Gazzetta - Così si creano i trionfi bianconeri. Parla il responsabile Training Check Juventus, Roberto Sassi, padre del "sistemaJuve"

Ieri ha parlato uno degli uomini forse più sconosciuti, ma anche più importanti della Juventus vincente di Antonio Conte. Si tratta di Roberto Sassi, responsabile del Training Check della Juventus. Il cosiddetto "Metodo Juventus", un sistema originale, ispirato e dettato da un’enciclopedia di esperienze cominciate da queste parti, 32 anni fa - si legge sulla rosea -. Quando Beppe Marotta e Roberto Sassi lavoravano per il Varese Calcio. E poi collaudate, elaborate e moltiplicate prima di incontrarsi ancora, Marotta e Sassi, alla Juventus. Un sistema illustrato dallo stesso Sasso nel convegno al Centro Ricerche Mapei Sport, in quel tempio scientifico pensato da Aldo Sassi, fratello di Roberto, e ora ampliato e rinnovato. "Il metodo Juventus—spiega Roberto Sassi — si applica a tutti i giocatori della Juve, ai 300 dalla prima squadra agli under 10, e ai 500 degli under 8, ed è affidato ai 58 specialisti dello staff. Si basa su una stessa linea, comune a tutti. Dagli allenatori ai preparatori, daimedici ai fisioterapisti, dai massaggiatori ai consulenti nell’alimentazione o nella psicologia. Si applica in quattro aree: tecnica, fisica, medica e psicologica. L’obiettivo è supportare programmazione, organizzazione e gestione di squadre e giocatori. Tutti devono sentirsi coinvolti, partecipare, contribuire. Tutti devono dare qualcosa inpiù: alla fine di allenamenti e partite, tutti devono trasmettere dati perché siano acquisiti, studiati, compresi, controllati, verificati. Il mio compito sta nel coordinamento e nella regia.
Senza togliere nulla ai tecnici. A cominciare da Antonio Conte". Il metodo Juventus è fatto di tante piccole rivoluzioni. "Come la figura di uno psicologo dello sport nelle squadre giovanili. Come la maggiore importanza data nella ricerca dei giovani talenti e nei minori investimenti per la prima squadra. Come la stessa importanza attribuita allo sviluppo tecnico e a quello fisico. Come la preferenza assegnata ai test sottomassimali, cioè quelli non eseguiti al massimo, perché possono essere più facilmente ripetuti. Come lo stesso database assegnato a tutti i collaboratori tecnici e scientifici, e la possibilità di leggere la situazione, anche se solo dall’alto verso il basso, cioè Conte può leggere relazioni e dati di tutti, ma nessuno può leggere relazioni e dati di Conte".
Grazie a questo metodo, è calato drasticamente il numero degli infortuni muscolari: "Non è solo il primo posto in classifica della prima squadra— dice Sassi —. Ma è, per esempio, il minore numero di infortuni. Si credeva che la colpa fosse del prato dei campi di allenamento, e invece è ilmerito di tutta questa scienza della preparazione".
Per Sassi, però, si può ancora migliora: "La Juve è la squadra dove la differenza di allenamento fra chi gioca sempre, o quasi, come Barzagli — finora 51 partite— e chi gioca meno o molto meno o quasi mai, è del 10%. La media è del 20%. Ma ci sono casi che raggiungono addirittura il 40%. Noi dobbiamo arrivare alla parità"