Padovan: "Se Thiago Motta rimane la Juve ha cambiato i suoi obiettivi"

La Juventus esce con le ossa rotte dallo scontro diretto contro l’Atalanta, subendo una pesante sconfitta per 4-0 allo Stadium. Una serata da incubo per i bianconeri, travolti dall’intensità e dalla qualità della squadra di Gasperini, capace di dominare la partita dall’inizio al triplice fischio. Una delle sconfitte casalinghe più pesanti della storia moderna della Vecchia Signora solleva interrogativi profondi sulla gestione tecnica e societaria. Il malcontento dei tifosi bianconeri si è palesato in modo piuttosto evidente, con lo stadio che si è svuotato ben prima del fischio finale.
Secondo Giancarlo Padovan, Tiago Motta non dovrebbe rimanere in panchina neanche se riuscisse a raggiungere il quarto posto: “Se rimane, la Juve ha cambiato i suoi obiettivi”, afferma, sottolineando come il progetto triennale iniziale non abbia portato i risultati sperati. La critica nei confronti del tecnico è durissima: “Ha dimostrato con le scelte che ha fatto in tante partite, non solo ieri sera, di essere un presuntuoso di tre cotte, uno che crede di aver inventato il calcio. Incompetente, a tratti inadatto al gioco del pallone", le sue parole a Radio Radio.
Ma Padovan non si ferma a Motta e allarga il discorso anche al direttore sportivo Cristiano Giuntoli, colpevole, a suo dire, di un mercato inadeguato: “Giuntoli è inadeguato per fare i mercati, perché ha fatto un mercato sia durante l’estate sia a gennaio, quando aveva da ottobre due giocatori infortunati”. Gli acquisti di Kelly e Renato Veiga sono finiti nel mirino delle critiche, così come la gestione del caso Vlahovic: “Ha iniziato il campionato senza il vice Vlahovic, poi improvvisamente, anche per scelta sua, Vlahovic è diventato uno da vendere”. Un’analisi che mette in discussione l’intero progetto tecnico della Juventus.
Il crollo contro l’Atalanta, seppur non isolato nel panorama delle grandi squadre – “Anche il Napoli ha perso 3-0 in casa con l’Atalanta” – assume un peso specifico maggiore quando riguarda la Juventus, un club che vive di vittorie e che deve fare i conti con la delusione dei tifosi. “Trattandosi della Juve e trattandosi di uno stadio che non sta lì a guardare la partita, ma se ne va e ti manda quel paese, è giusto amplificarlo”, conclude Padovan, sottolineando come il fallimento del progetto sia ormai evidente. Resta da capire quali saranno le decisioni della società, ma il malcontento attorno alla gestione attuale è sempre più forte.