Ruggiero Palombo sulla Gazzetta: "Niente stangata sulla Juve: i bianconeri lo sanno e restanno in silenzio. Troppi di loro perdono la testa con frequenza ormai sospetta"

29.01.2013 10:45 di  Andrea Antonio Colazingari  Twitter:    vedi letture
Ruggiero Palombo sulla Gazzetta: "Niente stangata sulla Juve: i bianconeri lo sanno e restanno in silenzio. Troppi di loro perdono la testa con frequenza ormai sospetta"
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Così Ruggiero Palombo, firma della "Gazzetta dello Sport", sulle squalifiche decise ieri dal giudice Gianpaolo Tosel dopo i "fatti" di Juventus-Genoa:

"Non è una stangata. Mostra di capirlo, ahinoi con un giorno di ritardo, anche la Juventus, che infatti tace. Tra le immagini del campo e quanto deve essere poi accaduto negli spogliatoi, stando ai sia pure generici resoconti del sestetto arbitrale, a Conte e compagni poteva andare molto peggio. Al giudice sportivo Tosel va dato atto di essersi attenuto ai fatti e ai referti senza farsi travolgere dall’emotività: si è mantenuto freddo, e freddamente ha applicato il regolamento. Nel suo range più generoso e meno severo, questo deve essere chiaro e deve servire di monito ai tanti, troppi bianconeri che con una frequenza ormai sospetta perdono la testa ogniqualvolta l’arbitro sembra penalizzarli. Non interessa qui stabilire se il mani di Granqvist allo scadere fosse meritevole o meno del calcio di rigore, né stabilire se prima di quell’episodio la Juve avesse altro di cui dolersi, il rigore negato a Vucinic dopo quello, altrettanto solare, provocato dal montenegrino. Qui si discute di comportamenti, di capacità di mantenere il controllo dei nervi. Troppo fresco, per tutti e forse anche per chi è chiamato a dirigere le partite, il ricordo di quanto avvenne il 28 ottobre in Catania-Juventus, quando Gervasoni fu assediato da mezza Juve e indotto ad annullare il gol regolare di Bergessio. In campo internazionale, in Champions League, una gazzarra come quella scatenatasi al termine della partita col Genoa sarebbe costata alla Juventus molto più che le due giornate di squalifica per Conte e Bonucci, le uniche vere sanzioni «influenti». Le tre settimane a Marotta, la giornata riservata al lungodegente Chiellini e quella di Vucinic per sopraggiunta somma di ammonizioni, rappresentano infatti una sorta di danno collaterale quasi ininfluente rispetto alla trasferta col Chievo e al successivo match con la Fiorentina.

Alla fine del campionato mancano sedici giornate, un’enormità. E i tre punti di vantaggio sul Napoli, unico autentico avversario nella corsa scudetto, rappresentano comunque un bene prezioso. Non dilapidarlo significa anche fare tesoro di quanto è accaduto sabato sera.
Colpisce, trattandosi di Juve, leggere nelle motivazioni di Tosel della multa di 50mila euro comminata alla società «per avere suoi sostenitori, al termine della gara, indirizzato numerosi sputi agli ufficiali di gara mentre uscivano dal recinto di gioco, colpendoli al volto e sulla divisa». Sarebbe bello se su una cosa così un tipo fumantino come Conte, che poi diventa esempio per tutti, riuscisse a riflettere. Utopia? Forse sì, ripensando anche alle troppe parole in libertà uscite dalla bocca di un dirigente stimato come Marotta. L’unico in tutta questa vicenda a mantenersi sobrio è stato Andrea Agnelli. Certo, può anche essere vero che, come ha detto domenica, «a volte è difficile fare i lord inglesi». Ma la sua mission, d’ora in avanti è proprio questa: convincere Conte e i suoi ragazzi a comportamenti di cui poi non ci si debba vergognare".