IL SANTO DELLA DOMENICA - MOTTA METTE IL CARICO SU INTER E NAPOLI. MA LA JUVE NON SI DEVE NASCONDERE.
La speranza è che la tempesta perfetta si sia scatenata tutta in una sera. Una sera sbagliata, nella vetrina europea dove tanti fattori, dalla giovane età alle assenze, per proseguire con la forza dell’avversario, forse troppo sottovalutata, ha portato ad un rovescio che ha fatto male. Ma la crescita passa anche da giorni infelici e sere sbagliate con l’impegno però che le esperienze negative vengano assorbite con tutti gli spunti necessari per non cadere più in serate da dimenticare. E di elementi ce ne sono davvero tanti: la mancata reazione agli episodi favorevoli come il gol annullato e il rigore parato dall’eccezionale Perin, la mancata lettura di Motta delle falle che si aprivano nella squadra e nel campo, i cambi che non hanno convinto, in particolar modo l’ingresso in campo di Rouhi invece di Gatti, la preparazione sommaria ed evidentemente sbagliata della gara.
Punto e a capo, si volta pagina e si impara. A patto di far tesoro di quanto visto e subito. Il calcio sa essere incudine e martello, croce e delizia. L’equilibrio, il tanto agognato equilibrio, diventa una chiave strategica. Equilibrio nei giudizi e nelle scelte. Perché l’aspetto grave della serata sbagliata non è stata tanto la sconfitta quanto il modo in cui è arrivata. Alcune avvisaglie le avevamo avute contro al Lazio, dove il risultato meritato aveva mitigato un primo tempo ancora una volta sottotono. Costante dell’avvio della stagione, una squadra che parte piano e con qualche difficoltà per poi salire e progredire nella prestazione. Ma i limiti stavolta si sono visti in un possesso palla che quando non funziona costringe la squadra a subire la pressione e lo sviluppo delle avversarie. Ci chiediamo: qual’ è il piano B? Ovvero, se la ragnatela viene bucata come ci si rimette in carreggiata? Le assenze pesano, e su questo non ci sono dubbi, ma il lavoro di Motta deve essere anche quello di saper lavorare in emergenza magari cambiando qualcosa nello spartito. E per la prima volta devo dire che non mi sono piaciute le dichiarazioni post gara. Detto che un allenatore raramente contesta pubblicamente le scelte dalla società, ma davvero è stato condiviso l’azzardo di partire soltanto con con due attaccanti di ruolo, di cui uno, Milik, reduce da un infortunio? Per carità Kean doveva essere ceduto, ma un’operazione in quella zona del campo andava fatta. E se la scelta è stata davvero condivisa, l’errore allora è doppio.
Ma adesso si guarda avanti, alla prossima partita come ha ribadito più volte in conferenza stampa Motta. Una conferenza, forse per la prima volta priva di spunti, senza acuti e con non risposte alla quali fino a questo momento non eravamo abituati. Segnale forse che il momento va affrontato con la piena concentrazione e senza alcun spiraglio per gli avversari. Una cosa però Thiago l’ha detta, battezzando Inter e Napoli come favorite per lo scudetto. Una mossa per spostare i carichi e le responsabilità lontano dalla Continassa. Va bene, ed è giusto che la spada di Damocle sia sulla testa di altri, ma ricordiamoci che la Juventus non può e non deve nascondersi. Mai.