Il Giornale - Berlusconeide. Il giornalista Andrea Bosco ha collezionato per anni tutti i libri pubblicati sul Cavaliere. E ora che non ha più spazio...

12.09.2024 20:40 di  Redazione TuttoJuve  Twitter:    vedi letture
Il Giornale - Berlusconeide. Il giornalista Andrea Bosco ha collezionato per anni tutti i libri pubblicati sul Cavaliere. E ora che non ha più spazio...

Il Giornale ha dedicato un'intera pagine alla storia particolare del nostro Andrea Bosco: "Berlusconeide. Non basta una biblioteca per contenere la vita di Silvio- Bisogna farne una apposta...", ha titolato il quotidiano milanese, nella "Terza Pagina" curata da Luigi Mascheroni. Il giornalista Andrea Bosco ha collezionato per anni tutti i libri pubblicati sul Cavaliere: quasi 400 titoli, quasi tutti critici. Ora non ha più spazio e li regala a Marcello Dell’Utri. Ci sono gialli, saggi sociologici, instant-book, raccolte di vignette, antologie di barzellette, mémoire di olgettine. E la «sezione» Travaglio...

Tutto inizia nel 1985 - si legge sul quotidiano milanese -, quando Silvio Berlusconi, dopo aver acquistato Italia 1 dall’editore Edilio Rusconi e Rete 4 dal gruppo Arnoldo Mondadori, è impegnato a spezzare il monopolio televisivo della Rai con una spregiudicata campagna acquisti per portare i divi del piccolo schermo nel suo nuovo polo televisivo. Quell’anno esce uno strano libro, pubblicato da Rizzoli, di Pino Farinotti: il titolo è I maghi del canale e il sottotitolo, più interessante, è «Il romanzo di Berlusconi e delle TV private italiane», un dietro le quinte della guerra dell’etere, economico-politica, combattuta in quel momento da colui che sarà ribattezzato Sua Emittenza. Ma non è questo che ci interessa; ciò che interessa è invece che in quel momento Andrea Bosco, il protagonista della nostra piccola storia di oggi - scrive Mascheroni -, lavora con Paolo Mosca per periodici della Rizzoli, “colorista” di Playboy e Novella 2000, quando però gli arriva la proposta di trasferirsi al Giornale, chiamato da Indro Montanelli. Ovviamente accetta, e per documentarsi sulla materia-Berlusconi, che sarà il suo nuovo editore, compra I maghi del canale. Sarà il primo di una lunghissima serie di libri raccolti nel corso di quarant’anni - «L’ultimo che ho acquistato è quello di Paolo Del Debbio, In nome della libertà. La forza delle idee di Silvio Berlusconi, per una volta non un attacco all’uomo per partito preso: eccolo qui la copia autografata» - e che costituiscono quella che - a nostra conoscenza - è la più grande biblioteca privata su Silvio Berlusconi: 390 titoli tra biografie, romanzi, saggi storici e sociologici, libri scandalistici, raccolta di vignette, pamphlet, instant-book...

«E la cosa curiosa è che il 95% sono libri nel migliore dei casi ostili, nel peggiore da querela, e il restante 5% elogiativi. Un fenomeno editoriale davvero raro. Berlusconi non era Madre Teresa, va bene. Ma non ho mai visto un accanimento come quello contro di lui. Una bibliografia a senso unico. Anzi un’odiografia».

Oggi Andrea Bosco, che dopo il Giornale è stato per vent’anni alla Rai di Milano come conduttore del Tg regionale e caporedattore del settore Cultura e spettacoli, ha deciso di dismettere la sua collezione, che inizia a creargli anche problemi di spazio. E così ha pensato di chiamare una persona che non sentiva da anni, e con la quale aveva collaborato quando la stagione del Teatro di Verdura a Milano, nel giardino della Biblioteca di via Senato, costituiva fra il 1998 e il 2012 uno dei più seguiti appuntamenti culturali che Marcello Dell’Utri regalava ogni anno alla città.

«Gli ho telefonato e gli ho chiesto se gli interessava la mia collezione di libri sul Cavaliere. Da collocare nella sua Biblioteca di Via Senato. Era felicissimo. Mi ha detto che sta costituendo un Fondo Bettino Craxi e questi libri sono il perfetto complemento. Mi ha chiesto a che cifra la vendevo. Ma ti sembra che io vada a chiedere soldi a Dell’Utri? Ovviamente gliela regalo. Mi ha promesso che preparerà una targa per ricordare la “Donazione Andrea Bosco”. Comunque lo si giudichi, il Cavaliere ha fatto un pezzo di storia d’Italia, e questo materiale può essere utile in futuro agli studiosi...». (...).