Milan, l'ex ds Mirabelli a Sportitalia: "Bonucci non è stato un flop. Dargli la fascia è stato un errore"
Massimo Mirabelli, ex direttore sportivo del Milan, si confessa ai microfoni di Sportitalia: "Io credo che uno non debba mai accontentarsi e mirare a fare sempre di più. Chi non opera non fa errori e in questo mondo bisogna cercare di fare meno sbagli possibili. Sono stati 15 mesi molto complicati, sarebbe ipocrita da parte mia dire che abbiamo fatto tutto bene. La conferma di Montella? Arrivammo il 16 di aprile, nel derby contro l'Inter, e abbiamo finito la stagione, una stagione complicata, con Montella che aveva fatto un buon lavoro. Secondo me meritava una chance di guidare ancora i rossoneri. Poi col senno del poi è facile dire che abbiamo sbagliato, ma allora meritava di rimanere. Ci abbiamo pensato tanto su questa scelta, non abbiamo deciso in pochi minuti. Conte? Abbiamo ascoltato anche lui, abbiamo parlato direttamente. Una chiacchierata che però poi non è sfociata in nulla. Fassone? Devo dire grazie a lui come a tutti coloro con cui ho lavorato in tutte le categorie. Non sono arrivato per caso al Milan, se poi per qualcuno la gavetta è una cosa negativa allora non posso farci nulla. A volte la stampa dà delle etichette a prescindere, ma credo che sia importante fare tutti i passi fino all'università. Anche la Juventus di Marotta e Paratici ebbe bisogno di più di un mercato per fare quello che hanno poi fatto. Non credo che l'acquisto di Bonucci possa considerarsi un flop. Lui era convinto di venire al Milan quando lo contattai e non so poi cosa sia successo dopo che me ne sono andato. La situazione allora era un pò particolare, lui non si trovava bene alla Juve e noi cogliemmo l'opportunità. André Silva? Porterà una plusvalenza importante alle casse del Milan. Il club andava ringiovanito e ricostruito con un certo senso e noi abbiamo lavorato in questo senso prendendo giocatori di prospettiva a cui serviva tempo per mostrare le loro qualità in un ambiente difficile come quello rossonero, dove le aspettative sono tante. Credo che siano giocatori che possono costituire una base importante per il futuro e mi spiace che Silva non sia rimasto perché sono certo che avrà un futuro importante. Aubameyang e Morata? Da anni è risaputo il rapporto con Aubameyang, ci siamo visti più volte e lui era il mio unico obiettivo per l'attacco anche se il Dortmund chiedeva tanto.
Mentre lavoravo per portarlo a Milano dovevo sentire anche le richieste del tecnico che riteneva Kalinic come prima scelta. Era una trattativa difficile quella per il gabonese e sono intercorse altre trattative che poi hanno portato alla squadra che abbiamo costruito senza lasciare nulla da pagare perché quella proprietà ha pagato tutto quello che dovevamo. Noi trattavamo 4 attaccanti che erano Benzema, Morata, Higuain e Immobile. Il rapporto con Mino Raiola? Non c'è un odio o una guerra fra di noi, ognuno cercava di tutelare i propri interessi. Mino probabilmente era abituato in maniera diversa dai miei predecessori. Ricordiamo che Donnarumma non aveva rinnovato col Milan prima del mio arrivo nonostante gli ottimi rapporti coi rossoneri, fu un'estate molto calda e impegnativa che però alla fine ha portato al prolungamento del portiere senza dare a Raiola i 30-40 milioni di euro di commissione. I toni a volte sono stati abbastanza accesi. Ibrahimovic? Scaldare il cuore dei tifosi con un grande campione che ha vestito la maglia rossonera è sbagliato. Ce lo offrirono anche a noi e dicemmo di no perché il Milan ha la necessità di acquistare giocatori per un nuovo ciclo e Ibrahimovic nonostante sia un campione a livello anagrafico non rientra in quest'ottica. La fascia di capitano a Bonucci? Si è trattato di un errore non perché lui sia un cattivo ragazzo, ma perché c'erano altri con maggiore storia rossonera che la meritavano. Higuain? Noi volevamo una contropartita importante nello scambio con Caldara, poi non so come sia evoluta la situazione. Ausilio? Professionalmente la nostra storia è finita, non ha gradito il mio passaggio al Milan. Poi a livello personale ci sentiamo e vediamo. Gattuso? Sono stato orgoglioso di aver fatto questa scelta per la professionalità, la serietà e l'amore che lui e il suo staff mettono in questo lavoro. La società cinese non era d'accordo perché pensava che da fuori sarebbe sembrato un ridimensionamento, ma gli spiegai che per me l'allenatore del futuro è Rino. Anche lui paga il fatto di aver fatto gavetta in Grecia, in Serie C e B e per me questo è positivo. Molti vogliono iniziare dall'università, mentre lui ha iniziato dal basso per poi arrivarci. La Roma? Ovviamente ci andrei, non rifiuterei una loro proposta. Ma non so se Monchi andrà via o meno".