Il Nuovo Molise - Parla Aldo Esposito, fisioterapista della Nazionale "silurato" dalla Juventus

Il nostro quotidiano ha avuto l’onore di poter intervistare Aldo Esposito, il campione del mondo del 2006 con la nazionale italiana di calcio guidata dal ct Marcello Lippi e attuale fisioterapista della stessa. Una vita dedicata allo sport e al mondo del calcio quella di Esposito, che per ben 15 anni ha lavorato nello staff della Juventus come fisioterapista e ha curato con le proprie mani fior di campioni.
Il suo rapporto con la società di Torino si è interrotto “bruscamente” a causa di scelte societarie e del nuovo assetto della Juventus, che a partire dalla passata stagione ha deciso di cambiare, oltretutto con scarsi risultati. Cosa si prova ad essere campione del mondo? Dopo cinque anni quali emozioni ancora l’attraversano?
«Con il passare degli anni, oramai ne sono passati già cinque da quella notte magica, le emozioni vanno scemando – spiega Aldo Esposito – ma per me è stata una gioia immensa. Immaginate, un comune mortale di un piccolo centro del Molise, una della regioni più piccole d’Italia, trovarsi in quel contesto e vincere una competizione di così elevato livello. Un sogno che si può avverare solamente una volta nella vita. Solo nell’ultimo periodo ho realizzato “concretamente” la grande impresa compiuta dalla nazionale di Lippi».
Quale è stato il segreto di quella squadra?
«Il segreto di Lippi è stato quello di aver costruito un grande gruppo. Aveva le persone giuste, comprese quelle dello staff, al posto giusto. Ognuno sapeva cosa fare e nessuno sbagliava un colpo. La Nazionale italiana non è fatta solo di calciatori, ma anche di uomini e addetti ai lavori. Una sorta di grande famiglia che nel 2006 ha espresso tutto il massimo potenziale».
In quindici anni di Juventus, quale è stato il calciatore migliore che lei ha avuto modo di notare?
«La mia esperienza alla Juventus è durata ben 15 anni e ho visto passare in squadra tanti campioni. Non è facile fare dei nomi, anche perché campioni lo si può essere sia sotto il lato tecnico e sia sotto quello professionale ed umano. Certamente non dimenticherò mai calciatori del calibro di Vialli, Buffon, Zidane, Del Piero, Emerson, Davids, Di Livio, Thuram, Cannavaro, Ravanelli e tanti altri. Uomini veri e grandi giocatori in campo».
La sua è stata una carriera legata molto alla città di Isernia, iniziò proprio qui a fare il fisioterapista. Cosa augura alla nuova società tornata in sedie D?
«Sono felice per la squadra e per la società della mia città. In questi anni ho avuto poco tempo per seguire il calcio minore, ma l’opportunità che avrà l’Isernia nella prossima stagione sportiva sarà immensa. Infatti, si confronterà con altre realtà italiane importanti e in questo modo potrà crescere sotto vari punti di vista. In primis, secondo il mio parere il calcio dovrebbe essere socializzazione e confronto ».
Perché la Juventus ha deciso di “sbatterle” la porta in faccia? Prova rancore per questa scelta societaria avventata?
«La solita mentalità italiana ha spinto la società ad attuare un cambio improvviso che è servito a ben poco, visti i risultati scadenti. Non provo rancore nei confronti della Juventus perché la mia persona non ne sente per nessuno in generale. Mi dispiace di esserci separati in questo modo. Avrei voluto lasciare la Juventus da vincente ancora una volta».
Il suo rapporto con mister Prandelli? Cosa pensa di questo nuovo ciclo della nazionale italiana?
«Il mister riveste grande fiducia nel suo staff. Mi è stata concessa l’opportunità di andare avanti dopo la vittoria del mondiale nel 2006 e la sfortunata avventura del Sudafrica, ed io ho accettato subito la proposta. Si sta costruendo una nazionale nuova. C’è da dire che il panorama calcistico non offre tantissimi campioni, vista la presenza di tanti stranieri, e anche la nostra nazionale è stata “costretta” a naturalizzare qualche calciatore. Il lavoro è incentrato ora sui prossimi campionati europei del 2012, dove si dovrà ben figurare».
Infine, a suo parere chi sarà la favorita per la vittoria finale del prossimo campionato di serie A?
«Beh – conclude Esposito – grandi colpi di calcio mercato non ve ne sono stati. Parliamo delle solite note, Inter , Milan, Roma, inserirei anche il Napoli se dovesse ripetere il campionato di quest’anno. La Juventus potrebbe essere avvantaggiata dal fatto di non disputare coppe e quindi di potersi concentrare solamente sulla serie A, ma ancora non la vedo al livello delle avversarie».