ESCLUSIVA TJ - Nicolò Napoli: "I miei nove anni fra Torino e Cagliari. Juve, occhio alle ripartenze dei sardi"

Doppio ex di Juventus-Cagliari, in esclusiva per TuttoJuve.com è intervenuto Nicolò Napoli, difensore protagonista della storica doppietta Coppa Italia-Coppa Uefa con i bianconeri nel 1990 e delle imprese dei sardi, capaci di arrivare fino in semifinale di una competizione europea.
Nicolò Napoli, per chi batterà il cuore domenica?
“Sono molto affezionato al Cagliari e a Cagliari, visto che mi ci sono stabilito. Però io sono juventino sin da quand’ero piccolo”.
Alla Juve hai anche coronato il sogno di giocarci, dal 1987 al 1991
“Una grande esperienza, con il capolavoro della stagione 1989/90.Non eravamo la squadra più forte, in più da inizio anno c’era la voce che voleva il nostro allenatore Dino Zoff sul piede di uscita, con Gigi Maifredi già prenotato per l’anno successivo. Noi cercammo di non farci distrarre dalle voci e riuscimmo ad andare fino in fondo sia in Coppa Italia che in Coppa Uefa, vincendo entrambe le competizioni. Purtroppo a Zoff non bastò, arrivò Maifredi e quella che doveva essere la stagione del calcio champagne si è rivelata un fallimento, con la squadra ritrovatasi fuori dalle coppe europee”.
Quello fu il tuo ultimo anno, prima del trasferimento a Cagliari. Cosa successe?
“Avevo 29 anni e un altro anno di contratto. Chiesi un rinnovo per avere maggiori garanzie, per essere più tutelato a quel punto della carriera. Poi mi fu prospettata l’idea di trasferirmi al Cagliari dall’allora ds dei sardi Longo. Decisi di accettare di buon grado, considerato che in Sardegna avrei avuto il posto da titolare. Alla fine sono rimasto cinque anni in cui mi sono tolto grandi soddisfazioni”.
Su tutte la cavalcata europea dei rossoblù. L’ultimo acuto internazionale fino a oggi
“Infatti la nostra squadra, dopo quella campione d’Italia di Gigi Riva, è ricordata ancora con grande affetto. Fra il 1991 e il 1993 fummo protagonisti prima di un sesto posto in Serie A, poi di un cammino europeo che ci ha portati fino in semifinale di Coppa Uefa, eliminando ai quarti di finale, ironia della sorte, proprio la Juventus con un doppio successo. Ci fermò l’Inter in semifinale, ribaltando a San Siro il 3-2 che avevamo ottenuto al Sant’Elia con una partita rocambolesca, con i nerazzurri che ebbero a favore un rigore che non c’era. Peccato”.
Appese le scarpe al chiodo sei diventato allenatore, prevalentemente in Romania. Cosa ci puoi dire del calcio rumeno?
“La gente sente parlare di Romania e pensa a un campionato di basso livello, quanto la nostra Lega Pro. Ma non è così, guardate la Lazio, che ha eliminato a fatica il Vaslui tra l’altro senza riuscire a vincere gli scontri diretti. Le squadre rumene sono buone, chiaramente hanno una loro dimensione. Adesso sono in un periodo di transizione, c’è crisi a livello mondiale e la Romania ne soffre magari di più. Io ho avuto modo di allenare l’Universitatea Craiova, con la quale abbiamo sfiorato l’Europa Leaguue, ma anche l’Astra Ploiesti e il Brasov. Soprattutto a Craiova c’è molto seguito e passione”.
Parlando di attualità che partita ti aspetti domenica?
“Quella fra Juventus e Cagliari è una partita dall’esito apparentemente scontato. Ho visto che domenica i sardi in gran forma, battendo facilmente il Genoa. In più si è appena rientrati da una pausa e la Juve a Lecce non ha fatto una buona partita. Molto dipenderà da chi segnerà prima e la Juve dovrà stare molto attenta alle ripartenze dei rossoblù, che sono il loro punto forte. Credo però che Conte abbia studiato a dovere l’avversario e che la squadra abbia preparato bene la sfida, per cui dico che la Juve vincerà”.