Zoff: “Juventus-Lazio non sarà determinante però può significare qualcosa per entrambi i tecnici. Il mio pronostico è…”

16.10.2024 21:00 di  Benedetta Demichelis   vedi letture
Zoff: “Juventus-Lazio non sarà determinante però può significare qualcosa per entrambi i tecnici. Il mio pronostico è…”
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Dino Zoff, a Radiosei, ha parlato del match di sabato tra la Juventus di Thiago Motta e la Lazio di Marco Baroni: "Se mi sono sentito più mister o più presidente? Direi che mi sono sempre sentito più Zoff. Nella Lazio ho fatto tutto, nella Juventus sono stato allenatore e calciatore, sono due parentesi belle. Non saprei scegliere una delle due squadre, fanno parte della mia vita. La Lazio di Baroni? Non mi sorprende, lui lo scorso anno ha fatto dei miracoli quindi fiducia l’avevo. Ad ogni modo è ancora presto, le difficoltà si vedranno più avanti. La squadra gioca bene, è piacevole da vedere: complimenti a lui. Provedel e Mandas? Sono bravi tutti e due. Il secondo ha fatto vedere buone cose ma ovviamente ha giocato meno. Avere i portieri buoni è un bel vantaggio. Due portieri titolari è difficili averli; adesso con l’esasperazione del calcio può succedere di tutto, quindi un buon secondo ci vuole. Juventus-Lazio? La partita di sabato non sarà determinante però qualcosa può significare per entrambi i tecnici. La sconfitta nel calcio non significa molto, ma può minare l’entusiasmo.

Fare un risultato buono è importante per tutte e due le squadre. Per la Lazio un bel risultato può dare autostima e far aumentare l’entusiasmo del momento; alla Juve potrebbe aiutare per mantenere le aspettative. Le partite di ora sono indicative, le aspettative poi possono cambiare, guardiamo il Napoli dello scorso anno. Pronostico su Juventus-Lazio? Faccio il coniglio e dico x". Gascoigne? Delle volte l’ho picchiato (ride ndr) ma io ho sempre avuto un debole per gli artisti. Faceva sempre le battute con le sue parole apprese in italiano. Trovava sempre il modo di farsi volere bene. In 10′ era tutto: forte, bugiardo… tutta la gamma dell’animo umano. Faceva impazzire di disperazione e felicità. Era da menargli e da incensarlo (ride ndr). Eriksson? Un signore sotto tutti gli aspetti, era facile stare bene con lui".