Gli eroi in bianconero: Stefano PIOLI
Lo straordinario Parma dei primi anni Ottanta fa salire alla ribalta del calcio nazionale un promettentissimo giovane difensore di nome Stefano Pioli. A poco più di diciannove anni, essendo nato nella città ducale il 19 ottobre del 1965, la Juventus rimane affascinata dalla sua eleganza e dalle sue doti di mobilità, decidendo di ingaggiarlo, per dare nuova linfa ad un reparto da troppi anni basato sui medesimi elementi.
Pioli giunge a Torino timidamente, con la sua aria da ragazzo di buona famiglia senza grilli per la testa.
«Il balzo dalla terza serie alla Juventus è grandissimo. Ancora mi sembra impossibile essere qui, in compagnia di così tanti campioni», dice.
È inevitabile che, causa della giovane età, debba fare anticamera: davanti a lui, i grandi Cabrini, Brio e Scirea chiudono la strada al campo.
Ma ha la fiducia di tutto l’ambiente bianconero; il “Trap”, confortato da quanto il campo,gli ha fatto vedere, dice:
«È un tipo sveglio, dal gran fisico, Ha confermato una certa sicurezza ed offre già un buon affidamento».
Anche Brio non ha dubbi.
«È bravo, bravissimo», afferma, «È modesto fuori e grintoso in campo. Farà una grande carriera».
Tutto bene, quindi.
«È merito dei compagni! Le cose sono state più facili del previsto. Non nascondo, che alla vigilia del ritiro avevo una grande emozione, ma mi hanno immediatamente fatto capire che ero uno del gruppo. Ero uno come loro anche se so cosa mi aspetta. Voglio dire che si fa esperienza anche soltanto negli allenamenti. La mia prima stagione juventina sarà un anno di studio. Si imparano tante cose nelle partitelle, il signor Trapattoni mi spiega cose incredibili. È davvero tutto magnifico».
Rimane sotto la Mole per tre stagioni, al termine delle quali totalizzerà solamente cinquantasette presenze fra campionato, Coppa Italia e Coppe Europee; poco, se confrontato a quello che si riprometteva di fare e soprattutto conoscendo le sue indubbie doti tecniche ed atletiche.
Nell’estate del 1987, nell’ambito della collaborazione tra Juventus e Verona, venne ceduto ai gialloblu; quindi un lungo girovagare, per vestire le maglie di Fiorentina, Padova, Pistoiese e Fiorenzuola, prima di intraprendere la carriera di allenatore.