Non cadere nel disfattismo
Non tutti i mali vengono per nuocere a mio giudizio.
L’eliminazione della Juventus dalla CL, pone fine ad un equivoco che si trascina dal 2007, e ciòè che la Juventus potesse essere competitiva in Europa ed in Italia, con l’organico che aveva all’epoca, con alcuni innesti mirati, che poi non si sono mai bene inseriti.
Adesso sappiamo con certezza di non avere un organico competitivo, nel senso che se la squadra è al completo può anche fare bene contro avversarie importanti, ma siccome i tornei non si decidono solo in alcune gare, ma hanno la loro durata nel tempo, è ovvio che con l’organico che ci ritroviamo, come in Italia possiamo battere l’Inter ma perdere a Cagliari, così in Europa, dove i valori sono mediamente superiori, troviamo difficoltà contro formazioni forti ma non fortissime, se non siamo al completo.
Torno a ripetere quanto scritto e detto altrove, tornati in A, si dovevano porre le basi per un progetto a due – tre anni, o in alternativa, puntare subito in alto ma con acquisti di valore; viceversa si è scelta una via mediana, forse per accontentare quella parte di tifoserie che non voleva una stagione di secondo piano, o forse per dimostrare subito a tutti che la nuova dirigenza ci sapeva fare, azzeccare acquisti di valore con poco denaro e tornare a vincere.
E così, non si puntò su un allenatore emergente ed alla valorizzazione del nostro vivaio, o all’acquisto di giovani promettenti, che avevamo già visto all’opera in B, quali Hamsik o quel Ranocchia che oggi costa parecchio, ma che avevamo già visto all’opera nell’Arezzo di Antonio Conte; si preferirono certi nomi che poi si sono rivelati non all’altezza della Juventus, da Almiron, a Tiago, ad Andrade; il solo Iaquinta e, a gennaio, Sissoko, hanno in parte salvato il mercato di quella stagione.
Non diversamente lo scorso anno, l’acquisto per certi aspetti incomprensibile di Poulsen, mentre Amauri tutto sommato si è rivelato un giocatore utile e di valore.
Adesso il rischio è di perseverare negli errori.
Su Ferrara ho avuto modo di dire la mia, ritengo un errore il suo esonero in questo momento della stagione.
Conseguentemente, appurato che questa squadra non è competitiva ai massimi livelli ma può comunque dare filo da torcere quando è in condizione, occorre non essere precipitosi, e rischiare di gettare acqua sporca con il bambino pure, semmai riconvertire gli obiettivi stagionali e i progetti per l’avvenire.
La Juventus non poteva competere per la CL, forse neppure per lo scudetto, ma rimane in Europa, pur se nella declassata Europa League, e può competere per la Coppa Italia.
Per carità, non sono queste le ambizioni della tifoseria, anzi, come prevedibile, più si allontana il momento del ritorno alla vittoria importante, più aumentano i nostalgici del recente passato, non a caso ieri sera per la prima volta in modo fragoroso, lo stadio ha intonato cori di fortissima critica ai dirigenti e di esaltazione per Andrea Agnelli e la Triade.
Del resto la dirigenza adesso non è più difendibile, ci aveva detto che quest’anno si puntava a vincere, già si è fuori dall’Europa, per cui hanno commesso un grossolano errore di valutazione.
Pertanto non si può continuare ancora nella gestione approssimativa societaria, s, i è rinviata troppo a lungo la soluzione del problema del Direttore Generale, figura che ci manca e che deve essere ricoperta da chi ha competenza ed esperienza nel mondo del calcio, cose che non si inventano dall’oggi al domani.
Ci hanno provato, i risultati sono questi, bene, facciano ammenda dei loro errori, e procedano ad un riassetto societario che sia degno del nome Juventus.
Ma, appunto, se si vuole ritornare a vincere, cerchiamo di non sprecare questa annata in corso.
Ridimensionati gli obiettivi, il mercato di gennaio dovrà essere svolto ugualmente ma in prospettiva della prossima stagione, e nel frattempo rodare questo organico, con gli innesti di elementi provenienti dalla “Primavera”, sia in Europa League, sia in Coppa Italia, cercando in campionato di non perdere almeno la terza posizione utile per la CL.
Unico modo questo, per sapere una volta per tutte, su cosa costruire per la prossima stagione.
E, amaro o no quanto sto adesso per dire, d’ora in avanti i senatori, facciano spogliatoio, facciano da chioccia, ma facciano anche spazio ai giovani in prima squadra.
Vedete, l’errore iniziale, di ritenere questa squadra fortissima e vincente, può essere in parte corretto, cambiandosi strategie, mentre la stagione è ancora in corso.
Io credo che questa Juve, molto incostante nel rendimento, abbia appunto la sua debolezza nel fatto che è squadra ancora in gran parte nuova e non ancora ben amalgamata.
Provate a comparare la formazione diciamo “tipo” della scorsa stagione, con quella di quest’anno, noterete che la difesa per tre quarti è diversa; il centrocampo praticamente nuovo come nomi ma anche come schemi, e solo l’attacco è rimasto identico, ma con moduli diversi.
Bene, che questo organico faccia da base su cui costruire, cominciandosi fin da ora intanto nel persistere in certe scelte: ad esempio il centrocampo a rombo Sissoko – Felipe Melo – Marchisio, con Diego avanzato, ha bisogno di giocare ed affiatarsi sempre di più, per potersene dare un giudizio a fine stagione; smantellarlo in tutto o in parte adesso, rischierebbe di produrre nuovi Almiron, campioni ad Empoli e fantasmi a Torino, o nuovi Tiago, da tre anni in attesa di esplodere e rimasto sempre nel limbo.
Rendiamoci conto che stanno giocando assieme, questi quattro giocatori, per la prima volta.
Poi, ritengo importante chiudere immediatamente per la conferma di Caceres, e il rientro di Criscito e Palladino, o almeno il primo, oltre che di Lanzafame, per avere un certo assortimento in avanti; i vari Ariaudo, De Ceglie e Giovinco debbono trovare maggiore spazio, per potersene dare una valutazione completa a fine stagione, e sapere finalmente se sono o meno da Juve.