nel suo palo (per esempio in occasione del gol di Sanabria nel derby), insomma dopo il Mondiale sembra aver perso lo smalto delle otto vittorie consecutive senza prendere reti. I tifosi da tempo chiedono ad Allegri di schierare titolare Perin, sempre brillante quando viene chiamato in causa, più che un 12 è un 1 bis.
Nota ancora più dolente Vlahovic. Il centravanti della Juventus sta attraversando un momento di palese involuzione. E' vero, la pubalgia lo ha tormentato per buona parte della stagione, da qualche gara però è tornato a disposizione. Non segna da un mese. I numeri contro la Roma sono emblematici: 18 tocchi, un solo tiro in porta, 4 palle perse, 5 duelli vinti, di cui 3 aerei. Onestamente poco per un giocatore pagato 80 milioni e che deve contribuire al salto di qualità della squadra. Qualcuno dà la colpa ad Allegri. Forse lo schema tattico attuale (3-5-1-1) non premia le caratteristiche del serbo, ma oggettivamente ci si aspetta qualcosa di più. Per esempio, come mai nonostante i tanti cross del suo connazionale Kostic, Vlahovic non si fa trovare mai al posto giusto? Come mai non trova un piano B per eludere le marcature asfissianti dei difensori? Forse è anche una questione di movimenti. L'auspicio è che Dusan cambi rotta, a partire da giovedì contro il Friburgo. Sperando non sia distratto dalle sirene inglesi.