LEONI PER...AGNELLI – Le accuse irresponsabili e infondate alla Juventus nel caos generato da tutti. Le figuracce di Marotta e la toppa peggio del buco. L'assurda crociata contro un nemico immaginario
Rischierò di essere blasfemo ma, sinceramente, visto il grado di sciocchezze lette e sentite nelle ultime ore, la blasfemia sarebbe una nota di merito. Il vero virus in questo momento in Italia è rappresentato dall'odio sportivo (e non solo purtroppo) contro la Juventus.
Dall'incapacità di accettare la superiorità organizzativa di un club che nel 2006 ha pagato più di tutti, si è ricostruita e non solo è tornata a vincere ma ha condannato mezza nazione a vederla festeggiare per quasi un decennio.
E allora il vero virus in Italia al momento è l'odio sportivo generato dall'invidia, che diventa terreno fertile per stravolgere la visione chiara delle cose.
Ho letto parole come “campionato falsato”, “mafia”, “dittatura calcistica” perché la Juventus ha osato chiedere di poter giocare la partita dell'anno in altra data, salvaguardando il proprio incasso. Il tutto dopo che il presidente Agnelli si era detto pronto ad accettare qualsiasi soluzione finale che salvaguardasse la salute pubblica. L'Inter invece no. L'Inter voleva giocare a porte chiuse, il ritorno di Conte sarebbe stato ammortizzato, nessuna conferenza stampa scomoda nel pre e nel post, la Juventus di ritorno da Lione con lo stadio vuoto era un cioccolatino da scartare e gustare fino in fondo. Un'occasione quasi irripetibile. E invece no, Dal Pino ha cercato di trovare un'altra soluzione, come del resto hanno fatto in Spagna quando avrebbero rischiato di mostrare al mondo un classico deserto per via di questioni politiche, Dal Pino ha cercato di salvare lo spettacolo calcio senza mettere a repentaglio la salute pubblica e quindi ha optato per il rinvio in attesa di trovare una soluzione, in attesa che magari l'emergenza rientri e la gente possa godersi lo spettacolo del calcio senza la paura del coronavirus. Scelta che sarebbe stata applaudita se presa a parti invertite, se il “vantaggio” va alla Juventus diventa scandalo nazionale. Uno scandalo capeggiato dal popolo interista, trascinato dai vip più schierati e meno imparziali pronti a sollevare il resto della popolazione anti juventina che risponde come una chiamata alle armi, a Napoli non sembra vero di potersi schierare contro la Juventus e sfogare le repressioni di una stagione anonima e quelle mai sopite di uno scudetto perso in albergo per gridare alla “dittatura calcistica”; a Firenze si accodano senza difficoltà soprattutto dopo l'avvento di capitan-Commisso l'uomo del popolo e del populismo. I milanisti aspettano, guardinghi, di capire cosa succederà nella semifinale di Coppa Italia preparandosi, all'occorrenza, a salire sul carro. Tutti contro la Juventus, perché fa comodo così, perché tutti si aspettano possa nascere una “calciopoli 2” unica strada per cercare di tornare a vincere qualcosa, perché distruggere e screditare la bravura altrui è tremendamente più facile che costruirsene una propria.
E ancora una volta si è persa occasione per dimostrare un minimo senso sportivo e di cultura sportiva, si è persa occasione anche davanti ad uno stato di emergenza sanitaria nazionale di ragionare con la testa e non con le bandiere, si è persa l'occasione di dare una risposta forte che non poteva venire da un Paese con una cultura sportiva debole, debolissima.
La verità è che questa emergenza sanitaria continua e, anzi, sta crescendo; la verità è che bisognerebbe che fosse per primo il governo ad imporre al mondo del calcio delle regole di “quarantena”; la verità è che bisogna smetterla di pensare al tifo in un momento in cui la salute va messa avanti ad ogni interesse.
Ma la fede calcistica è come certe fedi religiose: cieca, ignorante, pericolosa.
Ah, comunque Juvenuts-Milan di Coppa Italia si giocherà a porte chiuse, riferitelo a chi parla di dittatura calcistica di Agnelli e della Juventus...
Vincenzo Marangio – Radio Bianconera
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