LEONI PER...AGNELLI – Diciamo noi quello che non vuole ammettere il club: la Juventus ha abdicato. Ora resta da capire se per errori di programmazione o se era già previso. Ci spieghino qual è il progetto
Diciamolo noi quello che Pirlo, Paratici e anche il presidente dovrebbero onestamente dirci: la Juventus ha ufficialmente abdicato. Lo scudetto viaggia spedito verso Milano, dove l'Inter ormai fa punti anche quando non gioca per merito nostro. Diciamolo senza parafrasi che la Juventus, ora, deve guardarsi soltanto e necessariamente le spalle, perché non arrivare neanche tra le prime quattro sarebbe disastroso e perché il rischio c'è. Eccome. Diciamoci anche un'altra cosa: la comunicazione è importante, perché se non comunichi chiaramente una cosa, allora è lecito fraintendere e proiettare in quella zona d'ombra ogni legittimo dubbio. Ad esempio, la prima domanda che viene in mente è questa: la Juventus ha abdicato a stagione in corso, rendendosi conto di aver sbagliato programmazione, oppure la Juventus ha abdicato prima ancora che cominciasse il campionato? Una domanda semplice semplice ma che cambia totalmente la storia di giudizi e valutazioni.
Perché, nel primo caso, dovremmo tutti applaudire ab aeterno il presidente Agnelli ma dirgli che, questa volta, ha peccato di presunzione: è vero che la Juventus era dieci anni avanti, ed è vero anche che nella nuova generazione si tende a dare fin troppa importanza all'allenatore, ma l'allenatore conta. Conta un tot durante la settimana (come ha raccontato benissimo Allegri a Sky) e conta molto di più durante la partita. Due momenti di uno stesso lavoro estremamente contrapposti tra loro. La preparazione, che ad un certo punto diventa quasi inerzia; e la gestione dei 90 e passa minuti di gioco, dove entrano in gioco altre qualità: intuizione, capacità di lettura, voglia di rischiare, esperienza.
Chi mi conosce lo sa che ho difeso (e in minima parte ancora sento di farlo) Andrea Pirlo dalle critiche facili, dagli attacchi eccessivi, perché se è vero che l'allenatore si deve prendere le sue responsabilità, anche i giocatori defono farlo, soprattutto quando sbagliano passaggi di un metro o commettono errori che ti vietano di fare anche nella scuola calcio.
Ieri, però, mi è bastato scrivere che mi sarei aspettato una presa di posizione responsabile anche da lui e mi sono sentito scrivere da molti che non era giusto attaccarlo, perché in fondo non è colpa sua se Arthur commette un simile errore.
Mi permetto di dissentire.
Proprio perché l'ho sempre difeso, non mi sento di doverlo continuare a fare per partito preso, perché in gioco qui c'è la Juventus non le singole persone e, francamente, l'errore gravissimo di Arthur sarebbe passato in cavalleria se la Juventus avesse fatto ciò che doveva fare: battere in casa una neopromossa in piena emergenza e senza 5 titolari, avendo avuto perdipiù una settimana intera per preparare la partita. E invece in campo si è visto tutto e il suo contrario: esterni a piedi invertiti, affollamento sulla fascia sinistra, confusione su quella destra, movimenti quasi assenti, tanto che il gol nasce dalla difficoltà anche semplicemente di trovare un compagno libero su rimessa laterale. E non si è visto nulla che lasciasse presagire un lavoro ben fatto, una preparazione della partita e una gestione della stessa durante i 90 minuti. Quindi non s'è visto nulla dei due lavori di cui ha parlato a Sky Allegri: mancava il lavoro dal lunedì al venerdì ed è mancato il lavoro durante i 90 minuti.
Tutta colpa di Pirlo? Ovviamente no. Le colpe vanno, come sempre, distribuite tra allenatore, giocatori, dirigenti e anche il presidente perché, e torno al punto di partenza, se davvero Agnelli pensava di poter vincere in Italia anche proponendo un allenatore che non aveva mai allenato neanche la squadra del quartiere, allora ha commesso un errore di programmazione.
Se invece così non fosse, e se il presidente fosse già consapevole di un anno così, sacrificandolo per un progetto futuribile allora l'errore è nella comunicazione, perché bastava dirlo e bastava anche presentare il nuovo progetto.
Perché ad oggi, ad undici partite dalla fine del campionato, ancora non sappiamo quale sia il progetto...
Vincenzo Marangio @ Radio Bianconera
Twitter - @enzomarangio