Valentina Clemente (Radio France): "Juve, occhio a Mbappe e Falcao. Bianconeri molto temuti dai monegaschi"
L’urna di Nyon ha deciso: sarà il Monaco l’avversario della Juventus nelle semifinali di Champions League in programma nel prossimo mese di maggio. Niente spagnole, ma la squadra del Principato già affrontata due anni fa nella cavalcata che, poi, portò i bianconeri fino alla finale di Berlino. Per provare a capire che tipo di avversario si troverà di fronte Allegri, la Redazione di TuttoJuve.com ha contattato, in esclusiva, la collega Valentina Clemente, collaboratrice di Radio France, ed Europe 1, esperta di calcio italiano per RFI in Francia nonché corrispondente per Mediaset Premium e Corriere dello Sport.
Juventus e Monaco si ritrovano dopo il quarto di finale del 2015. Quante insidie nascondono i monegaschi? E’ uno svantaggio per il Monaco iniziare in casa?
"Sicuramente giocare il ritorno in trasferta non sarà facile per il Monaco semplicemente perché bisognerà vedere cosa succederà all’andata. Il vantaggio è sempre dal lato della Juve per una questione di esperienza e, come tutti sanno, il Monaco è ancora in lizza per vincere il campionato. Questa settimana ha la semifinale di Coppa di Francia, quindi il numero di partite che ha accumulato sono tantissime. Riuscire a fare un buon risultato in casa permetterebbe di andare a Torino con maggiore tranquillità. Dall’altra parte le insidie che possono nascondere i monegaschi sono racchiuse nel lavoro svolto da Jardim; quella del Principato è una squadra molto organizzata che mette in campo un bel calcio. Trattasi, però, di una tattica molto dispendiosa e quindi capitano momenti in cui rallenta, come abbiamo visto contro il Dortmund, gara in cui i tedeschi hanno avuto margine per rientrare in corsa. Sicuramente è un’altra squadra rispetto al 2015 ma ci sono dettagli da migliorare".
Quella che affrontò la Juve due anni fa era una squadra che si difendeva molto di più. Cosa è cambiato da allora?
"Rispetto al 2015 il Monaco è tutta un’altra squadra perché Jardim ha lavorato sempre in base ai giocatori che aveva a disposizione; all’epoca alcuni non erano ai livelli odierni, altri non erano in squadra. Era normale vedere una formazione più difensiva nel 2015 perché davanti il peso non era tale da poter permettere alle idee del tecnico di prendere sfogo; cosa che abbiamo visto in questa stagione. Il vero gioco di Jardim è un calcio offensivo; tuttavia se non hai uomini a disposizione non puoi metterlo in pratica. Anche quel Monaco, che non era il miglior possibile, dimostrò però di saper combattere e si fece valere in ambito europeo. Oggi, invece, vediamo una squadra piena di giovani proiettata molto in avanti, con i laterali che hanno un impatto importante nelle geometrie di gioco. Davanti, poi, ci sono Mbappe e Falcao in grado di innestare le marce alte. Il talentino francese ha solo 18 anni ma è molto maturo anche fuori dal campo ed ha dimostrato grande freddezza sotto porta; Falcao si è ritrovato ed anche lui stesso ha affermato di stare bene. L’unica nota dolente è, a volte, la difesa adesso orfana di Sidibè. I centrali non sempre riescono ad essere al 100% nonostante la compattezza data al reparto da Glik, protagonista di una stagione eccezionale".
In Francia temevano di più la Juve o le due di Madrid?
"Sicuramente c’era maggior tensione verso Juventus e Real. I bianconeri sono temuti, al di là della potenza offensiva, per la solidità difensiva. Riuscire a far gol a Buffon è sempre visto come qualcosa di molto difficile. Il peggior sorteggio possibile, queste le prime reazioni a caldo. Si vedrà, però, sul campo; tutti sperano che il Monaco riesca a fare una buona gara in casa".
Quanto bisogna prestare attenzione a Mbappe? Sarà lui il nemico numero uno per Bonucci e compagni?
"Sicuramente Mbappe è un ragazzo da tenere sott’occhio perché è qualcuno che non ha paura. Riesce ad essere sempre lucido, raramente sbaglia ed in coppia con Falcao riescono a liberarsi l’un l’altro. Son due giocatori abili ad infilarsi in area e per una difesa può essere difficile riuscire a bloccarli entrambi; l’uno o l’altro riesce sempre a trovare il modo di sorpassare la linea dei difensori. Recentemente nella gara di Coppa di Lega con il PSG, c’è stata un po’ uno scacco di Mbappe da parte della difesa parigina; è assurdo affermare come sia impossibile fermarlo, però è chiaro che proprio questa esperienza con il PSG e la panchina successiva decisa da Jardim l’hanno caricato e fatto tornare con i piedi per terra. Bisognerà fare attenzione ma non sarà l’unico. La costruzione parte molto dai laterali e poi gli inserimenti vengono fatti sia da Mbappe che da Falcao".
Higuain contro Falcao. Sarà la sfida soprattutto tra di loro?
"Sarebbe riduttivo incentrare la sfida solo tra Higuain e Falcao perché sono due giocatori diversi che hanno vissuto e stanno vivendo dinamiche diverse; abbiamo visto poi di recente da ambo le parti che in gol non sono andati solo i due uomini immagini. E’ una sfida più totale che legata a due singoli giocatori".
Credi che il Monaco, in lotta per vincere la Ligue 1, sarà distratto dal doppio impegno?
"E’ stato un anno complicato perché hanno giocato tantissimi incontri; in Champions son partiti dal terzo turno di qualificazione, sono arrivati in finale di Coppa di Lega e dovranno giocare la semifinale di Coppa di Francia; è difficile mantenere sempre lo stesso ritmo. Riguardo al campionato penso che molto dipenderà dalla sfida del 29 tra PSG e Nizza; in caso di vittoria della squadra di Balotelli, si potrebbe allentare la tensione sul Monaco, impegnato il giorno prima contro il Tolosa. Sicuramente il campionato può essere un problema e bisogna vedere anche la semifinale di Coppa di Francia, per determinare bene in quali condizioni arriverà la squadra nella semifinale di Champions. Jardim, però, è a conoscenza della complessità di questa sfida, si sta preparando da tempo ed il suo approccio di lavoro non lascia mai fuori una forte componente psicologica. Non è un qualcosa a cui la squadra è impreparata. Cercherà di gestire al meglio fisicamente tutti i fronti, poi bisognerà cambiare i carichi di lavoro rispetto agli impegni; però è tutto indefinito per poter rispondere concretamente".