Olivera critico: "Juve senza identità, col Lecce si dovrà svegliare. Allegri? E' arrivato il momento di cambiare, serve un'idea di calcio più moderna"
"Qui procede tutto bene, ho già avuto dei contatti con alcuni club di Serie D. Ho 4/5 situazioni in ballo, ma per correttezza non posso fare nomi. Vorrei cominciare da questa categoria, in attesa di conseguire il mese prossimo il patentino Uefa A". Pensieri e parole di Ruben Olivera, ex centrocampista bianconero tra il 2004 e il 2007, che in esclusiva ai microfoni di TuttoJuve.com analizza il delicato momento bianconero e non solo:
Potrete riascoltare uno stralcio dell’intervento a “Cose di Calcio” in onda su Radio Bianconera (visibile anche su app di RBN e su smart tv di ultima generazione).
Hai avuto tanti allenatori importanti in carriera, a chi ti vuoi ispirare?
"Mi ispiro molto a Gasperini, mi piace il suo modo di fare e l'intensità degli allenamenti. Lo ammiro moltissimo, lui è uno che insegna calcio. Panchina Juve tra qualche anno? Questo è un lavoro che svolgo con passione, solo il tempo dirà dove potrò arrivare. Ma come dico sempre: sono i giocatori che fanno la fortuna degli allenatori. Vedremo come andrà".
Perché la Juventus di oggi non è intensa, veemente e dominante sul campo?
"Con la rosa di giocatori che la compongono, la Juve potrebbe essere intensa e dominante sul campo come il Manchester City, il Real Madrid e il Napoli, ma forse tutto questo non viene richiesto dall'allenatore. E' difficile giudicare ciò che succede quando sei fuori, l'impressione però è che in campo si fa davvero troppa fatica. La Juve è irriconoscibile, a fine campionato non è riuscita ancora a trovare la sua identità".
Te lo spieghi un mese di aprile in cui la Juventus è riuscita a vincere solo due volte?
"No, poi gli attaccanti non segnano mai. E' da troppo tempo che segna poco, francamente non me lo so spiegare".
Domani arriverà il Lecce in una sfida che non è affatto semplice. Che partita sarà?
"L'unico modo per superare il Lecce è giocare un match d'intensità, ai bianconeri servono i punti per la Champions. Il Lecce, anche se ha vinto l'ultima, è affamato e vuole salvarsi, per questo la Juve si dovrà dare ancor di più una svegliata e far bene. Queste sono le partite più insidiose".
Quindi sarà sulla stessa falsariga dell'andata?
"Per me sì, perché il Lecce non può sbagliare. E giocare allo "Stadium" può dare uno slancio in più ai giocatori. Per cui: o si chiuderanno e ripartiranno, oppure si intimoriranno e faranno una partita d'attesa. Mi piacerebbe capire in che condizione arriverà la Juve, ho visto che con il Bologna sono stati inseriti molti giovani. Serve freschezza a questa squadra, anche se l'età media però non sembra così alta".
Come mai, a tuo parere, due giocatori così forti come Chiesa e Vlahovic stanno incontrando molte difficoltà?
"Chiesa lo si può capire, poiché arriva da un lungo infortunio e non è ancora in forma, mentre Vlahovic sta vivendo un periodaccio. Per me non è totalmente colpa sua, non è che di punto in bianco un giocatore che faceva sfracelli a Firenze diventa un brocco. A questa Juve sta mancando un'identità di gioco, purtroppo non è servito bene e fa fatica".
Potrebbe essere l'occasione giusta per venderlo in estate nel caso in cui dovesse arrivare un'ottima offerta?
"Direi proprio di no, perché è un giovane affamato di vittorie. Fa di tutto per far bene, si vede che ci tiene. Magari terminare l'annata con un trofeo potrebbe aiutarlo a ripartire meglio il prossimo anno".
Il secondo posto in campionato e la vittoria in Europa League, che sono gli obiettivi dichiarati del club, potrebbero salvare la stagione?
"Sì, perché l'Europa League è comunque un trofeo prestigioso che arricchisce la bacheca e consente di giocare la Supercoppa. Per come è andato quest'anno, i 15 punti di penalizzazione e il caos a livello societario, riuscire a centrare questi obiettivi sarebbe un trionfo".
Tornando a parlar di campo, nelle interviste post match Cuadrado ha alzato la voce facendo notare gli errori arbitrali subiti. Che ne pensi?
"Secondo me, non è il modo corretto per farlo notare. L'episodio a cui si riferiva con il Bologna, quello di Orsolini con Alex Sandro, non è mai fallo, in Inghilterra non perderebbero nemmeno tempo a riguardarlo. La Juve non si deve attaccare a questi episodi, è sempre stata più forte sul campo. Più che parlare degli arbitri, bisogna pensare alla squadra e a far bene".
Fermo restando che difficilmente verrà rinnovato. Sarebbe una scelta sbagliata da parte della società?
"Sì, perché è un giocatore che può dare ancora tanto. E' da tanto nella Juve, ha il Dna vincente del club e può far da chioccia ai più giovani. Non ci sono molti giovani come Juan in giro, per cui lo riconfermerei".
Per tornare a puntare nuovamente a vincere lo scudetto, c'è un qualcosa che cambieresti?
"Non conosco personalmente Allegri e come lavora, ma per me è arrivato il momento giusto per cambiare allenatore. La Juventus ha bisogno di una nuova identità. Ci vuole un profilo più giovane, in linea coi tempi, a cui deve esser dato il tempo per lavorare, evitando quanto accaduto per intenderci con Sarri e Pirlo. Il mister si affida molto alla giocata del singolo e del campione, ma per tornare a vincere serve un'idea di calcio più moderna".
Si ringrazia Ruben Olivera per la cortesia e la disponibilità dimostrata in occasione di questa intervista.