Giletti: "Non credo che ci siano coincidenze sui fatti giudiziari che coinvolgono l’Inter. Sull'inchiesta Curve..."

06.03.2025 16:50 di  Alessandra Stefanelli   vedi letture
Giletti: "Non credo che ci siano coincidenze sui fatti giudiziari che coinvolgono l’Inter. Sull'inchiesta Curve..."
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© foto di Uff. Stampa Rai

Massimo Giletti, noto giornalista e conduttore televisivo, è intervenuto su Radio Crc durante la trasmissione A Pranzo con Chiariello, esprimendo dubbi e preoccupazioni sulle recenti vicende giudiziarie che riguardano l’Inter: "Questa farsa sulla bestemmia di Lautaro Martinez e sull’audio che prima scompare e poi viene ritrovato lascia spazio a interpretazioni e dietrologie di cui il calcio non ha bisogno in questo momento.”

Il conduttore ha poi aggiunto di essere in possesso di informazioni delicate su questioni interne all’Inter che potrebbero avere un impatto significativo.
"Ho in mano una cosa molto delicata che riguarda l’Inter e che devo riuscire a finalizzare, ma ci sono vicino. Quando la manderò in onda farà molto discutere poiché si tratta di frequentazioni all’interno dell’ambiente Inter con un sistema molto opaco legato all’inchiesta sulle curve. Aggiungerà un tassello delicato che getta luci sulla vicenda degli ultras".

Parlando del tema della criminalità organizzata legata al mondo delle curve, Giletti ha fatto riferimento a un presunto sistema di controllo all’interno del settore del tifo organizzato, non solo in casa Inter, ma anche in riferimento al Milan.
"L’inchiesta sulla curva del Milan non ha ancora l’aggravante per associazione mafiosa, anche se esistono intercettazioni dal 2018 in cui personaggi importanti, come il cosiddetto ‘Calabrò’, garantivano il controllo della Curva Sud. Eppure, a Milano nessuno dice nulla. Si raccontano solo le luci, la moda, i grattacieli e la bellezza. Tutte le ombre vengono nascoste e chi, come me, prova a raccontarle, viene minacciato".

Giletti ha poi ribadito di non temere pressioni:
"Vado avanti, non ho paura delle minacce. Le curve in tutta Italia sono luoghi in cui ci sono personaggi oscuri, violenti e pericolosi".

Il giornalista ha infine accennato a vecchi episodi, come Calciopoli, in cui secondo lui la giustizia non avrebbe agito in modo equo.
"Il procuratore Palazzi disse che le intercettazioni dell’Inter nel caso Calciopoli erano peggiori di quelle che riguardavano la Juventus, ma non furono mai analizzate e finirono in prescrizione. La morale non va mai in prescrizione: i dirigenti nerazzurri non possono dettare regole morali quando la loro società ha avuto situazioni opache".

Giletti ha poi sollevato dubbi su possibili manovre nei piani alti del calcio italiano:
"Nei palazzi del potere c’è qualcuno che manovra l’intero filone delle indagini e dei procedimenti in atto. Stranamente, l’Inter ne esce sempre pulita. Ma questa volta non so se ci riuscirà".

Ha infine concluso con una riflessione su come il club nerazzurro stia cercando di tutelarsi nella vicenda:
"L’Inter si è costituita parte civile, ma quando si vede che i calciatori regalano orologi e biglietti agli ultras attraverso il capo tifoso Berretta, che sta collaborando per salvarsi la vita, la situazione si fa complicata. Siamo garantisti, ma dobbiamo aspettare il processo".

Infine, Giletti ha ribadito come il potere trasversale abbia un ruolo determinante nel calcio, portando come esempio la chiusura del suo programma televisivo per aver parlato di mafia: "Il mio programma fu chiuso dallo stesso editore che gestisce la Gazzetta. Il potere è fatto di tante cose e spesso determina ciò che accade. Io da juventino riconosco che in passato certi poteri abbiano influito anche sulla Juve, ma qui parliamo di regole: c’è chi si comporta bene e chi no. La giustizia sportiva dovrebbe colpire chi viola i regolamenti, invece vedo che si tarda. E mi chiedo: come mai?”.