LEONI PER...AGNELLI – Tutti gli errori da non ripetere. Le strategie di mercato da correggere. Lo spirito da ritrovare e il disfattismo da cancellare. E la grande occasione di mercoledì...
Due cose mi hanno impressionato in questa domenica di Inter-Juventus: lo spirito totalmente assente dei bianconeri, in modalità Fiorentina, e la facilità estrema di giudizi trancianti.
Cominciamo dalla Juventus.
Ci aspettavamo tutti qualcosa di nettamente diverso, e probabilmente se lo aspettava anche Conte. Non davamo per scontata, come in altre circostanze, la vittoria, perché il tifoso juventino è mediamente molto competente, sa riconoscere il valore della propria squadra e della squadra altrui, sa andare oltre le ragioni di tifo e ammettere le sconfitte ma anche riconoscere la superiorità della Juventus quando c'è. Questa sera, purtroppo, il popolo bianconero si è trovato di fronte uno spettacolo di inedita bruttezza: una squadra che si è letteralmente consegnata ai rivali storici, senza neanche combattere. Una Juventus che ha preparato male la partita, l'ha interpretata peggio a svolgimento in corso, concludendola con la stessa incredibile vulnerabilità tecnica, tattica e soprattutto mentale. Perché quello che ha stupito il popolo bianconero, non è tanto la sconfitta, neppure la prestazione insufficiente, quello che ha stupito è stata l'assenza completa di amor proprio, quel senso di appartenenza, di squadra, di indole che le appartiene. Quel carattere che è solo della Juventus, che tutte le invidiano, che nessuno riesce ad imitare, e che i tifosi bianconeri amano più di qualsiasi altra cosa. È giusto parlare prima e soprattutto di questo, dell'assenza di anima.Ora passiamo agli errori evidenti.
Fatta la premessa che le assenze per la Juventus non sono mai state, e non devono mai rappresentare, un alibi, va di certo rimarcato che perdere insieme Dybala, Alex Sandro, Cuadrado e De Ligt, non solo significa dover rinunciare al 70% delle potenzialità della rosa ma anche svelare tutte le carenze di una squadra incompleta proprio in questi settori: terzini (ne manca almeno uno); attacco (solo Morata punta centrale con Kulusevski che verrà probabilmente adattato a seconda punta); e una difesa che si è dovuta ancora una volta affidare all'eterno, ma non indistruttibile, Chiellini (per assenza di ricambi, con Romero che magari poteva servire, e per assenza di crescita al momento da parte di Demiral).
Tra infortuni e covid, insomma, il karma ha tirato un dardo velenosissimo a Paratici dal quale urge una rapida risposta.
Fatta questa premessa, dicevo, con un centrocampo ancora evanescente (Rabiot, Bentancur e Ramsey sono dall'inizio dell'anno tre fantasmi) e una fascia sinistra indebolita dall'assenza di Alex Sandro, laddove l'Inter ha uno dei miglori esterni in circolazione, Hakimi, sarebbe stato il caso di impostare la gara con i contropiede piuttosto che incassarlo, soprattutto perché non si contano più, ormai, le ripartenze che questa stagione hanno già fatto male alla Juventus.
E invece Ramsey-Frabotta a sinistra sono stati un autentico suicidio, e Rabiot-Bentancur a centrocampo non hanno fatto che evidenziare la netta differenza di velocità con Barella e Vidal.
Va da sé che, se alla totale assenza di spirito, sommi le scelte peggiore che puoi fare, impostando la gara nel modo più rischioso sapendo di non essere stato mai in grado di offrire una convincente FASE difensiva in questa stagione, vai incontro ad una figuraccia. Qualcuno poi mi ha chiesto perché me la sono presa con Bernardeschi, ovvio che non è stato lui il problema di questa partita, ma se chi entra dalla panchina non riesce mai, ripeto mai, insisto mai, ad incidere in qualsiasi ruolo lo si proponga, facendo sempre la scelta peggiore in ogni situazione, allora o non è da Juventus o non può più esserlo.
Chiudo con l'eccessivo disfattismo da tifo che serpeggia dopo serate così.
Comprensibile, anzi, comprensibilissimo. Ma bisogna imparare ad avere la maturità di ragionare con la testa e non sempre e solo con la pancia, e si noterà che: al netto delle deludenti sconfitte, senza attenuanti, con Fiorentina e Inter, la Juventus dalla vittoria per 3-0 in casa con il Barcellona ha messo in cascina, tra campionato e Coppa Italia, 6 vittorie, 1 pareggio e 2 sconfitte; si trova a 7 punti (in attesa del Milan) dalla vetta ma con una partita in meno. E se da un lato capisco che serate così portano un tifoso ad esclamare “è finita”, bisogna anche ricordarsi quante cose ottime sono state fatte, soprattutto dopo partitacce come quella contro l'Inter.
Mercoledì c'è una finale da vincere, senza commettere tutti gli errori già comessi. Serve testa, cuore, scelte giuste e voglia di rivalsa verso chi è convinto di averla già vinta.
Noi siamo la Juventus....
Vincenzo Marangio – Radio Bianconera
Twitter - @enzomarangio