Pellegatti: "Infortunati Juve? Il calcio sta diventando un 'Rollerball'"

09.10.2024 22:40 di  Redazione TuttoJuve  Twitter:    vedi letture
Pellegatti: "Infortunati Juve? Il calcio sta diventando un 'Rollerball'"
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Carlo Pellegatti, noto giornalista e telecronista sportivo, ha rilasciato alcune dichiarazioni sull'allarme infortuni nel calcio, tra cui Bremer della Juve.

Ecco le sue dichiarazioni a Scommesse.io:

Gli ultimi bollettini medici sono drammatici. Prima quello di Dani Carvajal: "rottura del legamento crociato anteriore, rottura del legamento collaterale esterno, rottura del tendine popliteo della gamba destra". Ora la diagnosi di Duvan Zapata: "lesione del legamento crociato anteriore, del menisco mediale e del menisco laterale". Lo spagnolo tornerà fra un anno, mentre stagione finita per il torinista. Altri due grandi campioni, dunque, colpiti da tremendi infortuni che si uniscono ad altri protagonisti del calcio mondiale che rientreranno il prossimo anno o addirittura nella prossima stagione, come Bremer, Scamacca, Scalvini, Florenzi, Rodri, Alaba, Gavi, Lucas Hernandez, Schuurs, Ter Stegen e ora anche Gonzalez.


Oltre 80 infortuni negli ultimi mesi

Tutte vittime di questo calcio che somiglia sempre più a un Rollerball, il gioco brutale reso famoso dall'omonimo film. Per fortuna non siamo arrivati a tale punto di drammaticità, ma le tabelle confermano che siano più di ottanta i giocatori fermati, negli ultimi mesi, da incidenti legati al ginocchio o ai tendini, senza contare poi i tanti infortuni muscolari.

Tanti infortuni perché si gioca troppo



Differenti le cause. Qualcuno sottolinea che l'intensità del gioco sia molto aumentata, con conseguenti scontri sempre più duri, nel tentare, per esempio, l'anticipo a tutti i costi o l'incursione rapida fra le linee della difesa avversaria. Altri attribuiscono i danni traumatici o muscolari alle condizioni dei terreni di gioco, spesso al limite. Tutti però concordano che la ragione principale sia da attribuire alle troppe partite che si disputano nel corso della stagione.

Il fisico dell'atleta-giocatore non è cambiato nel corso dei decenni. L'unica differenza deriva dalla qualità degli allenamenti, molti in palestra proprio per prevenire la possibilità degli infortuni, e dai progressi nel campo medico. La caviglia, il tendine di Achille, i gemelli del polpaccio, il ginocchio, i legamenti, l'anca e la spalla sono gli stessi da milioni di anni. Sono le sollecitazioni che sono cambiate. Tanti gli infortuni gravi, abbiamo detto, nelle ultime settimane pur con temperature ancora calde o miti. Le preoccupazioni aumentano alla vigilia dell'autunno e dell'inverno, prevedendo naturalmente campi spesso ghiacciati e prestazioni condizionate, pericolosamente, dai grandi freddi.

Appello inascoltato, gli organi internazionali infittiscono il calendario

Dopo la sosta di novembre il campionato di Serie A non si fermerà fino a metà marzo. Campionato, coppe nazionali, in Inghilterra addirittura due, coppe internazionali. In Italia anche la Supercoppa da disputarsi lontano, nei paesi arabi, con un choc tremendo per il corpo dei giocatori di Juventus, Inter, Milan e Atalanta, che passeranno dai pochi gradi di casa nostra ai ventotto del Medio Oriente. Gli organi internazionali, invece di cautelare la salute dei protagonisti dello spettacolo, aumentano le partite. Subentra così la stanchezza, la mancanza di reattività, che possiamo considerare uno dei fattori più importanti di gravi incidenti.

Per le nazionali si è inventata la Nations League. La Champions League vedrà due partite in più da disputarsi nel terribile mese di gennaio. I grandi campioni, che giocano nelle grandi squadre, saranno impegnati nel Mondiale per Club nell'afa e nel caldo torrido delle città americane, da metà giugno a metà luglio. Qualche settimana di riposo, poi via alla prossima stagione, che si concluderà nel 2026 con il Mondiale, che verrà disputato ancora nel Continente americano, negli Stati Uniti, in Canada e in Messico. In quali condizioni arriveranno i superstiti è facile immaginarlo.

Lo spettacolo latita. Soluzioni poche e poco percorribili

Una soluzione potrebbe essere rappresentata dall'allungamento delle squadre, per dividere gli sforzi attraverso una rosa più estesa, ma questo può cozzare con le esigenze economiche dei club, spesso in difficoltà, nonostante il denaro proveniente dalle tante manifestazioni alle quali partecipano. Il risultato è sotto gli occhi di tutti gli appassionati. Lo spettacolo spesso latita a causa anche della stanchezza dei protagonisti. Le partite non offrono sempre il divertimento e le emozioni che promettono. Con troppi grandi campioni che, invece di stupire in campo, devono tristemente guardare la partita dalla tribuna, magari sorretti da una stampella. Una sola è la speranza, dunque: che il calcio non si trasformi presto in un Rollerball del terzo millennio!