Javi Moreno: "Il Milan non sbaglia a prendere Morata, è rodato e ha giocato in grandi squadre come Real e Juve"

16.07.2024 19:40 di  Alessandra Stefanelli   vedi letture
Javi Moreno: "Il Milan non sbaglia a prendere Morata, è rodato e ha giocato in grandi squadre come Real e Juve"
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"Il Milan con Morata non sbaglia". <strong>Javi Moreno</strong>, ex attaccante spagnolo che ha vestito la maglia rossonera in passato, non ha dubbi sul colpo di mercato che ha praticamente piazzato il Diavolo e lo ha spiegato ai taccuini di <em>MilanNews.it</em>: "È un giocatore già rodato, che ha giocato le grandi competizioni e in grandi squadre come Real Madrid, Juventus, Chelsea e Atletico. Per esperienza e qualità sicuramente un grande affare".

<strong>Cosa le piace di lui?</strong>
"È un giocatore che lavora molto per la squadra e fa sì che gli altri beneficino del suo lavoro. Quest'ultimo aspetto non va sottovalutato. In questo Milan può fare benissimo".

<strong>Come valuta il suo Europeo?</strong>
"Molto buono, è stato un degno capitano che si è sacrificato tanto per il collettivo".

<strong>A trovare il pelo nell'uovo, anche all'Europeo ha dimostrato di non essere proprio un bomber implacabile.</strong>
"Si sottovaluta il fatto che i compagni segnano grazie al suo lavoro. Poi, certo, da un centravanti ti aspetti tanti gol. Alvaro è comunque uno che non fa mancare il suo apporto sotto questo profilo, ma effettivamente la storia dice che non è uomo da 20-25 gol ma da 13-14. Diciamo che è l'altra faccia della medaglia del suo essere generoso".

<strong>A oggi Morata è il meglio che c'è tra gli attaccanti spagnoli?</strong>
"C'è Iago Aspas che non è più giovanissimo, c'è Joselu. Diciamo che c'è una lista di 4-5 attaccanti di livello ma nessuno ai livelli di Mbappé o Cristiano Ronaldo. A oggi in Spagna fai fatica a trovare un centravanti che garantisca tanti gol".

<strong>Stesso problema che c'è in Italia, ma non solo: come mai?</strong>
"È cambiato il modo di giocare, è diventato troppo tattico e fisico. All'attaccante si chiede poi di lavorare per la squadra, di difendere. Ai miei tempi noi attaccanti pensavamo solo al gol".