Michele Padovano: "Juve provinciale a San Siro, non è ancora pronta per vincere. Allegri? Ci aspettavamo un atteggiamento diverso. Su Kean..."
La redazione di TuttoJuve.com ha contattato telefonicamente, in esclusiva, l'ex attaccante bianconero di metà anni '90, Michele Padovano, per parlare approfonditamente degli ultimi avvicendamenti in casa Juve e nono solo:
Potrete riascoltare uno stralcio dell’intervento a “Cose di Calcio” in onda su Radio Bianconera (visibile sui canali 60 e 68 di HBBTV e su Smart TV Samsung fruibile sul numero 4005).
Tu sei sempre convinto che la Juventus sia da scudetto anche dopo il ko con l'Inter?
"No, la Juventus ha dimostrato di non esser pronta per vincere e per misurarsi a certi livelli. Mi sarei aspettato una squadra più propositiva, che prendesse in mano il gioco e che creasse, invece ha subito la manovra nerazzurra e se fosse finita 3-0 non ci sarebbe stato nulla da dire. L'unica vera occasione è capitata sui piedi di Vlahovic, che ha sprecato malamente il controllo. Il campionato resta molto dignitoso, ma la partita di San Siro poteva esser affrontata sicuramente in maniera diversa".
Chi è mancato di più nel match di domenica scorsa?
"Non parlerei di singoli, a me piace sempre parlare della squadra in generale: vincono tutti, perdono tutti. La Juve non ha espresso un gioco, non ha creato nulla, lo stesso Yildiz è giovane - e la stessa età lo porta ad avere attenuanti - ma non ha inciso per nulla. Ciò che è saltato agli occhi è che la Juventus abbia giocato come una provinciale".
Qualche critica ad Allegri è stata spesa durante la settimana, ti trovi d'accordo? Forse ci voleva un po' più di coraggio?
"E' l'allenatore, è sempre al centro dell'attenzione. Prima è stato elogiato, giustamente, per le cose buone fatte, mentre ora ci aspettavamo un atteggiamento diverso da parte della squadra. Se arrivano delle critiche, è giusto che le accetti".
Ti aspetti qualche cambio dal punto di vista del modulo? Magari un tridente formato da Chiesa-Yildiz-Vlahovic?
"Non è una questione di uomini o singoli, è l'atteggiamento in campo che deve esser diverso. Sono stati troppo timorosi e preoccupati dall'avversario, la Juve è abituata ad imporre il gioco contro tutto e tutti. Con l'Inter c'è stato sia un gap tecnico che di personalità, onestamente sono rimasto molto basito da come si sono comportati in campo. Eppure giocatori come Locatelli e Rabiot messi nelle giuste condizioni non hanno nulla da invidiare a Calhanoglu, Barella e Mkhitaryan. Non vedo tutta questa differenza tra i due centrocampi".
In che modo, eventualmente, la Juventus può riaffacciarsi sulla corsa Scudetto?
"Fino a che la matematica non consegnerà il titolo all'Inter, la possibilità c'è sempre. La Juve dovrà vincerle tutte, sperando in uno o più passi falsi degli avversari".
Condividi la scelta di prendere un giovane come Alcaraz alla fine del mercato?
"E' un giocatore forte, importante, sono d'accordo con la scelta della proprietà. Stanno costruendo una squadra forte per il futuro".
Da ex attaccante, che rendimento ti aspetti da Kean?
"Attendo il suo ritorno, a me piace molto. E' un giocatore con piglio e nel momento in cui è stato chiamato in causa è riuscito sempre a fare il suo, anche in Nazionale può dare una grossa mano. Può tornare utile ai bianconeri, è chiaro che quando salta un trasferimento nella testa di un calciatore possono un po' complicarsi le cose. A me è capitato e ci è voluto un po' a riprendermi, è un po' destabilizzante. Non è semplice riprendere a giocare a certi livelli, ma nel calcio sono cose che possono succedere".
Spesso in passato abbiamo parlato di Conte, ma nel caso che cosa ne penseresti di Thiago Motta come eventuale successore di Allegri?
"Non entro nel merito delle scelte, credo che Giuntoli abbia le idee molto chiare. Thiago Motta è un allenatore molto importante, io stimo sempre quegli allenatori che fanno giocare le squadre molto bene come Antonio Conte. Allegri, ad oggi, è ancora il tecnico bianconero e il suo contratto scade il prossimo anno, quindi nel caso sarà la società fare le giuste valutazioni".
Si ringrazia Michele Padovano per la cortesia e la disponibilità dimostrata in occasione di questa intervista.
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